PIUTRENTOVIVA – LABORATORIO DI RICERCA APPLICATA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Agosto, 2020 @ 2:27 pm

Detto altrimenti: un esperimento ben riuscito   (post 3997)

Piutrentoviva, un progetto di “ricerca applicata” nel senso che le nostre sperimentazioni umane e professionali maturate in sede politica sono pronte per essere applicate sulla scala dell’amministrazione cittadina. Il primo risultato della collaborazione fra Trentoviva e +Europa è la consapevolezza che le decisioni assunte da ogni ente “successivo” al Comune (Provincia, Stato, UE) in ultima analisi ricadono sui cittadini, ovvero sugli abitanti del Comune, per cui è perfettamente lecito che i progetti “comunali” siano formulati in un’ottica prospettica anche più ampia che, viceversa, da parte dei citati enti “successivi” al Comune (che io volutamente non definisco “superiori”) si rispetti il principio di sussidiarietà che recita “Non faccia l’ente superiore ciò che può fare meglio e prima l’ente inferiore”. Un esempio: vi sono regioni che stanno già redigendo corposi e dettagliati piani per la gestione dei rifiuti, delle acque e il riciclo dei materiali al fine di accedere più facilmente e motivatamente ai Recovery Fund con proposte supportate anche dalla coerenza con gli obiettivi UE per il 2050 quanto ad azzeramento delle emissioni nocive. In tal senso potrebbe benissimo essere fatto rientrare anche il progetto della Funivia Trento- Monte Bondone, in quanto al traffico su gomma sostituisce quello via cavo e contribuisce all’eliminazione delle emissioni nocive.  Ed ecco che la migliore garanzia di successo di un simile progetto è che esso sia affidato alla responsabilità di un Commissario Straordinario, cioè al Sindaco della città, come è accaduto con successo per il nuovo ponte di Genova.

Un antro aspetto oggetto dell’attività di Piutrentoviva è legato al management, alla finanza e agli aspetti economici, ovvero come questi devono essere calati e vissuti anche all’interno del Comune; al rapporto finanza/risultato economico; a quello della collaborazione pubblico-privato. Come ha recentemente ricordato un collega candidato, Gianni Jacucci in un suo recente scritto, occorre rifarsi ai valori manageriali espressi anni fa da un imprenditore “storico”, Adriano Olivetti, ispirati alla crescita umana e professionale dei lavoratori e delle loro famiglie più che “semplicemente ed esclusivamente” all’utile economico come obiettivo assoluto dell’impresa.

Lo stesso concetto è stato ripreso molto più recentemente da Pier Luigi Celli, un importante top manager dei mostri giorni, secondo il quale –  chi lavora nelle “periferie” del potere centrale, essendo più a contatto diretto con le cose del mondo, è maggiormente produttivo di idee e di proposte innovative e se non altro per questa ragione, va rispettato, motivato, fatto crescere e valorizzato.

In effetti da tempo ormai si è capito che il risultato “economico” di un’impresa deve essere positivo anche sotto il profilo umano. In ciò l’impresa di diritto privato si avvicina a quella pubblica, la quale a sua volta non può più spendere e investire “tanto poi qualcuno ripiana le perdite”, bensì deve essere anch’essa attenta a generare lo stesso utile “economico”. E qui occorre specificare, in quanto questo suo utile “economico” è articolato su utile bilancistico; utile sociale; utile economico indotto nel territorio di appartenenza. Su quest’ultimo aspetto occorre riflettere con attenzione: come valuteremmo un Ente Fiera, un circolo sportivo sovvenzionato dall’ente pubblico, un impianto funiviario di risalita che potrebbero anche chiudere il bilancio solo con un piccolo utile, ma che generassero un enorme indotto economico per il loro territorio? Sicuramente molto positivamente.

Venendo a parlare di finanza, cioè delle risorse finanziarie che servono all’impresa e all’ente pubblico per realizzare i propri progetti (fabbisogno finanziario) e del modo di reperirle e gestirle (copertura del fabbisogno), usualmente si parla di finanza pubblica “o” di finanza privata come di due fonti che operano separatamente. A mio avviso invece occorre parlare di finanza pubblica “e” di finanza privata. Infatti queste due forme “diverse” possono ben operare insieme all’unisono, sia in quanto utilizzate per sottoscrivere quote del capitale sociale delle azioni della SpA mista di progetto; sia sotto forme di credito all’Ente pubblico, ad esempio attraverso la sottoscrizione dei BOC-Buoni Ordinari Comunali ad alto rendimento e bassa tassazione,  convertibili in azioni della società di scopo e di progetto che possono assumere molteplici forme: a totale capitale pubblico (SpA inhouse); a capitale misto pubblico privato; o anche interamente a capitale privato, in caso di delega dal pubblico al privato di realizzazione o gestione di beni e servizi.

In ogni caso occorre inquadrare ogni iniziativa all’interno di un’entità organizzatrice generale, il general management, una funzione despecializzata di “governo dell’insieme” che sappia coordinare tutti gli aspetti e le funzioni specialistiche necessarie alla realizzazione del progetto. Ed occorre che questa funzione sia in grado di delineare e proporre alla Politica una pluralità di soluzioni: starà alla Politica decidere quale attuare. Queste sono le linee direttrici che Piutrentoviva sta seguendo e che sta offrendo al candidato sindaco Franco Ianeselli e che offrirà al nuovo Sindaco Franco Ianeselli.

Da ultimo, mi piace ricordare che to go public in inglese non significa statalizzare un’impresa, bensì, al contrario, aprirla alla platea (cioè al pubblico) dei cittadini privati.

Riccardo Lucatti – Candidato Piutrentoviva a sostegno del candidato sindaco Franco Ianeselli.