FUNIVIA TRENTO- BONDONE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Agosto, 2020 @ 1:29 pmDetto altrimenti: 4 agosto 1925 ad oggi, un sogno lungo 95 anni (post 3975)
Ecco l’articolo oggi pubblicato sulla prima pagina del quotidiano l’Adige (Trento)
Una data che forse in pochi ricordano eppure il tema a cui è connessa continua a scaldare il confronto tra i cittadini di Trento. Parliamo della funivia del Bondone, inaugurata, nel suo tragitto originario con partenza dalla stazione delle corriere, proprio 95 anni fa, con il suo primo troncone fino all’Hotel Bellevue e di cui, già da allora, se ne paventava l’allungamento sino alle sue vette. Un’opera che profuma di incompiuta da troppo tempo quindi, senza che vi sia un reale motivo tecnico o economico o politico. Oggi a sentirne parlare, anche in termini economici, si fatica a capire il perché di questo impasse. Si spendono regolarmente decine e decine di milioni di euro per parchi e giardini nuovi o rifatti ma investire poco più, una tantum, per collegare i trentini al quartiere più naturalmente verde della propria città capoluogo, pare essere una follia.
Sì perché è di questo che parliamo e di cui forse non ci rendiamo conto: Sardagna, Candriai, Vaneze, Vason, Viote sono pezzi di territorio cittadino, sono le frazioni che popolano le circoscrizioni 3 e 4 della nostra città. Uno “strumento” di trasporto su cavo o simile non è e non deve essere un capriccio per portare la domenica gli sciatori trentini in cima al Bondone, senza arrampicarsi per le sue tortuose strade ma più semplicemente il metodo più facile, economico, sostenibile e non inquinante per connettere la città con due sue importanti circoscrizioni, per collegare il centro con il suo quartiere alpino.
Troppo spesso erroneamente, riteniamo noi, la si è considerata un’opera per un mercato, quello sciistico, non più sostenibile. Mai la si è voluta interpretare come un elemento chiave per lo sviluppo urbano della nostra città, un passaggio fondamentale per sfruttare coerentemente ed economicamente moltissime opportunità ancora inespresse della nostra montagna a ovest, anche e non solo in chiave turistica. Noi ci abbiamo pensato e siamo convinti che sia corretto ripartire, cambiando il paradigma che ha da sempre condotto il confronto tra politica ed operatori economici, tra abitanti e potenziali fruitori. Dobbiamo ripartire da un confronto neutro, incondizionato, disposto a sviluppare la città per valorizzarne le peculiarità, capace di guardare oltre gli schemi tradizionali e mettendo a fattore comune urbanistica, economia, mobilità e sviluppo. La traccia è disegnata e …
Per +TrentoViva: Elisabetta Zanella, Riccardo Lucatti, Roberto Sani