IO CANDIDATO PERCHE’ …
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Luglio, 2020 @ 6:30 amDetto altrimenti: quel “perché” non seguito da un punto interrogativo (post 3949)
(post elettorale n. 3 – V. anche i 2 precedenti)
Alle prossime comunali grazie se votate la lista +TRENTOVIVA a sostegno del candidato sindaco FRANCO IANESELLI, e grazie se indicate le tre preferenze ROBERTO SANI, ELISABETTA ZANELLA, RICCARDO LUCATTI
… io candidato alle prossime “comunali” perché nel luogo istituzionale più vicino alla persona, il Comune, a buona ragione può e deve nascere un pensiero che coinvolga tutti gli enti “superiori”, se non altro perché ogni decisione, per quanto “in alto” possa essere presa, alla fine produce effetti che ricadono sulle persone “del Comune”.
… io candidato alle prossime “comunali” perchè voglio sostenere il candidato sindaco Franco Ianeselli
… io candidato alle prossime “comunali” perché ho deciso di provare a lasciare in eredità agli Altri, ed in particolare alle generazioni più giovani, ciò che ho appreso da una numerosa serie di esperienze di lavoro e quindi anche di vita di alto livello. E non mi riferisco al livello della posizione ricoperta – che pure c’era – ma all’alto livello della complessità dei problemi con i quali ho dovuto confrontarmi…
Un esempio: quando si discute di come realizzare la funivia Trento-Bondone, mi sforzo innanzi tutto di trasformare il progetto in una funivia Bondone-Trento, nel senso che serva a portare la montagna in città e non viceversa. Ancora: insisto a che la struttura sia inserita in una progettazione di più ampio raggio, ovvero all’interno di un progetto che preveda la valorizzazione del prodotto turistico “dislivello” anche in estate (ampliamento del raggio temporale); anche in rapporto ad analoghi progetti del Sud Tirolo (ampliamento geografico); anche oltre una visione economica locale (ampliamento economico); anche oltre le consuete fonti di copertura del fabbisogno finanziario (ampliamento finanziario); anche oltre una gestione semplicemente propria, bensì unita a quella delle altre attività della mobilità, quale quella di Trentino Mobilità (ampliamento gestionale); anche oltre la critica che mi viene mossa, nel senso “si tratta di un progetto ambizioso ma molto complesso …” (ampliamento manageriale).
Altro esempio: il completamento dell’autostrada della Valdastico. Io non sono un ambientalista in senso stretto nel senso che non sono iscritto ad alcun partito verde, ma sono molto sensibile ai valori dlla natura. Ad esempio: sono contrario alla caccia indiscriminata; al consumo indiscriminato delle risorse naturali; vado in barca a vela non a motore; vado in bicicletta e non in motocicletta; mi sto battendo contro uno scempio ambientare lungo la sponda del lago di Cavedine; sono un ex istruttore sezionale di alpinismo; sono un ex campeggiatore (con tenda) anche fuori camping. Tuttavia prendo atto che certi interventi infrastrutturali sono necessari, come la Torino – Lione; il traforo del Brennero; il completamento dell’autostrada Valdastico.
La Torino-Lione è solo una breve tratta di un percorso irrinunciabile, che dal Portogallo raggiunge l’est europeo, e come tale va valutata e realizzata.
Il traforo del Brennero. Proprio perché sono “anche” ambientalista, sono stato azionista e membro del Consiglio di Amministrazione del GEIE Gruppo Economico privato di Interesse Europeo ATT3 Alptransfer Consulting Ewiv, Bolzano, (di cui al post del 10 maggio 2013, tag: geie del brennero) che aveva progettato e proposto un tunnel a tre canne unidirezionali per soli treni merci teleguidati, lasciando i treni passeggeri sul percorso attuale rimodernato, perché da parte dei passeggeri è preferibile godere dei paesaggi che si presentano durante il viaggio e non subire lo stress di un passaggio in un tunnel lungo 50 km; a loro non interessa arrivare a Innsbruck 50 minuti prima; perché la costruzione delle canne unidirezionali è molto più rapida ed economica; perché alle merci non interessa arrivare prima bensì in orario; perché è pericoloso fare viaggiare sugli stessi binari treni veloci (passeggeri) e treni lenti (merci); perché i “nostri” treni merci avrebbero viaggiato guidati da telecomandi; perché nelle canne unidirezionali non è necessario installare sistemi di ricambio d’aria; etc.
La “famigerata” Valdastico. Distrugge una valle, mi si dice. Eppure molti tratti sarebbero in galleria. Eppure è scientificamente dimostrato che una rete ben strutturata non aumenta il traffico ma lo distribuisce fluidificandolo; perché … e non continuo con le motivazioni a favore, a fronte delle quali ve sono anche molte contrarie. Quello che non viene considerato dagli oppositori tout court è che la soluzione è necessariamente un compromesso fra i pro e i contro. Non si tratta infatti di vedere se devono vincere i favorevoli o i contrari, ma di valutare quali sarebbero le conseguenze positive e negative – nel tempo – sia sull’ambiente che sull’economia locale e come l’opera si inserisca o meno in ambiti ben più ampi, quale, ad esempio, l’aumento delle merci in arrivo ai porti dell’Adriatico dall’oriente e destinate al centro-nord Europa, merci che devono “fare intermodalità” due volte: 1) nave- gomma (a Trieste o a Mestre) e 2) gomma-Treno a Verona oppure, se la Valdastico esistesse, anche a Rovereto/Trento, con le inerenti ricadute occupazionali e di potere di governo sui fatti che influiscono sulla gestione del territorio. Per non parlare della fluidificazione autostradale del traffico leggero e dell’aumento del turismo.
Ecco, per questo post mi fermo qui, con una conclusione: non possiamo essere solo persone di soli principi del tipo “La Valdastico si fa/non su fa perché …” in quanto essere solo persone di soli principi (“la Valdastico NON si fa”) conduce all’ etica dei principi cioè all’integralismo; essere solo persone di soli (altri) principi (“la Valdastico si fa”) conduce all’ etica del risultato cioè al cinismo. Occorre invece valutare tutti gli aspetti dell’opera e tutte le sue interrelazioni con le altre opere e situazioni circostanti. Da taluno si dice: “Esiste un comitato contrario, faremo un referendum …”. Ben vengano i comitati d’ogni tipo, in quanto sono l’espressione della partecipazione, e “libertà è partecipazione”. Quanto al referendum popolare, io sono contrario alla democrazia diretta, perché quel “diretta” è il participio passato di un verbo della seconda coniugazione ed ha sempre significato passivo: orchestra diretta da …; riunione diretta da …; treno diretto da …; direzione aziendale diretta da …; democrazia diretta da .... Sono invece strenuo difensore della democrazia vera, cioè parlamentare statale o provinciale che sia.
E quando taluno mi accusa che difendendo la Valdastico io sarei schierato con l’attuale giunta provinciale, trovi costui un partito, una giunta, un governo nel quale egli possa identificarsi o non identificarsi completamente. Infatti queste “identificazioni complete” ci sono state nella storia, ma sono state obbligatorie e si sono chiamate comunismo, fascismo, nazismo. Volontarie sono state invece le “opposizioni complete” a quei regimi. Ma questa e un’altra storia e comunque sia chiaro: io NON condivido l’attuale governo della Provincia Autonoma di Trento, anche se – per caso – vi può essere una coincidenza di vedute su un tema specifico.
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