BALLININBICI!
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Giugno, 2020 @ 8:46 amDetto altrimenti: come cambiano le salite! Non son più quelle di una volta! (post 3940)
E’ proprio vero! Decenni fa, quei 700 metri di dislivello da Riva del Garda al Passo del Ballino li salivo con la bici da corsa. Qualche anno fa, con la mountain bike “muscolare”. Ieri con la e-bike! Valle a capire, queste salite! Diventano sempre più ripide … ma si può?
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Ieri arrivano da Trento Franco, Rosa, Renata e Claudio, quattro fiabbini che con me facciamo cinque. Si parte alle 08,15, lentamente anche perché siamo tutti “elettrici” tranne Franco. Sole splendido. 9 km di salita, poi per 1 km spiana. Al km 10 siamo agli alberghi del Lago di Tenno. Sosta per acqua. Indi con altri 5 km di cui 1 in falsopiano arriviamo al Passo del Ballino: in totale 13 km di salita per 700 metri di dislivello.
Qui, cento metri dopo lo scollinamento, prendiamo a sinistra la vecchia strada romana che per il primo km è stata asfaltata. Bella pausa nella frescura del bosco, con improvvise aperture sul paese di Fiavè e sul suo alpipiano. La strada romana finisce a metà percorso fra Balbido (il Paese Dipinto, per via dei suoi murales) e Fiavè. Torniamo sulla SP: salitella, discesa, pianoro, casa di Don Lorenzo Guetti, discesa: siamo a Ponte Arche.
E qui il problema: da Ponte Arche all’imbocco della pista ciclabile del Maso Limarò qualche km in balia di alcuni maleducati del volante o del manubrio (delle moto): uno in particolare, mentre noi cinque – in un lungo rettilineao – con il braccio sinistro alzato indichiamo che vogliamo attraversare la sede stradale per immetterci della ciclabile del Limarò, in ciò seguiti da una coppia di ciclisti, un automobilista si infila fra due di noi, taglia pericolosamente il nostro procedere, rischia un omicidio stradale. Tutti noi facciamo in tempo a fare pervenire alle sue orecchie il senso della nostra non condivisione, facendo riferimento alla sua mamma che pure sarà stata una donna onesta, ma che lui è un figlio degenere … ed è una emerita testa di quarzo (quarzo, minerale molto duro …).
Limarò, limes, confine fra due vescovadi. Ciclabile splendida. Discesona sulla SP fino a Sarche, si volta a destra nella ciclabile Sarche-Pietramurata: bellissima la parte iniziale, nel verde, a fianco del fiume con alcune oasi “lacustri”: una bellezza da urlo!. A Pietramurata ci fiondiamo verso il Lago di Cavedine, dove pranziamo (fettuccine al ragù, ottime), grazie all’accogliente Wind Valley di Andrea e Davide Danielli, ormai due amici. Davide poi in inverno è maestro di sci in Bondone ed è stato così gentile da regolare i miei sci Salomon Race: grazie, Davide! Sola nota negativa: lo scempio compiuto subito a nord della loro struttura da chi ha devastato un’area protetta per cercare di realizzare uno stabilimento balneare ed una discoteca! Chi ha permesso loro di fare questo scempio? Chi non li sta obbligando e rimettere a posto le cose, per quanto possibile?
Dopo pranzo, sosta sulla riva del lago. Indi verso sud, scavalchiamo la zona delle marocche, discesona su Dro, indi poderale a sinistra in zona Giare, per riprendere la ciclabile poco pima di Arco e lasciarla a circa metà strada fra Arco e il Garda, per evitare la folla dei bagnanti sulla ciclabile lungolago. Infatti per facili poderali deserte aggiriamo a nord il Monte Brione, attraversiamo la frazione di Sant’Alessandro, sfioriamo il ristorante La Colombera e arriviamo a Riva centro. Tot. 65 km, consumo elettrico 70%, di cui metà per la salita al Ballino e metà per vincere la forte Ora che saliva dal Garda.
La prossima? Oggi riposo, domani Valsugana. Io userò la bici da corsa. Saliamo in treno a Trento fino a Pergine e poi via, un po’ di km contando di rientrare a Trento per il primo pomeriggio (non è previsto di arrivare a Bassano).