Trento, Trentino, Spazio, Mobilità e Comunità di Valle
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Gennaio, 2012 @ 5:37 amDetto altrimenti: proviamo a cambiare l’angolo visuale …
Usualmente pensiamo allo Spazio (quello sulla terra intendo, non quello siderale) come a qualcosa di strumentale rispetto ad altri beni. Già , perché anche lo Spazio è un bene, anzi, un bene “strategico†il che significa “indispensabile e insostituibileâ€, ed inoltre è un bene “economico†cioè “limitatoâ€. Mi spiego. Pensiamo al tennis e solo strumentalmente a dove parcheggiamo l’auto. Lo stesso dicasi per la farmacia, il nostro ufficio, casa nostra etc.. Pensiamo allo Spazio solo in via strumentale e ce lo contendiamo aspramente, in quanto sempre più raro e limitato, appunto.
Ed è questo l’angolo visuale da modificare. Infatti dobbiamo pensare e gestire lo Spazio in modo originario, di per sé, indipendentemente dalle esigenze dei singoli che lo reclamano per sé, ma non per gli altri (questo è il punto!). Mi spiego. la nostra società è densa, di tutto. Tanto, troppo densa. Di persone, cose, case, auto … la densità genera a cascata ansia, paura, chiusura in se stessi. Ognuno reclama il suo orticello di spazio (noterete che questa volta l’ho scritto con la “s†minuscola). Ognuno si organizza e recinta il “suo†spazio riservato. Ognuno è contento per la disponibilità potenziale di spazio che si è conquistata, ma il sistema, nel complesso, collassa, perchè un sempre maggior numero di “altri” resta comunque eslcuso dalla sua fruizione. Gestione unica, quindi.
In una città , se ognuno si riservasse il posto auto sotto casa e sotto il proprio ufficio, ne sottrarrebbe almeno uno all’uso pubblico, In Spagna sono arrivati, al contrario, ad organizzare la messa a disposizione degli impiegati degli uffici di un certo palazzo i posti auto liberati durante di giorno in quello stesso palazzo dai cittadini ivi residenti, i quali appunto, a loro volta, li liberano per recarsi nei loro uffici situati altrove. Gestione elastica, quindi.
Terzo aspetto. Per gestire elasticamente un sistema, occorre una gestione automatata e centralizzata. Un esempio? Brescia (oltre 450.000 utenti fra residenti, abitanti del circondario e pendolari)  dispone di circa 20.000 posti auto suddivisi in diverse strutture cittadine e li gestisce con un unico centro di controllo, 24 ore su 24, utilizzando solo cinque operatori che si alternano alla consolle. L’utente dispone di un’unica tessera per accedere alle varie strutture, sia pure a tariffa differenziata. In Trentino, quante strutture di parcheggio abbiamo? Quanti centri di controllo separati e settoriali? Quanto personale impieghiamo?  Quante diverse tessere di accesso abbiamo? Gestione automatata e accentrata, quindi.Concludo con una proposta. E’ possibile dotare il Trentino di un’unica centrale di tele gestione e tele controllo di tutte le strutture e le aree di parcheggio e sosta, pubbliche e private e di un’unica tessera di accesso al circuito, utilizzabile su tutto il territorio provinciale, ferma restando la possibilità , per ogni gestore, di stabilire orari e tariffe e di incassare quanto a lui dovuto. E’ stato fatto per l’utilizzo degli impianti sciistici, in Trentino e in Alto Adige. E allora, qual è il problema?
Cosa ci guadagneremmo a fare ciò? Migliore e più razionale utilizzo dello spazio; riduzione del traffico alla ricerca del parcheggio; più rapida canalizzazione del traffico da e verso le aree di sosta e parcheggio; forte riduzione dei costi gestionali; migliore immagine del territorio fornita ai turisti; maggiore comodità di utilizzo del servizio per residenti e turisti; maggior grado si sicurezza per tutti; migliore e più tempestiva capacità di intervento per ogni occorrenza (emergenze, guasti); più economico ed efficiente servizio di reperibilità notturna. Questo significa dare centralità al problema della gestione dello Spazio. Domando: non potrebbe essere obiettivo delle Comunità di Valle, quello di trovare un simile accordo?