IL MONDO DEL DOPO VIRUS
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Maggio, 2020 @ 5:55 amDetto altrimenti: cosa vuol dire “niente sarà più come prima”? (post 3918)
Il Covid 19 e il vaccino oppure il Covid19 è il vaccino? Il virus stesso è stato un vaccino, una “nemmeno tanto piccola” dose di malattia iniettata nelle vene del nostro organismo economico e sociale per generare gli anticorpi necessari a impedire il peggiore esito della malattia, la quale è una alterazione che può condurre a tre diverse soluzioni alternative: la guarigione, l’invalidità, la morte. E infatti delle singole persone colpite dal Covid19 alcune sono guarite, altre sono rimaste invalide, altre sono morte. Lo stesso può accadere alle società umane.
(Perdonerete qualche piccolo personale ricordo nostalgico foto-automobilistico!)
“Non sarà più?” Ma già oggi, non è più come prima! Un semplice dato: in Italia calano produzione, fatturato consumi; aumenta il risparmio bancario degli Italiani. Eravamo stati abituati a consumare sempre di più. Il Covid19 ha mostrato i limiti di un capitalismo mirato alla continua crescita e ad un continuo consumo delle risorse del pianeta. Partiamo dall’inizio: ricordate la fase della motorizzazione di massa? Prendiamo le piccole Fiat: 500, 600, 750, 850, 1000, 1100, 1221,1300, 1500 etc. (in grassetto le cilindrate che abbiamo avuto nella mia famiglia d’origine).
Prima dell’avvio della rivoluzione “ibrida” eravamo arrivati a definire inquinante una vecchia Fiat 500 (ormai amatissima auto storica, un ricordo penalizzato in quanto Euro 0) e non un moderno SUV con cilindrata 5000! Non che io stia girando intorno al problema per auspicare il ritorno all’altra grande “ideologia economica”, il comunismo! Ci mancherebbe altro, in dialetto trentino si dice che saria pezo ‘l tacon del bus, sarebbe peggio la toppa del buco che si vuole riparare! Semplicemente che questa “modalità” di capitalismo va manutenzionata. Provo a indicare alcuni interventi:
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- la ricchezza prodotta va distribuita in modo diverso: a parte ogni considerazione di carattere morale, l’enorme continuo arricchimento dei pochi soliti noti penalizza miliardi di consumatori sempre più poveri che non potranno più essere consumatori.
- Le risorse naturali del pianeta sono al lumicino: già a metà anno abbiamo consumato quelle rinnovabili e iniziamo a consumare quelle non rinnovabili: quo usque tandem? Fino a quando insomma?
- Il sistema fiscale va “riscalettato”. C’è chi vorrebbe una flat tax uguale per tutti o quasi, e chi – come me – si chiede come mai in Italia l’aliquota massima sia del 48% e in Svezia del 70%.
- Il ridimensionamento della produzione, l’avvento della tecnologia robotica e web sta creando disoccupazione. Occorre quindi dedicare maggiore risorse allo stato sociale, alle assicurazioni anti disoccupazione, alla previdenza.
- Occorre intervenire sui cosiddetti “diritti acquisiti” al top della gamma, siano essi super retribuzioni/pensioni, o superbilanci separati di alcuni settori, finanziati a priori e a prescindere. Dopo di che si potrà/dovrà intervenire con un ridimensionamento anche delle fasce medio basse.
- Occorre rivedere l’ordine delle priorità, ad esempio: se proprio non si vuole rinunciare alla militarizzazione, rafforziamo le forze armate di terra rispetto a quelle aeree (i costosissimi cacciabombardieri F35 … ce li possiamo ancora permettere?).
- La pace sociale (ovvero: le non-rivoluzioni di piazza) potrà essere mantenuta se il complesso degli interventi sarà idoneo e coerente rispetto allo scopo e se sarà reso comprensibile alla massa della popolazione, alla quale si dovrà fornire la possibilità di avere la visione d’insieme di ciò che si sta facendo a del dove si vuole andare e non più l’innumerevole serie di singoli interventi e di decisioni separate.
- Non basterà più indicare la mission, cioè lo scopo di una decisione, ma si dovrà spiegare il perché si vuole perseguire quell’obiettivo.
Altrimenti cosa accadrà? Il futuro è in grembo a Giove, dicevano gli antichi Greci …
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