SOGNO DI UNA MATTINA DI FINE ESTATE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Settembre, 2012 @ 6:00 amDetto altrimenti: sul Lago di Garda, a vela …
Fine estate. Mattina presto. Riva del Garda. Aria frizzante. Una felpa addosso. La sera prima ha piovuto. Cielo limpido. Silenzio. Oro sulle cime dei monti. In bicicletta. Al porto della Fraglia Vela Riva. Il vapore acqueo della cartiera corre veloce verso sud. Vento. Vento da nord. Bici legata ad un fanale, sul molo. Salgo sul Fun. Dondola. Sono solo? No. Tutto mi fa compagnia: i colori, il silenzio, i profumi, il volo di gabbiani, i raggi si sole, le nuvole bianche, l’azzurro del cielo, il verde dei monti. Qualcuno dorme in qualche barca. Silenzio! Dico alle vele che scrocchiano mentre le isso. Motore spento. Dondolo la barca. Il rollìo agisce sulla deriva che diventa una sorta di remo.
Esco dal porto. Regolo le vele. “Balinotto†in arrivo, Vento fresco che scende dal Passo del Ballino. Due nodi. Verso la foce del fiume Sarca con il Vento al traverso. Tre nodi. Il Vento “Sarcaâ€, appunto, si sveglia. Entro nel letto del Vento. Randa piena e fiocco. Al lasco. Quattro nodi. Rotta sud est verso le rocce degli scalatori. Capo Tempesta. Abbatto: rotta a sud ovest verso Limone. Il Vento aumenta. L’onda ed i nodi anche. Sono ormai cinque. Se orzo accelero. Orzo. Accelero. Indosso la cerata. Giro la barca, di bolina, per ubriacarmi di Vento. Poi, sazio,  riprendo la rotta, verso sud. Sono a sud Limone. Abbatto: rotta sud est verso Baia di Sogno, subito dopo Malcesine. Vento a venticinque nodi, barca a sei. Se orzo si plana. Orzo. Si plana. A otto nodi.
Ho vestito il Fun da “traversataâ€: serbatoio della benzina grande, parabordi, secchio e cime d’ormeggio a poppa, appese in bella vista. Entro in Baia di Sogno. Ormeggio … di sogno.
Profumo di sale, rocce di Sardegna, i miei Caraibi.
Togliersi l’orologio dal polso, spegnere telefonino, GPS e la radio. Lasciarsi andare nel mare per giorni, senza fare il punto, seguendo il vento, tracciare la rotta a memoria.
Cercar di capire come Ulisse facesse a capire.
E allora in Toscana, e poi l’Elba e poi via, Campoloro e poi via, via verso Sud.
Acqua, di giorno. Vermentino la sera. Prima del sonno, mezzo bicchiere di Cannonau.
Il ricordo migliore…, al largo della Corsica, rotta 180 gradi, maestrale, al lasco, onda formata, il Fun plana a sei nodi, solita randa piena e fiocco. Rotta verso alcune isole lontane, Arcipelago della Maddalena…, perchè strambare, perchè dirigere verso Pinarella? Perchè andare a terra?
Perchè gli amici ti aspettano, al campeggio, hai promesso.
Peccato, peccato. Mai più sarà così bello. Mai più.
E la notte di San Lorenzo a contare le stelle cadenti in una baia esposta al maestrale.
Gli spazi sarebbero piccoli, le rotte brevi, poche le scoperte del nuovo.
Ma con la barca piccola, un fun, appunto, gli spazi diventano grandi, le rotte lunghe, molti i mari da scoprire.
E poi, partire alle quattro del mattino, col buio: un’altra dimensione, un altro mondo, un viaggio…, appunto, … di sogno.
Mi sveglio.
Riparto da Baia di Sogno, questa volta verso Nord, verso Riva del Garda, con l’Ora, di poppa.
Riccardo, classe 1944
Fun “Whisper” Ita 526, sette metri, classe 1990
Riva del Garda, fine estate 2012