PARITA’ DI GENERE? QUANDO MAI?!
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Maggio, 2020 @ 12:50 pmDetto altrimenti: un giorno un’amica mi disse … (post 3899)
Un’amica aveva vinto un congresso ed era diventata segretaria del nostro partito, uno del Centro Sinistra Autonomista del Trentino. Nello stesso periodo aveva promosso la creazione di un’Associazione, Restart Trentino, alla cui presidenza mi sta volendo per il secondo triennio consecutivo. Un giorno mi disse: “Occupiamoci anche noi della parità di genere che ne dici?” Più che d’accordo, risposi. Ed organizzammo alcuni eventi per contribuire al superamento di un pregiudizio, quello del genere maschile contro il genere femminile.
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Restart si è occupata di pre-politica cioè di temi non “politici” ma ora questi temi sono diventati Politici (la “P” maiuscola non è utilizzata a caso!) nel senso che devono essere materia “viva” della Politica (la “P” maiuscola …) ovvero di un quid che interessa tutta la Polis cioè l’intero “mondo” dei cittadini, ove per “mondo” si intende l’ “insieme delle relazioni umane”.
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Disparità di genere. Il pregiudizio è un atteggiamento determinato da ignoranza, interesse o paura. Normalmente è diretto da un gruppo numericamente superiore contro un gruppo numericamente inferiore. Quello contro le Donne opera al contrario: ad essere discriminato è un gruppo maggioritario da un gruppo minoritario. Norberto Bobbio, in un libro che mi piace definire “uno dei miei vangeli laici” (“Elogio della mitezza ed altri scritti morali”) afferma che il superamento di questo pregiudizio sarà la più grande e forse anche l’unica rivoluzione dei nostri tempi.
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Da qualche tempo la mia amica Donatella Conzatti è anche Senatrice della Repubblica. Il 13 maggio scorso in Senato Donatella è stata la prima firmataria e presentatrice di una mozione a favore della parità di genere. I signori maschi si sono ben guardati dal far mancare il proprio voto (e ci sarebbe mancata anche questa! La mozione è stata approvata a larghissima maggioranza) ma nessun maschietto è intervenuto, qualcuno è anche uscito dall’aula. Perché? Si ritiene di non intervenire su una proposta mirata semplicemente ad attuare un capitolo importante della nostra Costituzione? Perché, ci domandiamo in tanti. Qualcuno dice: per autodifesa delle proprie posizioni “maschili”. Può essere, motivo che spiega il fatto ma non lo giustifica sul piano del diritto, della morale, della costituzione, del dovere di lavorare anche su questi temi, visto che quei parlamentari sono pagati per lavorare su tutti i temi, anche su questo. La Donna del dopo Covid19: signori maschilisti-di-fatto, vi siete chiesti da chi siamo nati? Chi ha individuato il virus? Chi ha individuato il paziente “uno”? Chi si è sacrificata come medico e come infermiera anche più degli uomini? Chi a casa sta ancora facendo tre lavori; quello esterno; quello di casa; l’insegnante di sostegno? E non aggiungo altro, cioè che fa o deve afre la dolce moglie allegra e disponibile a raccogliere le “nostre” lamentele di com’è difficile il “nostro” lavoro!
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Da “vecchio “ alpino, Sottotenente di Complemento della Brigata Alpina Tridentina (anno 1969) da poco promosso Tenente, chiudo con una frase “nostra”, adattata: “Giù il cappello quando passa una Donna!”
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