IRREDIMIBILI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Maggio, 2020 @ 6:17 am

Detto altrimenti: di persone e cose      (post 3896)

Irredimibile, che non si può redimere, detto di persona irrecuperabile. E tali sono le persone che insistono nell’affermare che i titoli irredimibili emessi da un Ente pubblico per raccogliere denaro siano un debito.

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I titoli irredimibili sono titoli emessi da un Ente pubblico il quale paga all’investitore solo gli interessi in misura superiore al rendimento dei titolio redimibili. Se l’invstitore vuole recuperare il capitale, vende il titolo in borsa. Una serie di irredimibili di 42 mildi di lire fu emessa in Italia nel 1935 al rendimento del 5%, con cedola semestrale ed ebbe un enorme successo. I titoli irredimibili costituiscono una sorta di nuovo swap finanziario: ricevere un conveniente flusso di maggiori interessi concedendo in contropartita di avere un diverso responsabile per il recupero del proprio capitale: la borsa valori in luogo dell’Ente pubblico emittente.
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Ho cominciato a scriverne in molti post dal 28 marzo 2020. Poi ho pubblicaato questo libro …

Il successo degli irredimibili sta nel fatto che ci guadagnano tutti: l’Ente emittente che raccoglie denaro senza indebitarsi, anzi, riducendo il suo debito se li emette in sostituzione volontaria di tranche di titoli redimibili: l’investitore, che percepisce un reddito più elevato senza rischiare di non potere recuperare il proprio capitale. Se poi si aggiunge che gli irredimibili sono emessi per finanziare specifiche opere pubbliche, la loro emissione esalta l’attivazione degli strumenti tipici per i grandi progetti, quali: società di general management; di scopo, miste pubblico private, di project finance.

Ma torniamo al loro nome. Tutto deriva da quel termine che spesso questi titoli di portano dietro “titoli di debito pubblico irredimibili”: quella parola “debito” anche se tale non sono. Poi deriva anche dalla confusione che spesso i non addetti ai lavori fanno fra aspetti patrimoniali, finanziari ed economici. Infatti il debito è qualcosa che si deve estinguere ad una certa data: mancando la data, manca il debito. La realtà è che un Comune che abbia emesso titoli irredimibili, ha sostituito la creazione di un proprio debito con la creazione di un flusso finanziario in uscita. Tutto qui. E allora battezziamoli con un nome appropriato. Ad esempio “Rendita” o “Titoli Rendita”, così chiarezza è fatta una volta per tutte.

I “Rendita” possono essere emessi

  • anche solo da un limitato gruppo di Stati UE (ad esempio, dai più deboli), attraendo in tal modo gli investitori dei paesi più forti non aderenti all’iniziativa;
  • dallo Stato italiano, anche in sostituzione di tranche di redimibili in scadenza (altro che i Patriott Bond di cui alla fine del mio post http://www.trentoblog.it/riccardolucatti/?p=75526!);
  • da Regioni e Province, a copertura finanziaria di fabbisogni finanziari imprevisti. In questo caso, beneficiano di un regime di imposta scontato oltre il 50%.
  • da Comuni, per finanziare opere pubbliche ed affrancarsi in parte dalla dipendenza finanziaria e politica dell’Ente “superiore”. In questo caso beneficiano di un regime di imposta scontato oltre il 50%.

Non mi resta quindi che augurare buoni “Rendita” a tutte e a tutti!

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