L’OSCENITA’ NELLA POLITICA?
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Maggio, 2020 @ 7:21 amDetto altrimenti: regolarizzare 600.000 lavoratori irregolari sarebbe un’oscenità (post 3888)
Oscenità, sostantivo femminile: offensiva e scandalosa ostentazione o eccitazione mediante parole e immagini attinenti all’ambito sessuale di linguaggio o di comportamento.
Ora, anche se ciò sarebbe comunque biasimevole, non è da escludersi che in qualche momento d’ira un politico possa avere perso il controllo ed abbia proferito parole o assunto atteggiamenti osceni indirizzati alla controparte. Tuttavia non è di questo che voglio scrivere, bensì di un fatto diverso e cioè che un politico definisca “oscena” una scelta politica della controparte politica (On. Teresa Bellanova, Italia Viva), quale, ad esempio, quella di regolarizzare i 600.000 lavoratori in nero che operano in Italia.
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Infatti l’uso improprio del termine elude il confronto fra tesi opposte, tesi da verificare reciprocamente sul piano umano, del diritto, della morale, della logica, della valutazione funzionale ed economica per il sistema. L’uso di questo come di altri termini impropri è quindi violenza, in quanto violenta il sistema del dialogo e del confronto democratico sul quale si fonda il nostro sistema sociale, democratico e politico.
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“Le parole sono pietre” scriveva Don Lorenzo Milani ad una professoressa. Quant’è vero, ancora oggi! Parole lanciate a incidere come punte aguzze la superficialità di chi le ascolta; parole che non si preoccupano di descrivere una realtà, bensì di provocare una certa reazione; parole espressione della peggiore retorica; parole strumento della peggiore demagogia, volte a realizzare ciò che si crede che le masse vogliano; parole infine che si pretendono essere espressione populista di quelle stesse masse.
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Ma allora, l’oscenità in politica esiste? Si, certo, e ce lo ricorda lo stesso Dante quando colloca all’inferno la regina Semiramide, la quale libito fe’ licito in sua legge! (Inf. V, 56). Ma questa è un’altra storia.
P. S.: SUPERFICIALITA’? Un mio amico: “Ma allora mandiamoci i nostri disoccupati, quelli che prendono la paghetta, a lavorare nei campi!” Rispondo: “Vai tu a proporre loro di incassare €1,00 a cassetta, cioè €3-4 all’ora per 8-10 ore piegati in due sotto il sole cocente e poi andare a dormire in una baracca di cartoni. Vedrai dove ti mandano …”.
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