IL RINASCIMENTO 2.0 E IL RUOLO DELLE DONNE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Aprile, 2020 @ 2:16 pm

Detto altrimenti: parla una Donna (“Domina”)      post 3878

Inizia

2017 – Donatella Conzatti, ispiratrice dell’Associazione Restart Trentino

La ripartenza non ci basta …
… se non è anche una rinascita che guardi ad un nuovo futuro. Lo stavamo dicendo da un po’ ed ora lo ripetono molti, in queste settimane dominate dall’emergenza sanitaria-economica-sociale Covid-19. Una emergenza che ci ha costretti a fermarci e riflettere. Molti meccanismi e rituali della nostra società sono saltati. La sensazione di essere invincibili ha lasciato il passo all’incertezza e alla sofferenza per la morte di troppe persone. Fatti che ci hanno dimostrato come non ci sia più tempo da perdere. Il futuro è prepotentemente già qui e aspetta solo di essere modellato dalle nuove consapevolezze. Eppure ci sono dei luoghi comuni duri a mutare, preconcetti atavici vecchi almeno quanto le idee di chi ancora li sostiene. E mi riferisco al ruolo delle donne nella ricostruzione e rigenerazione. Dobbiamo costruirlo assieme questo Rinascimento 2.0 che ci renderà più solidi.

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Associazione Restart Trentino

Eppure oggi, sono quasi solo uomini a scegliersi tra loro per generare. Un controsenso di nome e di fatto. Sin dal 1400, quando si gettarono le basi per il primo Rinascimento, le donne ebbero davvero un ruolo centrale per la generazione di futuro. Le donne rinascimentali iniziarono interessarsi di politica, erano sovrane temute e rispettate, donne che aprivano i loro salotti per organizzare scambi di idee e di cultura, inaugurando così un aspetto dell’emancipazione femminile reso indimenticabile dalla storia. Anche oggi, il Rinascimento 2.0, dovrebbe rispondere alle esigenze dettate dai tempi e ripartire con il pensiero femminile. Eppure, dopo infinite battaglie per riequilibrare il potere femminile a quello maschile, per bilanciare i ruoli in base alle capacità di ciascuno e per vivere con gli stessi diritti e doveri, il ruolo femminile nella generazione di nuove prospettive è ancora riconosciuto solo formalmente o solo per obbedienza di sufficienza al politically correct.

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Il pregiudizio è un atteggiamento preconcetto fondato su ignoranza e/o interesse e/o paura. In genere è un atteggiamento da parte di un gruppo maggioritario verso un gruppo minoritario. Quello che emargina le Donne è un pregiudizio al contrario, ovvero da parte di un gruppo minoritario verso un gruppo maggioritario. Il superamento di questo pregiudizio sarà la più grande – anzi l’unica – rivoluzione dei nostri tempi (Norberto Bobbio, “Elogio della mitezza” ilSaggiatore, pagg. 98,99).

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Lavoro in prima linea da sempre per far sì che queste battaglie non rimangano fini a se stesse, ho proposto e ottenuto che le quote di genere negli organi di amministrazione e di controllo delle società quotate in borsa salissero verso la parità, da un terzo al 40%, ma la strada verso la vetta dell’apprezzamento reciproco e reale, mi appare ancora disseminata di ostacoli. La vera sfida resta infatti portare il pensiero femminile – e non solo gli esseri di genere femminile – al centro delle organizzazioni sociali ed economiche. Il cambio di paradigma innescato dal Covid-19, dovrebbe rendere questa urgenza evidente: servono nuove priorità.

Una economia umana, sociale, ecologica oltre che altamente competitiva. La rigenerazione deve essere plasmata da chi ne ha attitudine oltre che capacità, liberandoci sia dall’esplicito maschilismo sia dalle implicite reti di potere al maschile che hanno guidato le scelte pre Covid-19. Alcuni storceranno il naso, come fanno aprioristicamente da decenni, pensando che si tratti di pretese. Trattasi invece dell’essenza delle cose. Una realtà evidente, peraltro, se si guarda a quei 7 Paesi guidati da 7 donne leader, che hanno gestito al meglio l’emergenza Covid-19, con meno decessi e con una rinascita già in atto. Il Rinascimento del terzo millennio dipende dalla nostra rapida capacità di sciogliere i lacci perché i tanti cambiamenti storici richiedono una nuova interpretazione, ricca di sentimento e vivacità.

Donatella Conzatti – Capogruppo Italia Viva in Commissione Bilancio del Senato

Il post fìnisce, ma … non finisce qui!

Il discorso (entro i 10 min. assegnati) del Sen. Matteo Renzi oggi in Senato in risposta al discorso del Presidente del Consiglio Conte: Ok l’analisi economica. Ok la gestione fino ad oggi ma oggi occorre mettere al centro la distinzione fra cittadini garantiti (con riserve personali; stipendi, pensioni) e cittadini non garantiti; occorre fare un uso diverso (minore) dei DPCM; il Presidente del Consiglio non può dire che “consente” alcune libertà: è la Costituzione che ce le attribuisce; a nessuno i pieni poteri; occorre dare avvio subito alla ricostruzione del sistema con aperture graduali, studiate, responsabili; no a chiusure/aperture lineari; no al populismo che invita a seguire i sondaggi; no alla non-politica; si a seguire i dati dell’ISTAT. Fine dei 10 min. – Di mio aggiungo: Giuseppe, non ti sei posto il problema dei bambini piccoli; delle mamme che con le scuole chiuse non sanno come fare per andare a lavorare; su come iniziare a gestire l’enorme debito pubblico; sulla revisione delle priorità di spesa. Non dico avere le soluzioni, ma almeno porsi il problema. O no?