UN POST AL SOLE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Aprile, 2020 @ 3:04 pmDetto altrimenti: del Lago di Garda! (post 3848)
Due post fa, una biciclettata “a memoria”. Oggi vi offro una veleggiata nell’Altogarda Trentino, sempre a memoria, visto che causa virus non si può andare di persona.
Riva del Garda. Primavera. Giornata già abbastanza calde. Escursione termica notte-giorno, notevole. Di notte il lago è più caldo, l’aria si alza ed aspira la brezza da nord: noi velisti gardesani la chiamiamo “Vento” che si distingue in Balin o Balinot se scende rispettivamente dal passo del Ballino su Riva del Garda; e “Sarca” se scende lungo la Valle del Sarca su Torbole. Il Sarca ha una potenza doppia del Balin. Balin e Sarca poco più a sud si uniscono a formare il famoso Peler, quello che fa il pelo all’acqua. Poi, man mano che il sole scalda, la terra diventa più calda dell’acque ed ecco che sulla catena del Baldo si formano i nuvoloni bianchi “spia” dell’Ora. Infatti poco dopo si forma da sud la famosa brezza: l’Ora del Garda.
Sono le 07,00. In Fraglia Vela Riva non c’è nessuno. Il mio Fun, una barca da regata di sette metri, mi aspetta. Il Fun, una francesina Formule Un di nome Whisper (bisbiglio, sussurro, tanto è silenziosa nello scivolare sull’acqua!).
Le ho dedicato la poesiola che vedete sotto la foto: qualcuno mi dice che sembra scritta per un’innamorata … e allora? Ebbene sì, ne sono innamorato, non lo nascondo. Ma veniamo a lei: Whisper, anno di nascita 1990; numero velico ITA 526; Lft 7,20 m; dislocamento (peso) in assetto kg 1000; stazza 2,8 Tons (la tonnellata di stazza è una misura di volume!); vele in mq: fiocco (autovirante) 8; randa 16; genoa 16; spinnaker 40; deriva a baionetta al 33% del peso; sartie fisse e volanti; motore fb max 6cv, meglio 2; equipaggio in regata quattro persone; carena planante: con oltre 23 nodi di vento plana come una tavola da surf e “ruggisce” come se avesse il motore! Palmares: 25 campionati sociali Fraglia Vela Riva – Prima al campionato sociale Fraglia del 2004 su 12 regate – Prima di classe alla Regata dei Bravi (in solitaria); Sei traversate anche di notte e anche in solitaria da S. Vincenzo (LI) a Palau e viceversa – Sei Centomiglia – Una Barcolana – Campionati di classe italiano, europeo, mondiale.
Salgo a bordo, libero la randa, armo randa e fiocco. Predispongo due scottine per potere eventualmente bloccare il timone in caso di necessità: infatti sarò solo a bodo, non si può mai sapere! Esco a motore, metto la prua al vento ed isso le vele. Il Balin così sotto costa è debole. Spengo il motore e faccio scivolare Whisper mure a sinistra (con il vento sul lato sinistro delle vele) fino a raggiungere il letto del Sarca. Improvvisamente Whisper accelera, si inclina molto, sull’acqua vedo le increspature scure delle raffiche del vento. Poggio un po’ l’andatura, lasco le vele e punto grosso modo verso il promontorio della palestra di roccia. La velocità è di 5 nodi (9 kmh). Ben prima di arrivare sottocosta, mi preparo alla manovra: non voglio fare un’abbattuta (alias strambata: con gli sci si direbbe cristiana a valle) per evitare che le attrezzature si stressino inutilmente (non sono in regata!). Quindi stringo gradualmente l’andatura, mi metto di bolina e poi viro (“girando a sinistra”, superando la direzione del vento). Mentre viro gestisco le sartie volanti. Lasco le vele, la barca vola via ch è un piacere! In gergo questa manovra si chiama rebechino: sarebbe un po’ come se, sciando in discesa al traversio della pista, arrivati al bordo della pista , faceste un cristiania a monte senza controspinta e disegnaste sulla neve una sorta di asola.
Sartie volanti. Barca da regata. Albero regolabile. Se lo strallo di prua sul quale è inferito il fiocco non arriva in testa d’albero (come nel Fun che è armato e 7/8), in corrispondenza dell’attacco dello strallo sull’albero si dipartono verso poppa due sartie di acciaio: quella al vento, deve essere tesata per tirare indietro l’albero e quindi tesare lo strallo e far sì che il fiocco lavori bene; quella sottovento deve essere lascata per non intralciare l’apertura della randa. Questa manovra deve essere effettuata ad ogni virata e ad ogni abbattuta. Si vira rimanendo di bolina, controvento; si abbatte o stramba rimanendo con il vento alle spalle. In regata tutte le manovre sono eseguite da quattro persone. In uscita in solitario io ce la faccio da solo: certo che la barca non sarebbe competitiva se pretendessi di regatare da solo contro altri Fun con equipaggi al completo.
Subito dopo la virata (ho appena fatto un rebecchiono) lasco le vele e la barca letteralmente vola al gran lasco in direzione della Casa della Trota, sulla costa trentina lato bresciano. La velocità è salita a 6 nodi e la barca inizia a surfare sulle onde. Anche questa volta, ben prima di arrivare sottocosta, altro rebecchino. Ad certo punto mi scappa la pipì. Nessun problema. Metto la barca di bolina (quasi controvento) lasco le vele che in tal modo non lavorano ma fileggiano rumorosamente al vento; fisso il timone con le scottine che avevo preparato e mi sporgo a poppa in piedi, per fare quello che devo fare. All’altezza della vita sono trattenuto da una scottina orizzontale fissata lateralmente che – data la mia età – per un motivo facilmente intuibile ogni anno devo allungare di qualche cm!
Indi, proseguo così a bordi di lasco fino a ridossarmi dietro Capo Reamol, poco prima di Limone, in prossimità di alcune limonaie. Qui il vento è un po’ meno forte. Ne approfitto per ridurre la superfice della randa. Infatti il mio peso sarebbe insufficiente a controbilanciare di bolina l’abbattimento della barca, in quanto le barche a vela da regata presuppongono che a bordo ci sia il peso mobile dell’equipaggio ed io sono solo; indosso una giacca cerata contro gli spruzzi dai quali sarò innaffiato, ed inizio la bolina, cioè inizio a risalire il vento verso Riva del Garda.
Una risalita a vela di bolina è un po’ come salire su una montagna su sentieri zizzaganti. Se il sentiero è molto ripido, si percorre meno strada ma si è più lenti. Al contrario se il sentiero sale con tratti meno ripidi, si percorre più strada e si è più veloci. Come conviene comportarsi? Se si dispone di un apparecchio VMG – Velocity Made Good è lui che ti dirà quanto stringere il vento per ottimizzare l’avvicinamento alla boa di bolina. Sul Fun questo apparecchio è vietato per ragioni di regolamento di classe. In ogni modo, poiché non sono in regata, prediligo un “sentiero di risalita” meno ripido: la barca è più veloce, ha più forza nel tagliare le onde: insomma, è più divertente. E mi bagno di meno!
Man mano che procedo verso nord il Vento diminuisce fino quasi a cessare: ne approfitto per rientrare nel porto della Fraglia ed ormeggiare prima che si alzi l’Ora: infatti la manovra più difficile in assoluto in un’ uscita del genere – non lo direste! – è la seguente: quando la barca è ormeggiata in porto al rientro e si sia già levata l’Ora, arrotolare da soli la randa sul boma e coprirla con il copriranda!
Vi è piaciuta la veleggiata? La prossima volta volete venire con me? Imbarcati sin d’ora!
Il prossimo post? Dopo una pedalata ed una veleggiata “a memoria”, vi proporrò una sciata “a memoria”!
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