UNA PEDALATA “A MEMORIA”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Aprile, 2020 @ 8:06 am

Detto altrimenti: c’è il virus? ma con il pensiero si può!      (post 3846)

Amici ciclopedalatori di FIAB – Federazione Amici della Bicicletta, Trento, eccomi a voi! Ve l’avevo promesso questo post a pedali che però – stante il coprifuoco da virus – è anche necessariamente “a memoria” quindi perdonerete se i km, i tempi ed i dislivelli non coincideranno alla perfezione! Io comunque io speriamo che me la cavo …

Pedalare necesse est!

Inizia

Agosto. Sono a Riva del Garda. Tempo stabile al bello. Mi alzo presto, come al solito, senza bisogno della sveglia che noi “bonorivi” (mattinieri) ne facciamo a meno. Il solito problemaccio: che giro farò oggi con la bicicletta? Già, perché da questa decisione dipende il tipo di bici che utilizzerò. Mi spiego: siccome che (bellissima espressione dialettale trentina!) da quando sono un V.I.P – Vecchietto In Pensione mi è venuta una bronchitina cronica, per le salite impegnative devo usare la e-bike; per le salite normali posso ancora utilizzare la mountain bike “muscolare” e per le pedalate pianeggianti, la bici da strada (da corsa). Oltre a ciò, devo considerare il regime dei venti, perché qui nella “Busa” del Garda il loro andamento deve essere ben conosciuto non solo dai velisti, ma anche dai ciclisti, ed io che sono un ciclovelista nel senso che pratico entrambi gli sport ne so qualcosa! Un esempio? La mattina presto potreste dirigervi verso sud, lungo la sponda veronese del Garda, con il Vento (così noi Gardesani chiamiamo la tramontana) in poppa: verso Capo Tempesta scendete lungo la splendida ciclopedonale ad un metro dall’acqua. Dopo una quarantina di km vi fermate per un tuffo ed un piatto di spaghetti e ritornate verso nord con l’Ora del Garda in poppa!

Verso Malcesine

Ma veniamo all’oggi: ho deciso, sarà una giornata “in salita”, quindi prendo la e-bike, una mountain bike con motore Bosh e batteria da 400. Sono le 07,00. Per non farmi mancare nulla, percorro il lungolago per 3 km da Riva fino al fiume Sarca senza aiuto elettrico. Indi giro a nord e sempre su pista ciclabile raggiungo Arco che supero agevolmente grazie al nuovo raccordo ciclabile. Tutta pianura, pochissimi ciclisti, qualche maratoneta in allenamento. In questi 5  km utilizzo il primo livello di aiuto elettrico denominato “eco”: infatti la bici pesa 25 kg ed ho un forte vento contrario. Subito a nord di Arco, la rotonda dalla quale si diparte alla mia destra la circonvallazione della città. La supero verso nord (verso Trento) e dopo 100 metri volto a destra in leggera salita per 250 metri in Via Angelo Maino in direzione Massone, che però non raggiungo perché ben prima volto a sinistra e attraverso la bellissima miniatura della frazione S. Martino. Dopo 200 metri … è finita la vacanza, amici: si volta a destra in salita (15-20%!), si lascia sulla destra il minuscolo bivio per la chiesetta di S. Martino e via, salir sempre salir si arriva alla Falesia Policromuro, un’affascinante palestra di roccia. La strada è asfaltata, stretta, percorsa da rarissime auto (quelle degli abitanti delle altrettanto rarissime case che si trovano lungo il percorso). La pendenza è da omeni veri (15-18%) ma per fortuna ho l’aiuto elettrico che mi concedo al secondo-terzo livello (tour – sport: evito di utilizzare l’ultimo, il turbo).

Salendo …

Raggiungo un posto da favola, il Bosco Caproni che attraverso sotto le arcate di splendide querce e castagni. Qui un bivio: a sinistra conduce direttamente alla frazioncina di  Braile e quindi a scollinare verso Drena; a destra con un dislivello maggiore conduce alla Località Troiana. E siccome che oggi non voglio farmi mancare nulla, prendo a destra. La pendenza è un po’ meno dura, siamo al 10-12 %. Dopo alcuni km raggiungo Troiana, una radura sulla destra con un paio di case. Breve sosta.

La discesa su Braile

Indi riparto: la salita è di nuovo impegnativa, il fondo di pietre sconnesse, con alcuni stretti e ripidi tornanti finalmente scavalco ed inizio con cautela una discesa su sterrato sassoso e ghiaioso di 3 km che mi conduce a Braile, una deliziosa franzioncina che i pochissimi turisti (tedeschi!) raggiungono in auto da nord (da Drena).  

Braile

Da qui, in discesa, supero il bivio in arrivo da sinistra (ovvero, la strada che avrei percorso se al Bosco Caproni avessi preso a sinistra) e per ripidi tonanti asfaltati, plano sul paese di Drena, con il suo bel castello.

Castel Drena

Sosta per foto, indi a destra sulla SP, si sale (pendenza 3-4%) per 3 km superando piccole deviazioni a destra che conducono ad incantevoli agritur, sino a scollinare in località Vigo Cavedine. Da qui la strada scende ma io invece di seguire la SP, prendo una strada minore, parallela, sulla sinistra, che attraversa la frazione di Brusino e mi conduce al paese di Cavedine. Lo attraverso in salita aggirando la chiesa che mi lascio a destra e dopo uno strappo di poco meno di un km (12%) scollino e mi affaccio sulla Valle del Lago di Cavedine.

Lo scollinamento verso la valle di Cavedine e il suo bel lago

La strada è stretta, teoricamente carrozzabile ma solo dai pochi frontalieri, asfaltata ma … fare attenzione alle buche! Ve ne sono due (strade! Le buche sono molte di più!): una che punta a sud ed una a nord, più lunga. Prendo quest’ultima. Sotto di me la valle e il Lago di Cavedine, una meraviglia! Arrivo al Lago, al bar ristoro Wind Valley dell’amico Andrea Danielli. Qui una sosta “vera” con tanto di brioche, succo di frutta e “sosta idraulica”.

Il lago di Cavedine

Riparto ma … per dove? Ho sempre la possibilità di scegliere: costeggio il lago verso sud, scavalco le Marocche e plano di Dro, oppure …? Scelgo oppure, cioè pedalo verso nord per 2 km costeggiando l’immissario del lago, mi innesto a sinistra sulla pista ciclabile che mi conduce al bivio per Pietramurata, mi tengo a sinistra e sempre per ciclabile raggiungo la centrale Fies e Dro. Sono a 17 km da Riva. Ormai è fatta. Dro-Arco-Riva quasi interamente per piste ciclabili ormai abbastanza frequentate e con l’Ora contraria. Mi faccio aiutare al motore (livello eco) e alla fine avrò consumato il 75% della carica ella batteria.

Quanti km percorsi? 60. Quanto dislivello superato? Quante ore impiegate? Quanto soste effettuate? Quante foto scattate? Ecchè, non vi pare di chiedere troppo ad un ciclista “a memoria”? Dai che per oggi, dalla sedia qui, di fronte al mio computer, può bastare, non vi pare? Cosa? Piacerebbe anche a voi fare questo giro? Ok, vi ci porterò appena finirà il coprifuoco ma, occhio raga: o siete molto molto allenati per salite dure oppure venite con una e-bike!

Good FIAB, good bike & e-bike everybody!

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