In successione: 1) B-Bond; 2) BI-Bond Irredimibili; 3) EBI-EuroBond Irrerimibili; 4) EBI F- … emessi dai paesi Favorevoli (ma … sottoscrivibili da tutti!)
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Aprile, 2020 @ 5:27 pmDetto altrimenti: un LP-Long Post, prodotto in successione, frutto dell’intelligenza, della fantasia, della creatività collettiva e dell’ amicizia fra tre persone! (post 3836)
1 – In coda al post del 2013 io stesso proponevo i Monti Bond irredimibili per risolvere la crisi dell’ILVA:
http://www.trentoblog.it/riccardolucatti/?p=13355
2 – Il mio amico Gianluigi De Marchi demarketing2008@libero.it ha recentemente proposto
http://www.trentoblog.it/riccardolucatti/?p=72538 di riattivare le emissioni di titoli di debito pubblico italiani del tipo irredimibile.
3 – Io stesso ho aggiunto ora che potrebbero essere emessi anche Eurobond irredimibili. Si veda il post http://www.trentoblog.it/riccardolucatti/?p=72538 .
4 – Adesso Gianluigi De Marchi e il suo amico Francesco Femia rilanciano e propongono che gli Eurobond irredimibili europei siano emessi (solo) da tutti i paesi favorevoli ai bond europei, con la facile prospettiva di vederli sottoscritti anche dalla finanza dei paesi cosiddetti “forti” che gli Eurobond non vogliono co-emetterli. Ecco il loro messaggio:
Contributo di Gianluigi De Marchi – Inizia:
Il mondo finanziario sta reagendo alla grave crisi economica generata dalla pandemia in maniera “tradizionale”, inondando i mercati di liquidità ed attuando politiche di ampliamento del debito pubblico. Eppure mai come in questo periodo è pericoloso creare nuovo debito che andrà a pesare sulle spalle delle nuove generazioni, zavorrandole di un peso che sarà insostenibile se non si verificasse (fatto altamente improbabile) un boom economico di straordinaria portata.
Sarebbe molto meglio studiare una forma alternativa (che non è certo di “finanza creativa” essendo già stata sperimentata con successo un secolo fa) di raccolta di capitali da destinare al sostegno ed al rilancio dell’attività produttiva. Intendo riferirmi all’emissione di un prestito irredimibile (cioè senza obbligo di rimborso), che paghi ai possessori una rendita perpetua ad un tasso “incentivante” (oggi potrebbe essere un 3% annuo). Il titolo, denominato “Rendita”, è un tipo particolare di obbligazioni, che attribuisce al possessore solo il pagamento degli interessi e non anche la restituzione del capitale. Ne ho già recentemente accennato, illustrandone i vantaggi sia per lo Stato che per i risparmiatori-investitori.
Gli interventi finora messi in campo sono tutti rigorosamente nazionali, ognuno pensa al suo orticello, senza una strategia comune che invece, in un mondo che da anni predica la globalizzazione, dovrebbe pensare in grande, a livello europeo se non addirittura mondiale. Molti in Europa hanno proposto l’emissione di Eurobond (denominati, sull’onda dell’emotività, “coronabond”), cioè titoli emessi e garantiti dall’intera comunità europea e non da un singolo Stato.
Favorevoli a questa soluzione (che tra l’altro sottolineerebbe in maniera visibile ed efficace che l’Europa esiste e non è solo un flatus voci…) sono alcuni Paesi come l’Italia, la Spagna, la Francia, il Portogallo, il Belgio e, negli ultimi giorni, altre 9 nazioni minori); ma i paesi con finanze solide si oppongono ferocemente all’ipotesi, non volendo condividere il debito dei paesi “deboli”.
Gianluigi De Marchi torna in argomento con un’ulteriore contributo.
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Bene, allora mettiamo in campo un po’ di fantasia, e proviamo ad emettere Europabond dei paesi favorevoli, che s’impegnino a sorreggersi mutualmente, dando così maggior solidità all’emissione rispetto a quelle di ognuno di loro. Titoli che potremmo definire, come suggerito dall’amico Francesco Femia (collega da lunga data con il quale ho scritto il saggio storico IL REGNO UNITO D’ITALIA e con il quale io ho affinato questa proposta) con la sigla IEB, cioè “Irredeemable European Bond”.
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Vuoi vedere che anche i risparmiatori e le banche tedesche o olandesi sottoscriverebbero questi titoli? Con l’effetto di indirizzare proprio verso i Paesi “deboli” le loro risorse, beneficiando di un interesse reale elevato anziché accettare interessi negativi corrisposti dai Bund tedeschi…F
Finisce
Che ne dite? Intelligenza collettiva? Viribus unitis? Certo che ora tocca di nuovo a me calare la quinta carta- contributo d’idea sul tappeto verde della nostra discussione. Eccola:
5 – dobbiamo avere la consapevolezza che anche solo progettare questo tipo di emissioni indurrebbe i paesi forti a riflettere: infatti la loro finanza e i loro privati dirotterebbero su di noi i loro depositi e i loro risparmi!
Mi scrive L.G.: “Ma poichè il rendimento sarebbe superiore, allo Stato costerebbero di più.” Rispondo: nel brevissimo periodo si, ma questa curva di crescita degli esborsi finanziari per interessi sarebbe molto ben più che assorbita dalla curva della decrescita dei mancati esborsi finanziari in linea capitale delle emissioni tradizionali che non sarebbero state rinnovate: pertanto, cioè già nel medio termine si avrebbe un notevole risparmio finanziario e quindi anche economico, a parte il fatto che dimuirebbe il rapporto debito-Pil, migliorerebbe il rating, diminuirebbe lo spead, aumenterebbe la liquidità per investimenti produttivi.
Ri-domanda L.G.: “Ma i paesi forti non ci stanno“. Rispondo: non ci stanno a partecipare alla emisisone di questi titoli, ma tutta la loro finanza e i loro cittadini privati correranno ad acquistare questi titoli, per il buon rendimento che garantiscono. Tieni presente che i bond tedeschi hanno rendimento negativo.
L.G. insiste: “Complimenti a tutti voi, l’idea è ottima ma mi sembra utopica”. Rispondo: hai ragione L.G.: infatti un’utopia è un obiettivo semplicemente non ancora raggiunto! E poi, anche il mio tris-tris-tri-avolo conterraneo Capitano di lungo corso a vela, tale Cristoforo Colombo, chi l’avrebbe detto che ..? E invece … E allora sai, anch’io sono un velista, anzi: un regatante! E le sfide mi piacciono.
L.G.: “Scusa amico blogger, ma sono anch’io un velista e allora – da collega a collega – mi permetto di farti ancora un’ulteriore domanda: questa soluzione non va in direzione opposta agli sforzi dell’Italia e della Francia di convincere tutti i paesi a partecipare all’emisisone dei bond?” Rispondo: amico, io velista sì, da 30 anni; ma manager dall’età di 30 anni (ne ho 76) e come tale devo essere pronto a tutte le soluzioni, nessuna esclusa. E anche solo far intravedere la possibilità di questo tipo di bond indurrebbe i paesi forti a riflettere: infatti la loro finanza correrebbe a sottoscriverli, impoverendo i depositi delle loro banche e le sottoscrizioni dei loro bond! Sai che risate che ci faremmo!
E le banche? La liquidità proverrebbe in gran parte dai depositi bancari dei privati che in Italia ammonta se non erro a 2000 mildi di Euro (grazie se qualcuno mi può confermare questo dato!), banche che sarebbero stimolate a non commettere più gli “sbagli” (concessioni di credito improvvide; spericolati investimenti finanziari) che ne hanno portate molte sull’orlo del fallimento; banche che potrebbero esse stesse sottoscrivere questi titoli irredimibili.
Invito sin d’ora Gianluigi De Marchi a scrivere con me un altro post a quattro mani sul tema irredimibili-banche.
Nota del 3 aprile: rilevamento dati statistici sulla giornata del 2 aprile, giorno della pubblicazione di questo post. Ieri è stata una giornata molto “attiva” per il mio post, tenuto conto che non sono collegato ad alcun social network. Infatti ho avuto 83 visitatori di cui il 20% “vecchi” e l’80% “nuovi”, per un totale di 90 sessioni e 188 pagine lette, alla durata media di collegamento di 2 minuti e 36 secondi. I luoghi più significativi di collocazione geografica dei lettori sono stati: Roma (15); Milano (10); Torino (10); USA (1); Spagna (1); Francia (2); Svezia (1). Altri in Italia: Trentino Alto Adige; Bologna; Firenze; Verona; Vivenza; Napoli; Palermo; etc.. Grazie a tutti voi ed in particolare al lettore L. G. che è intervenuto per iscritto da Trento.