CARTELLI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Aprile, 2020 @ 7:33 amDetto altrimenti: ch’ha dda fa’ uno per scrivere nu post co’ ‘sto malamente de virus cha nun s’esce di casa! (post 3834)
Anteprima
Ma per fortuna che c’è … il computer, una ricca dotazione di libri, i telefoni! E sennò ai cheppalle ‘sta clausura! Ma, coraggio, adda passà a nuttata! Sapete come dicono in Sicilia? O bono tempo e o malo tempo non dura tutto o tempo! Dice … ma che … sei napoletano, siciliano, trentino? Un po’ di tutto, raga. Infatti soprattutto per lavoro ho viaggiato molto all’estero e in Italia e sono stato sempre molto interessato alle espressioni figurate del tipo:
- Germania: avere fortuna = Schwein haben (avere maiale! Noi diciamo in modo diverso …)
- Inghilterra: dare un’occhiata = to give a butcher (dare un macellaio)
- Iran: seno prosperoso = labagnàt (latteria)
Ma veniamo ai “cartelli”. Ecco il primo in anteprima:
Dice … e i dialetti? Quelle le espressioni dialettali a me mi piacciono molto. Siccome che io sono del 194, e nel dopoguerra l’unico svago a terra erano i film di costume, spesso in dialetto! Svaghi “a terra”? Si, infatti abitavo a Genova e noi ragazzi i quattro mesi d’estate li passavamo al mare, cioè “nel” mare. E mi piace anche lasciarmi andare a certi svarioni della lingua parlata, tipo siccome che come pure a me mi. Non sto inventando nulla, sapete: già nell’antica lingua latina esisteva il sermone, cioè lo scrivi come parli.
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Marco Terenzio Varrone: De sermone Latino, opera pervenuta per frammenti. Descrive il corretto uso della lingua latina, le sue parentele con altre lingue e i suoi contatti con i dialetti italici.
Dice, ma … caro il mio blogger … come pensi tu che tutto ciò possa influire sui tuoi lettori? Io? Io speriamo che me la cavo!
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Fine dell’anteprima. Ora possiamo cominciare
Questa mattina, al risveglio, mi sono detto: che gli racconto oggi? Che poi avrei dovuto scrivere “che racconto loro, oggi” ma vabbè … (v. sopra). Idea! Gli racconto i cartelli, anzi faccio raccontare loro (figo!) dai cartelli, o meglio, dai bicicartelli, quelli che incontri sulla tua strada a pedali, e gli autocartelli, quelli che … sì, avete capito. Che poi ci sarebbero anche i libricartelli, quelli riportati nei libri sugli umarell bolognesi (gli umarell sono i pensionati che per strada controllano i lavori dei cantieri stradali, la corretta posizione delle auto in sosta, il rispetto delle regole condominiali, etc., ma loro meritano un post a parte, vedremo). Cominciamo.
Al prossimo post!
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