GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA, OGGI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Marzo, 2020 @ 1:36 pmDetto altrimenti: cos’è la poesia? (post 3810)
Poesia è anche un brano di prosa, come l’ “Addio monti” nei Promessi Sposi del Manzoni che è tale perché nel leggerlo o nel sentirlo leggere come si deve, fa venire la pelle d’oca come un brano di Mozart. Per converso vi sono brani di prosa scritti con molti a capo, pieni di sentimento quanto volete, ma che proprio poesie non sono. Evvabbè …
Nella poesia spesso manca la rima, è vero, che poi è l’ultima cosa da ricercarvi, che però se c’è ed è messa bene non guasta. Quelle che invece non mancano sono le assonanze, la metrica, le immagini, le metafore, le metonimie, le sinestesie, l’ossimoro, la sineddoche, la cadenza degli accenti, etc. . Cosa sono queste figure? Amiche, amici, scusate, ecchè … mica posso tenere qui un corso di poetica … del resto non ne sarei all’altezza: diciamo che quelle “cose” io le utilizzo “a mia insaputa”! Una mia poesia per oggi? Ok, vi accontentato? Cosa? Ne volete almeno un paio? Evvabbè ….
Whisper (la mia barca a vela)
S’illumina al sole
ti aspetta
la prendi
la porti nel vento
respira il tuo stesso respiro
sussulta
lei freme
sospira.
Whisper, una barca da regata, quando con il vento sopra i 20 nodi (36 kmh) plana come una tavola da surf, ruggisce e vibra come se fosse spinta da un motore. Qualcuno mi ha detto che sembra scritta per un’innamorata …
Bici, perchè’?
Perché
in una chiesetta al Ghisallo
riposa sospesa
antica reliquia a pedali.
Perché
insieme a lei
tu scali la vetta
compagno soltanto a te stesso.
Perché
ti ha insegnato
ad alzare più spesso lo sguardo
a scrutare che cielo farà.
Perché
sempre incontri qualcuno
che non ha timore
di aprire la sua vita al vicino.
Perché
con il vento dei sogni
giocando
ritorni un poco bambino.
Perché
restituisce
ad un uomo affannato
profumi di suoni e colori.
Perché
in salita
ricorda ad ognuno
che volendo e insistendo si può.
E poi, … perché no?
Spero che almeno un pochino vi siano piaciute. Dicevamo … ah! Poesia? Coronavirus? Un mio amico, Giovanni Soncini, ne ha scovata una composta nientepopodimenoche dallo stesso Coronavirus. Eccola:
MEMORY (il lamento del Coronavirus)
Sempre caro mi fu quel tempo bello
quando lieto sbarcai nel Bel Paese
e con facile e rapido saltello
contaminar potea per tutto un mese.
Tutti vicin l’un l’altro a disputare
sul pallon, sul Salvin, su altre imprese
di tutto il partiton parlamentare
e la progenie mia allegra e lieta
tutto e tutti potea contaminare.
Or solo, vecchio e stanco e sempre in dieta
il singol pirla invano vo cercando.
Tra le disperse genti, senza meta
il triste tempo mio vo consumando.
Questo di tanta speme oggi mi resta.
Senza lavor, a l’INPS ora dimando
concedermi pension, sia pur modesta.
Gli ha risposto il Poeta:
Salve Soncin pedalator selvaggio
re de la strada re de la foresta
contro lo qual nessuno fa l’ingaggio
perchè tu voli via a l’altro arresta.
Dolc’ è tuo poetar lo riconosco
ch’a legger tuo rimar ognun s’appresta
sdraiato come te vicino a un bosco.
Sorgemi tuttavia dubbio molesto
che ‘tuo poetar sia un poco losco
il che sarebbe inver molto funesto
quand’io t’abbia ripreso e bastonato
sicchè conviene a te fuir ben lesto
poichè chiar’è ad ognun che m’hai copiato!
Al che il pedalator selvaggio risponde
Mio caro Riccardante che m’accusi
d’aver copiato ‘l dolce tuo poetare,
l’allievo tuo in lochi bui e chiusi
t’appresti or col baston a bastonare?
Ma d’ogni al mondo vera conoscenza
sappi o Maestro mio che ‘l suo copiare
è base necessaria di partenza:
che sanza cognoscenza del pregresso
lo progredir è sol vana speranza!
Da te ‘l rimar appresi con successo,
tu a Dante ricopiasti le terzine:
posa dunque ‘l baston ed ogni eccesso
e ‘nsieme proseguiam con nostre rime.
Per chi legge: da anni, le numerose mail che Giovanni ed io ci scambiamo sono redatte in terzine danteshe. Giovanni ne ha pubblicato un primo volumetto (il secondo è in via di formazione):
Che ne dite? Se ne scopre sempre una di nuovo! Buona Giornata Mondiale della Poesia a tutte e a tutti! Ma … cosa? non è finita qui? Infatti eccone una in dialetto lumbard! E’ intitolta “Serada dentar”:
Mo sun chi serada dentar
e camini scià e là
par cercà de tirà sira
e cercà de mia pensà
a la guera silenziusa
che cumbatum tutt i dì
cun la voia de tucas,
de fermas a ciciaarà
e sentì fioo giugà.
A sa sent dumà i usei
e ogni tant buià un qual can
e la gent la via mia a mèsa
sona pu nanca i campan …
Par che tegnan tutt ul fiaa
quasi par mia disturbà.
Ma ga sem amò a stu mund!
Saraa dent in di nost cà
a sem dree dumà a specià
che finisa questa guera
par pudè turnà a fiadà …
aria de nurmalità.
Ora son qui, chiusa in casa e cammino qua e là per cercar di tirar sera e cercare di non pensare alla guerra silenziosa che combattiamo tutti i giorni con la voglia di toccarci, di fermarci a far due chiacchere e sentire i bambini giocare. Si sentono solo gli uccellini e ogni tanto abbaiare qualche cane e la gente non va più a messa non suonano più nemmeno le campane. Pare che tutti trattengano il fiato quasi per non disturbare. Ma noi ci siamo pure al mondo! Chiusi dentro le nostre case stiamo solo aspettando che finisca questa guerra per potere tornare a respirare aria di normalità.
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