VALANGHE E LAVORO IN NERO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Marzo, 2020 @ 7:22 amIl vostro blogger pubblicava questo post il 20 marzo. Il 28 marzo il governo adotta misure contro queta potenziale valanga sociale
Detto altrimenti: guarda un po’ cosa si deve inventare un povero blogger! (post 3806)
Cervinia. Condomìni costruiti in zone dove avrebbe potuto scendere una valanga, ma in “perfetta sicurezza” perché qualcuno ha deliberato che quella “non è zona a rischio valanghe”. Peccato che quella delibera non sia stata inviata nemmeno in c.c. alle valanghe che quindi, qualche anno fa, sono scese “liberamente” bloccando quei condomìni fino al terzo piano. In altra valle, questa volta del Piemonte, che non nomino per ragioni di privacy, vi sono condomini costruiti su pendii ripidi esposti a valanghe. Anche qui una delibera analoga. Per fortuna le valanghe ancora non sono scese: sono ancora troppo occupare a scendere a Cervinia.
Lavoro nero, quello di base, quello pochissimo retribuito, senza contributi e garanzie: da semi schiavi. Per noi esiste: infatti lo combattiamo. Cioè lo combattiamo in quanto ne ammettiamo l’esistenza di fatto: per noi i lavoratori in nero sono VISIBILI. Cerchiamo di modificare questo sistema, di arrestare i caporali etc. Cioè difendiamo le vittime di questa prassi fino a quando costoro quel lavoro ce l’hanno. Ma quando costoro quel pur miserrimo lavoro lo hanno perso, ad esempio per il coronavirus, allora i lavoratori in nero diventano INVISIBILI, smettiamo di occuparcene, cioè non aiutiamo quei “disoccupati in nero” e diciamo: “Ecchè, aiutarli ora vorrebbe dire legittimare quella prassi delittuosa”. Insomma, bastonati e cornuti.
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Il fatto è che le valanghe e questo tipo di lavoro nero esistono nonostante le delibere e le leggi. Dobbiamo tenerne conto. Il mettere la testa sotto la sabbia (struzzologia estiva) o sotto la neve (struzzologia invernale) non va bene.
Dice … ma che c’azzeccano le valanghe con queste masse di persone? Dico: c’azzeccano, c’azzeccano e come! Infatti costoro, privati anche di quella misera paga, diventano una molla sociale, un rischio di azioni o reazioni violente: infatti chi ha le spalle al muro, chi non ha nulla da perdere è disposto a tutto. Praticamente sono come una valanga che ancora non si è staccata dalla cima del monte (Monte dell’Indifferenza, a quota ... 2020!) ma che potrebbe scendere violentemente in un qualsiasi momento.
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