OGGI SEI ANNI FA, UN CARISSIMO AMICO …
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Marzo, 2020 @ 7:42 amDetto altrimenti: … è mancato a tutti noi: Ruggero Polito (post 3803)
Ruggero, classe 1933, S. Mango Piemonte, figlio come me di un Maresciallo dei CC. Era diventato, anzi, si era meritato di essere il Presidente del Tribunale di Rovereto. Trovate molto su di lui qui nei miei post. Ogni anno ne scrivo, ogni anno lo ricordiamo insieme anche per questa via. Conosciuto per caso prima in Fraglia Vela Riva a Riva del Garda e poi a Nago (Ruggero ci disse subito: “Ma diamoci del tu!”) al matrimonio di un comune amico anch’egli scomparso (in un incidente in montagna), Roberto Melini, è diventato una delle Persone che, dopo i miei genitori, hanno contribuito alla mia crescita.
Un’altra Persona è un altro Ruggero, Ruggero Cengo Romano, il mio capo diretto alla STET. Ma questa è un’altra storia.
Crescita? Dice … ma che, lo hai conosciuto che tu eri un ragazzo? No, amici, io avevo già una quarantacinquina d’anni, ma per imparare e crescere (intellettualmente e soprattutto umanamente) c’è sempre tempo. Umanamente e intellettualmente, dicevo.
La vita di Ruggero al di fuori del lavoro? La sua famiglia: la moglie Maria Grazia, le tre figlie Patrizia, Anna Carla, Elisabetta; i cinque nipoti, i generi in primis. I suoi Familiari, che non me ne vorranno se in questa sede non approfondisco, per un senso di riservatezza, questo loro rapporto con il marito-papà-nonno-suocero. A stretto giro di ruota, la Musica, gli amici, la convivialità, il suo sorriso per tutti.
La Musica. Ruggero era pianista, violinista (alla tenera età di quasi 80 anni frequentava gli ultimi anni del Conservatorio musicale”!), musicologo, violino nella camerata Musicale di Arco, Presidente per quasi mezzo secolo dell’Associazione Amici della Musica in Riva del Garda,città nella quale era stato pretore e dove abitava, associazione oggi presieduta dal Prof. Franco Ballardini e nella quale mi volle come tesoriere, posizione che ancora ricopro.
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Un giorno Ruggero era a pranzo in un ristorante di Trento. Il proprietario: “Presidente, ma lo sa che quel cameriere suona il violino?”. Lui lo chiama subito al tavolo, si informa (Ruggero era anche un curiosologo: attento e curioso di tutto). Il ragazzo, uno straniero, studia al Conservatorio di Bolzano e si mantiene facendo il cameriere a Trento. Solo che gli sta scadendo il prestito di un violino ricevuto in premio pro tempore in una certa occasione e non saprà più come studiare. Ruggero lo invita a casa sua a Riva del Garda e gli presta due violini modello Guarneri. Oggi quel ragazzo è un primo violino alla Fenice di Venezia e ogni anno viene a Riva del Garda a suonare al Concerto che la sua Associazione rivana gli dedica.
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Gli amici. Ne aveva molti e per tutti aveva un dono: l’ascolto. Era attento agli Altri, gli Altri che per lui si scrivevano con la “A” maiuscola. Molti gli amici, ma poi vi era una cerchia più ristretta di Amici e noi fra questi (grazie ancora anche di questo, Ruggero!), con i quali si era instaurato un rapporto di vera fratellanza, anzi, con i quali lui aveva fatto sì che si instaurasse questo rapporto. Fra i nostri comuni Amici più intimi: Gianfranco e Rosetta Peterlini, Pietro e Maria Cristina Chiaro.
La convivialità. La sua era una convivialità musicale. La cerchia degli Amici, le frequenti riunioni a casa sua, la Musica che facevamo tutti insieme, strumenti (lui al pianoforte o al violino), noi le voci. Ma anche fuori casa.
Una volta s’era in gita in Toscana con il gruppo Accademia delle Muse di Trento, un circolo culturale privato del quale è Presidente Cristina Endrizzi, in gita nella Toscana “minore” cioè fuori dai circuiti più noti ma per questo ancora più bella. Capitammo (a bella posta) nel paesino del mio babbo, S. Angelo in Colle, frazione di Montalcino, la sera della festa del paese. Sulla piazza, una pianola. Ruggero la guarda, le gira intorno … vede che nessuno si avanza per suonarla, si informa, si siede e inizia a regalarci la sua Musica, con un sorriso che ricorda quello di un bambino che abbia ricevuto un nuovo, bellissimo giocattolo. Ruggero, la gioia di vivere insieme agli altri.
Il sorriso. Il suo viso era radioso, un sorriso illuminante, occhi vivaci, attenti, aperti all’ascolto. Un sorriso che non era venuto meno neanche quando aveva subito ben due incidenti che gli avevano leso una gamba: un investimento frontale da parte di un automobilista “distratto” e uno da parte di un ciclista. Una determinazione a guarire, o quanto meno a superare quel tanto di inevitabile invalidità residua.
Il secondo incidente: ne avemmo notizia una sera ad un concerto ad Arco, quando, dopo avere notato la sua assenza, fu il Direttore dell’Orchestra, il suo carissimo amico Maestro Giorgio Ulivieri ad informare noi del pubblico circa l’incidente subito da Ruggero. Andai trovarlo all’ospedale di Arco dove era ricoverato. La sua porta chiusa, bussai: mi accolse un “Avanti!” forte, baritonale, deciso, come se fosse al suo posto di lavoro alla presidenza del Tribunale. Entrai: due telefoni, il computer sulle ginocchia, il comodino pieno di carte, un sorriso: era al lavoro!
Pochissimi amici, mia moglie Maria Teresa ed io lo potemmo assistere fino all’ultimo, al fianco dei familiari: da ciò si comprende quanto sia stataa e sia grave anche per noi la sua mancanza.
A ragione, o forse più probabilmente a torto, io credo che esistano nella vita persone insostituibili, persone rispetto alle quali vien da chiedersi: “E ora, come faremo senza?” Mi era capitato quando mancarono i miei genitori; quando mancò quel mio capo Ruggero Cengo Romano che ho citato sopra: “E ora, come farà la Stet e come faremo tutti noi senza il dottor Cengo?” Mi è successo la seconda volta con Ruggero Polito. Credo che mi succederà ancora quando dovesse mancare una persona mia amica, Francesca, 86enne, totalmente dedita ad aiutare gli Altri. Ma evidentemente io ho torto: infatti queste Persone per nostra fortuna sono sostituibili da Altre come loro. Persone diverse, ambiti diversi, ma che, tutte, alimentano la nostra umanità anche quando ci hanno lasciato.
Grazie anche di questo, Ruggero!
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