LA TERZA GUERRA MONDIALE – 2
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Marzo, 2020 @ 9:36 amDetto altrimenti: il coronavirus e l’UE (post 3800)
Terza guerra mondiale? “Ma dai, non esagerare!” mi dice taluno. E invece io insisto. Il coronavirus non sta uccisdendo solo persone. Ha demolito tutto: l’economia globalizzata; la nostra presunzione di invincibilità; la nostra fede in una crescita continua; il sistema delle disuguaglianze. E invece un piccolo virus molto democratico ha distrutto tutti questi nostri falsi miti.
Scendendo ai piani inferiori dell’edificio “Ragionamento”, prendiamo un argomento a caso: la mancanza di democrazia e di fondi nella ricerca e nella carriera universitaria ha determinato la fuga dei nostri migliori cervelli “medici”. Oggi siamo costretti ad abilitare alla professione anche i medici non ancora abilitati e richiamiamo in servizio i pensionati. I fondi per l’università sono insufficienti? E’ bastato stabilire il numero chiuso per la facoltà di medicina e i conti (oggi non) sono tornati, rectius il danno è fatto!
La sospensione del turismo, delle industrie, dell’artigianato e di tutte le altre attività produttive e dei servizi sta generando un danno enorme. Rimediamo con aiuti di Stato: molto corretto ma però. Ma però noi sovvenzioniamo il tutto solo con aumento del nostro indebitamento pubblico e quindi spostiamo in avanti il problema. Propongo: non sarebbe il caso di RIVEDERE L’ORDINE DELLE PRIORITA’ DI SPESA E DI INVESTIENTO ed intervenire anche con/sui fondi già stanziati a favore di programmi oggi non più prioritari?
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L’UE si sta muovendo … a scatti: In Francia si va a votare per le “comunali”, qualcun’altro è rimasto fermo (GB, ma che c’importa? Tanto non fa più parte dell’UE)! E invece l’UE avrebbe dovuto muoversi come un sol uomo, anzi, come un solo stato. Dice … insisto: ma la GB? Rispondo: dov’è il problema? Il virus sarà ben informato che non fa più parte dell’UE!
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Dice … dovremo ricostruire i nostri sistemi economici. Io preferisco dire: no, dobbiamo riconvertirli. Approfittiamo di questa tempesta che ha sconquassato le giunture della carena della Nave Europa: portiamola in cantiere per una revisione completa che organizzi non la sua riparazione ma la sua riconversione: se prima era un veliero dal ponte e dal bordo basso, il dritto di prua e poppa verticale, la carena larga e planante, l’albero altissimo e sottile, molto veloce quindi su acque non molto agitate, oggi dobbiamo dotarlo di una profonda chiglia zavorrata, trasformare la sua carena da planante in dislocante, rialzare e rinforzare le murate, ridurre la superficie velica: avremo un veliero più lento ma molto più sicuro, più adatto a navigare nelle tempeste oceaniche. Un veliero nel quale ogni membro dell’equipaggio indistintamente dovrà fare il suo dovere, rispettare tutte le regole imposte dalla tecnica e dal CINPE- Codice Internazionale della Navigazione Politica Europea.
Ma in pratica, cosa mi auguro? Che alla fine di questa guerra ci si dia una mossa per organizzare una Sanità Europea (brevettiamola e vendiamo il brevetto a Trump!) e quindi a ruota un Esercito Europeo, un sistema bancario, finanziario e fiscale europeo, un diritto del lavoro europeo etc. In altre parole. Si arrivi alla creazione di un Sistema Europeo in tutto, salvo poi accorgersi che mancherebbe solo di aggiungere le strisce alla nostra bandiera: avremo infatti dato vita – finalmente – agli Stati Uniti d’Europa, salvo poi litigare se chiamarli all’italiana SUE o alla spagnola/francese EUE. A chiamarla USE- United States of Europe manco a parlarne, perlamoddidddio!
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