LA QUARANTENA DELL’ INTELLIGENZA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Marzo, 2020 @ 9:38 amDetto altrimenti: sconsigliata a tutti (post 3794)
.
Marzo: per me un mese da evitare! L’anno scorso, il 25 del mese, un volo con gli sci e la frattura della testa dell’omero e del trochite. Quest’anno nessuna caduta con gli sci ma per me over 75 sia pure di un solo anno quarantena fisica preventiva anti coronavirus in casa! Ecchediamine! Ha da passà a nottata! … (per mia fortuna ho un balcone che si affaccia sulla Fersena …).
.
.
Ma anche quarantena dell’intelligenza? No, grazie. Per ulteriore mia fortuna gli scaffali pieni di libri letti e da leggere; il mio computer; il mio blog; i miei amici via e-mail, a cominciare da voi care lettrici e stimati lettori: non è poco. Ogni mattina bonora (sono “bonorivo” cioè mattiniero) accendo il computer e guardo quanti lettori ho avuto il giorno precedente: 40 … 50 … questi i numeri. Pochi? Ma no, dai … visto per il 50% sono lettori “nuovi” e considerato che io non faccio parte di nessun social network (ne resto lontano per il timore che una mia adesione mi conduca a destinare troppo tempo alla lettura ed alla risposta ai contatti che si svilupperebbero. Ho il mio blog e ciò mi basta. Ma questa è un’altra storia).
Soprattutto ho molto tempo per pensare. E penso ad una immagine: se ti poni in cima ad un’alta scogliera, del mare hai la massima visione d’insieme e nessuna percezione sensoriale. Man mano che scendi i due tipi di percezione gradualmente si invertono; quando ti immergi nell’acqua hai il massimo della percezione sensoriale e nessuna visione d’insieme. Questa immagine riguarda lo spazio verticale del tuo punto di vista e quello orizzontale della superficie del mare.
.
Ma un ragionamento analogo si può fare anche riguardo al tempo. Infatti noi usualmente viviamo delle percezioni sensoriali del tempo presente, del passato prossimo e del futuro imminente. Facciamo fatica ad inquadrare la nostra vita quanto meno nella Storia (lasciamo perdere la preistoria! Basterebbe la Storia!) e nella prospettiva – almeno – dei nostri figli e nipoti, per limitarci a due generazioni (e sarebbe già tanto così!). In questo senso, Paolo Mieli, “I conti con la Storia – Per capire il nostro tempo”, Rizzoli 2013.
E invece il “mondo” (= insieme di relazioni) e la Terra (= il pianeta) vivono da milioni di anni ma noi, oggi, stiamo mettendo a rischio il futuro di entrambi con azioni di brevissimo periodo. E allora, proviamo a fare uno sforzo di immaginazione, proviamo a salire in cima ad una scogliera “temporale”, ad esaminare il passato molto remoto e a cercare di immaginare e programmare un futuro anche molto più che prossimo. Si tratta di allargare il campo visivo del radar della nostra “intelligenza”, cioè della nostra capacità di “raccogliere dati, di metterli in relazione fra di loro” e di operare di conseguenza alle loro risultanze. In internet gira – fra i tanti – il filmato di una giovane conferenziera (indiana?) che tiene un discorso su questi temi. Io l’ho sbobinato e ve lo trascrivo:
“La natura è una grande sperimentatrice. Come pensate che sperimenti? Fondamentalmente scarta le specie che non supportano l’intero sistema. E sperimenta da milioni di anni. Ha scartato i dinosauri, probabilmente ha scartato anche le tigri dai denti a sciabola, ha scartato il ramapiteco. Ha pure scartato l’uomo di Neanderthal e altre e altre specie che vivevano da 200.000 anni, alcune anche da 10-20 milioni di anni. Questa è solo informazione.
Ma la domanda è: quanto siamo sicuri del successo della nostra specie, del successo di questa specie umana? Siete sicuri che sopravviveremo per sempre? Se dobbiamo sopravvivere per sempre, significa che dobbiamo essere di qualche beneficio per il sistema. Se non fossimo di beneficio all’intero sistema, che cosa farebbe la Natura? Ci scarterebbe. Siamo di beneficio all’intero sistema? Se dovessimo avere un colloquio con il pianeta Terra, cosa pensate che ci risponderebbe? Non sarebbe molto felice di noi. Siamo probabilmente dannosi più del vaiolo che non esiste più. Siamo dannosi, creiamo grandi calamità, siamo crudeli verso questo nostro pianeta. Se osserviamo qualsiasi altra specie notiamo che tutte le altre specie uccidono solo quando vengono minacciate o quando sono molto affamate. Ma noi come specie umana non ci siamo evoluti, uccidiamo non per la nostra sopravvivenza ma per dar prova della nostra superiorità, per provare il nostro dominio sull’intero pianeta e a volte anche solo per piacere.
C’è un gran rumore nel mondo riguardo al Coronavirus. E se fosse il Coronavirus il modo della Natura di eliminare il virus “uomo”? C’è una possibilità molto alta che sia così, giusto? Non siamo di beneficio al sistema. Se non siamo di beneficio al sistema – lo abbiamo visto più volte – la Natura ci scarta. Nella situazione attuale la Cina non è il problema. I Cinesi non sono il problema. Qual è il problema? Il problema è la nostra coscienza. Stiamo vivendo e facendo esperienza della separazione, stiamo vivendo e facendo esperienza pensando di essere separati da tutti. E questa separazione guida la coscienza con le sue ripercussioni. Possiamo vederlo nel mondo con il cancro, i disastri, le calamità naturali o il Coronavirus.
E’ il momento di svegliarsi. Adesso non possiamo continuare a vivere in uno stato di disconnessione dalla nostra coscienza. Più disconnessioni noi creiamo, più caos ci sarà nel mondo intorno a noi. Se state davvero cercando un mondo felice, un mondo colmo di gioia, se vogliamo avere un mondo meraviglioso per i nostri figli e i nostri nipoti, allora la nostra trasformazione deve avvenire qui e adesso. E’ già troppo tardi.”
Che ne pensiamo, tutti noi, di questo avvertimento?
.