LIBERTA’ E GIUSTIZIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Marzo, 2020 @ 9:03 amDetto altrimenti: alla ricerca del loro necessario cvompromesso (post 3785)
Un mio “amico”, il filosofo del diritto Hans Kelsen (1881 – 1993, ebreo cecoslovacco nazionalizzato austriaco, fuggito in USA per sfuggire alle persecuzioni naziste) insegnava che per verificare una tesi occorreva sperimentalmente portarla alle sue estreme conseguenze. Proviamo. Libertà: faccio ciò che mi dice la mia volontà, perseguo i miei obiettivi anche se questa mia etica farà di me un cinico. Giustizia: applico criteri morali inflessibili, anche se questa mia etica farà di me un integralista. Infatti: il liberismo puro ci ha portato alla globalizzazione sfrenata; l’ugualitarismo puro ai disastri del comunismo. E allora?
Dice … ma io ho diritto …! Diritto? Ok, diritto individuale che l’ordinamento giuridico concilia con quello dei tuoi simili ma anche e soprattutto con i diritti, gli obiettivi e le attività pubbliche in tema di vita sociale, ambiente naturale, pace e prospettive per le prossime generazioni. Quindi il tuo diritto alla libertà non è assoluto bensì relativo. Lo stesso dicasi del diritto alla giustizia, che non riguarda solo la giustizia da rendersi “a te”, bensì soprattutto quella che deve garantire un giusto ordine generale.
Last but not least, non si può parlare di diritti (alla libertà, alla giustizia) se non insieme ai doveri. Infatti il tuo diritto a “emergere” dalla sfera dei bisogni fondamentali, subito dopo si evolve verso la realizzazione dell’ulteriore miglioramento del tuo livello di istruzione e della qualità della vita ben oltre il soddisfacimento dei bisogni primari e ciò è indubbiamente un fattore di crescita per l’intero Sistema Paese. Solo che a questo stadio subentra il tuo dovere di sdebitarti nei confronti di questo Sistema, in favore di chi sta percorrendo i primi km di quella stessa strada e soprattutto in favore delle future generazioni.
Non sono infatti rari i casi di nipoti di operai, contadini, emigrati che oggi ricoprono posizioni al top del sistema sociale. Tre generazioni: la prima indigente; la seconda media; la terza al top. E sta a quest’ultima mettere al centro una “Politica di Centro” per la creazione del necessario equilibrio fra la libertà e la giustizia, da offrire quale base di partenza delle prossime generazioni. Questa dinamica del resto è garantita proprio dalla nostra Costituzione, la quale è madre di una democrazia pluralista, nata sulle ceneri di una società prima egemonizzata da una sola classe (sociale e/o politica): una Costituzione-compromesso, dunque, sintesi di diversità e la diversità – si sa – è ricchezza.
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E qui rimando (per l’ennesima volta nei miei post) al capitolo sui compromessi contentuto nel bel libro di Paolo Mieli “I conti con la storia”: capitolo e libro che non mi stancherò mai di invitare a leggere (nello specifico Mieli valorizza ” i compromessi che hanno fatto la Storia”). Buona lettura, dunque!
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