ANTIGONE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Marzo, 2020 @ 4:42 pmDetto altrimenti: per celebrare la Festa della Donna (post 3778)
Perchè questo post?
1 – Perchè in post recenti (da ultimo nel post precedente, n. 3777) ho fatto cenno al rapporto fra i diritti innati dell’uomo, le Costituzioni e le leggi ordinarie: un tema che affascina e che sta alla base di un’eventuale Costituzione degli (auspicabili) Stati Uniti d’Europa.
2 – Perchè sto cercando di celebrare la festa della Donna anche trovando Donne (Dominae) disposte a candidarsi insieme a me alle prossime elezioni comunali di Trento in appoggio al candidato Franco Ianeselli, in una lista che vogliamo sia di pari genere. E ciò per contribuire alla più grande rivoluzione del nostro tempo: la sconfitta del pregiudizio di una minoranza (di uomini) a danno di una maggioranza (di Donne).
3 – Perchè infine ho afferrato al volo un’iniziativa dell’amico Alfonso Masi qui di seguito segnalata.
Venerdì 6 marzo 2020 ore 17,00, Associazione Culturale Rosmini, Via Dordi Trento – “Antigone, una donna forte”, Recital con le voci di Ester D’Amato, Beatrice Ricci, Mimmo Ianelli, Alfonso Masi, Fiorenzo Pojer – Inteventi musicali di Luciano Maino.
La tragedia sofoclea di Antigone ha avuto durante i secoli numerosissime riprese sia in campo musicale (numerose realizzazioni nel Settecento e quelle del Novecento di Arthur Honegger e Carl Orff) sia in quello teatrale (basti ricordare gli allestimenti di Brecht, Anouilh e del Living Theatre): segno evidente dell’attualità del tema che viene proposto, quello del rapporto tra le leggi statali e le “non scritte leggi degli dei” intese come i dettami interiori della coscienza. Nel presente recital la tragedia di Antigone viene presentata in forma di oratorio, senza scene, costumi, movimenti coreografici, per dare risalto soltanto alla parola del coro o dei singoli personaggi, specialmente al contrasto fra Antigone e Creonte che rappresenta il cuore della tragedia: il re che esalta le leggi della città stabilite dagli uomini e Antigone che oppone le leggi divine che non hanno bisogno di essere incise sulla pietra per rimanere indistruttibili ed eterne.
Il significato rivoluzionario della Donna Antigone emerge da quanto ci fa notare Alfonso stesso, in un suo breve appunto sulla Donna nella tragedia greca:
Eschilo, Sette contro Tebe – Degli uomini sono questi gli impegni: sacrificare agli dei e interrogare gli oracoli quando ci si trova a combattere col nemico. A te invece tacere e restare in casa.
Sofocle, Aiace – Donna, alle donne ornamento è il silenzio.
Euripide, Eraclidi – Silenzio ed equilibrio sono per la donna il meglio e restare tranquilla dentro casa.
Euripide, Andromaca – L’assennato che ha moglie non deve lasciarla visitare in casa da donne. Sono loro ad insegnarle il male.
Come si vede, nella tragedia greca le figure femminili appartengono spesso al mondo mostruoso dell’ambiguità e del disordine: Andromaca, moglie e schiava, Cassandra e Agave, le donne possedute; Medea, la strega; Elena, l’incantatrice; Ecuba, la vecchia feroce e selvaggia; Clitennestra, la donna demonio. Sono esseri diabolici che quasi sempre fanno un fine sacrificale. Per contro la figura di Antigone è un unicum e risalta ancora di più se contrapposta alla figura della sorella Ismene. Esemplare a tale proposito è la prima scena della tragedia in cui Antigone svela il suo progetto di seppellire Polinice, al quale si contrappone la remissività di Ismene: “Noi donne non siamo nate per combattere contro gli uomini, e poiché siamo soggette a chi è più forte, dobbiamo rispettare i loro ordini, e anche peggiori di questi… Non c’è senso a fare cose più grandi di noi… Io non sono nata per combattere il volere della città…. Non si può cercare l’impossibile”.
N.B.: al Rosmini andateci per tempo, perchè i recital di Alfonfo fanno il pieno!
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