PAGANELLA NOVITA’

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Gennaio, 2020 @ 8:06 am

Detto altrimenti: la montagna di Trento (insieme al Bondone)    (post 3738)

(Oggi scrivo solo di una parte del comprensorio Paganella. Presto darò spazio anche alle altre piste ed alle altre ottime strutture ricettive)

In 35 minuti da Trento si sale in auto al Bondone, fino a quota 1650 circa, per una ventina di km. Poi con gli impianti sciistici si sale in vetta al monte Bondone fino a 2180 metri.  Lo stesso tempo occorre per arrivare da Trento con una quarantina di km (45 se si prosegue fino ad Andalo) alla seggiovia di Fai della Paganella a quota 1000 metri circa. Poi con gli impianti si sale fino in vetta della Cima Paganella fino a 2125 metri. Trento, le sue due montagne che poi sono quattro, perchè occorre mettere in conto anche le due montagne non sciabili, la Vigolana e il Calisio, come ci ricorda un certo poeta che scriveva in terzine di endecasillabi a rima incatenata … (vedi nota 1)

Venne sera e la luna col suo opale / chiaror d’argento sostituiva il sole / che lento iva all’ingiù per le sue scale / ìdel Bondone a dormir dietro la mole. / E poi ch’alcun momenti ebbimo conti / la luce disparì come far suole. / La notte quinci scese giù da’ monti / con quattro cime che le fean corona /sovra Tridento assieme alli suoi ponti / addormentati al par de la padrona.

SAI (Sua Altezza Imperiale) il Gruppo del Brenta dalla Paganella

Quattro cime, dunque, ma oggi voglio parlarvi di una di esse, la Paganella, la “montagna tuta bela” come recita la canzone-inno dialettale dedicatale. La sua cima, un punto di osservazione unico delle Dolomiti di Brenta e non solo. A saper distinguere infatti, riconoscete anche alcune cime della Val di Non (Le Maddalene ed il Roen, solo per citarne alcune), del Sud Tirolo e le nostre vette trentine più orientali, quali la Vezzana e il Cimon de la Pala.

Laggiù, i laghi di Cavedine e SM-Sua Maestà il Garda!

I laghi, poi: il Garda innanzi tutto ma … quello più piccolo, più a nord del Garda? Molti turisti dicono “Il Lago di Molveno”. E invece è il Lago di Cavedine. Pazienza, mica si può sapere tutto!

La discesa verso Fai della Paganella

Ma veniamo alla Paganella e alle novità delle sue piste da sci. Oggi voglio parlarvi di questo, della sua neve “invernale” e sopratutto delle sue novità sciistiche. Lo so, la quota non è poi così elevata, ma noi abbiamo (scrivo “noi abbiamo” perchè io sono un abituè sciistico di questa località) un perfetto sistema di innevamento programmato che ci salva la situazione in ogni evenienza. L’esposizione delle piste è nord-nord ovest e soprattutto la mattina bonora trovate una qualità della neve ottima, con piste molto ben battute la sera prima dai gatti delle nevi. Già, quelle le piste, la loro preparazione, anche quella conta: viene fatta “a caldo” cioè subito dopo la chiusura degli impianti, quando la neve è ancora (relativamente) calda ed il manto lavorato risulta omogeneo e dolce alla sciata: infatti battere le piste a neve fredda le avrebbe fatto trovare “ruvide” a noi sciatori la mattina successiva.

Con la nipotina, due “bonorivi” in attesa alla segggiovia di Fai

Bonora, ovvero di buon mattino. E noi VIP (VIP: Vecchietti In Pensione; altri dicono Vecchietti In Paganella) siamo mattinieri cioè siamo bonorivi (evviva le espressioni dialettali!) e ci presentiamo ai tornelli di partenza degli impianti di risalita ben prima dell’orario di apertura. Una sorta di gara che qualche volta ci porta ad arrivare … prima degli stessi addetti alla funivia!

Cabinovia di Andalo: quanto manca?

Un addetto agli impianti, ormai un vero amico, ci chiama “i strazza piste” (evviva il dialetto! Che vi avevo detto?) ovvero coloro che imprimono la prima traccia sciistica sul manto ancora vergine delle piste. Bonorivi, dicevo, e siamo premiati soprattutto in dicembre, quando le giornate sono “corte” e l’alba tarda un po’ rispetto all’aurora rododactilos eos, dalle dita rosa. Ora non dico che la prima risalita ci porti in vetta in tempo per vedere queste dita rosa, ma per vedere le Dolomiti del Brenta dipinte di rosa, sì! Poi le giornate si allungano e quando arriviamo in cima il rosa è sparito, ma noi lo abbiamo nel nostro ricordo.

La nuova Pista Rossa

Dice … ma le piste? Le novità delle piste intendiamo, delle piste nuove che ci dici? Eccomi a voi. La novità di quest’anno merita: la nuova pista “rossa” che dalla Selletta (spartiacque fra in versante di Andalo e quello di Fai) scende verso Andalo fino al Dosson, grosso modo 2 km di discesa dai 2000 ai 1500 metri, con pendenza media del 26%, massima del 43%. Scusate se è poco.

Dai, che ci facciamo una “rossa!” …

Ben assistita da un sistema di neve programmata (per ogni evenienza, non si sa mai!), molto larga, rende agevole la sciata anche nei punti più ripidi. Ma non basta: infatti al Dosson potete proseguire sulla destra su un’altra “rossa” fino alla partenza della funivia Paganella 2001 ad Andalo: quasi 1000 metri di dislivello filati filati su circa 3,5 km di pista!

I primi sciatori che salgono dovrebbero “piantare al suolo” gli sci in fondo alla cabina per agevolare l’entrata degli altri

La cabinovia di risalita, poi … uno spettacolo: 10 comodi posti per ogni cabina, noi seduti comodamente e gli sci …in piedi!

La Malga Zambana dal versante della pista “vecchia”. La nuova pista rossa passa proprio dietro quegli alberi

Dalla selletta poi, scendendo per la “vecchia” pista che passa davanti alla Malga Zambana, si arriva alla partenza della vecchia seggiovia biposto (ora rimossa) e da qui, girando a destra, per una dolce e invitante pendenza, ci si ricollega alla tratta finale della nuova pista. Una variante interessante, un piacevole diversivo. Alla Malga siamo ricevuti dall’instacabile sorriso di Mirco ed Erika e dai loro collaboratori Laura, Clara, Agnese, Betty e Filippo.

A sinistra, il bivio per la Zambana

La Malga Zambana. Accolti dal vulcanico gestore Mirco (e gentile consorte). Il “rifugio” naturale per gli sciatori della nuova pista. Ecco, l’unica miglioria ancora da realizzare è il perfezionamento dell’accesso a questa struttura per chi scende lungo la nuova “rossa”. Infatti da questo nuovo lato vi si accede solo per un “sentiero di servizio” non molto largo, assolutamente sufficiente per noi vecchi conoscitori del luogo, ma certamente non invitante per i tanti turisti “da fuori”. E poi occorre sapere che devi prendere una bella rincorsa, perchè il sentiero termina con una salita di una decina di metri che in mancanza di abbrivio costringe ad una inaspettata scalettata. Tutto qui. E che ci vorrà mai per rimediare? La Zambana la merita, questa attenzione, anche perché ha ingrandito e migliorato la “sede distaccata”, il chiosco-bar al bivio presso la partenza della vecchia seggiovia biposto di cui dicevo sopra.

Venga, magari “fuori pista”, a prendere un caffè con me alla Zambana!

Basta, la chiudo qui. E se qualche mia lettrice o mio lettore che ancora non conosce il Carosello Paganella volesse fare una galoppata sciistica sulle sue piste, sarò ben lieto di fare da guida io stesso (riccardo.lucatti@hotmail.it – 335 5487516), con salita e ridiscesa in auto da Trento compresa, tutto gratuitamente manco a dirlo! (Offerta valida solo per i primi due che si prenoteranno). La tessera per le risalite ed il pranzo alla Zambana però … ognuno si paga il suo, non esageriamo!)

Nota 1): Ma no, dai … che non è l’Alighieri! Sono solo io, novello Riccardante Lucattieri, che ho scritto la “Fraglina Commedia” (con riferimento iniziale alla Fraglia Vela Riva di Riva del Garda): dieci canti in terzine dantesche: Inferno, nella “Busa” del Garda; Purgatorio in Val di Non; Paradiso a Trento (PAT-Paradiso Autonomo di Trento). E’ scannerizzata: chi vuole il testo completo di 1500 versi in dieci Canti, mi dia la sua e-mail (riccardo.lucatti@hotmail.it) e lo riceverà (gratuitamente, of course). Offerta valida per tutti.

PMi sono permesso di suggerire alcuni interventi “sciistici” perchè io stesso, 30 anni fa, ero “del mestiere” come presidente delle società trentine di risalita al Passo del Tonale (S.I.R.T. e Grandi Funivie Passo Paradiso) e sul ghiacciaio della Presena, società che poi riunificai e riunii nell’attuale Carosello Tonale che ideai e fondai allo scopo.

Buona Paganella a tutte e a tutti!

RIPRESA (PER PAR CONDICIO)

Malga Lovara (situata alla stazione superiore della seggiovia del campo scuola), ottimo “capolinea” per chi sia salito con le seggiovie di Fai, ottima “stazione di partenza” per chi voglia arrivare a Fai!

Paganella è anche la Malga Lovara. Il nome: “Lovara” da “lov”, lupo in dialetto locale, in quanto tanti anni fa in questa zona si radunavano i lupi. Vi si accede “dal basso” con la telecabina che sale dalla zona Laghett alla zona Prati Gaggia o “dall’alto” sciando sulle piste di questa stessa zona alla quale si accede anche dall’area sciistica di cui al precedente “capitolo Zambana”. Malga Lovara, WC con ascensore (non è poco per chi ha gli scarponi da sci ai piedi!), otttimo ristorante, bar nel quale siete accolti dal sorriso delle due addette, Liana e Lorena, sempre molto gentili: tutto ok insomma, non c’è che dire. E le piste? Bè, iniziamo dall’alto.

In cima alla pista S. Antonio, nonno e nipotina

La pista dela seggiovia S. Antonio, facile, “azzurra”, molto adatta a sciatori tranquilli. Proseguendo verso valle oltre la sua base, si aprono due piste “rosse” bellissime, la “Paganella 2” e la “Lupetto”, alla cui base c’è l’arrivo della citata cabinovia e la Lovara stessa. Neve molto buona e pendenza uniforme ti consentono di prendere un ottimo ritmo.

La pista “Paganella 2”: sciando verso la Malga Lovara con lo sfondo delle Dolomiti del Brenta

La Lovara è anche la Malga del campo scuola che con una breve seggiovia la raggiunge alla sommità della facile pista. E qui, non posso non citare l’ igloo e il mini snow park per bimbi, che si trova al livello del citato campo scuola: il massimo per i più piccini per una sosta al caldo in caso di maltempo o comunque per far giocare i piccoli e far prendere fiato a mamme e papà!

Una delle sorprese per i bimbi che scendono a valle dal Cermis lungo un comodo stradello  nel bosco

Dalla pista azzurra S. Antonio, per arrivare ad Andalo si devono percorrere piste rosse per cui un domani potrebbe essere creata una pista-sentiero di rientro meno scoscesa, che, evitando le piste rosse, raggiungesse la Malga Lovara per condurre facilmente a valle gli sciatori principianti, analoga a quella realizzata a tale scopo che al Cermis (v. foto qui sopra).

PMi sono permesso di suggerire alcuni interventi “sciistici” perchè io stesso, 30 anni fa, ero “del mestiere” come presidente delle società trentine di risalita al Passo del Tonale (S.I.R.T. e Grandi Funivie Passo Paradiso) e sul ghiacciaio della Presena, società che poi riunificai e riunii nell’attuale Carosello Tonale che ideai e fondai allo scopo.

Cambiamo versante e andiamo sul versante di Fai della Paganella, a metà strada fra la Selletta e la località Meriz, all’altezza grosso modo della metà della seconda seggiovia per chi sale da Fai. Lì troviamo il Rifugio Dosso Larici.

“C’è una strada nel bosco …” – Dosso Larici: vi si arriva – sciando – con una piccola deviazione sulla destra della pista.

Lo si raggiunge e lo si lascia sci ai piedi, percorrendo un sentierino in leggerissima pendenza. La foto sopra rende esattamente l’idea di una “casetta nel bosco” da favola per grandi e piccini.

Una sorpresa

Prossimamente vi scriverò delle altre malghe, ristoranti e piste. E se sarò incorso in qualche errore od omissione, “mi corigerete”!

INTERMEZZO: LA NEVE QUEST’ANNO

Il temp, le done e i siori i fa quel che i vol lori, per dire che a tempo, alle donne e ai signori non si comanda. Certo poi che i cambiameenti climatici ci sono, e come! E in Paganella si avvertono anche perchè le quote a disposizione non sono poi così elevate. “Noi” comunque abbiamo a disposizione un ottimo sistema di impianti di neve programmata, per cui sciamo in ogni caso. La neve quest’anno? Eccomi a voi. Noi sciatori “siamo stati caratterizzati” da una poderosa nevicata a fine novembre che ha creato un ottimo zoccolo (anche se che ha un po’ disturbato la fase finale dell’approntamento della nuova pista rossa). Quindi in questi primi due mesi di dicembre 2019-gennaio 2020 abbiamo sciato in mezzo al bianco, su neve ottima soprattutto le prime ore della mattina: farinosa, ben battuta, non ancora segnata da troppi passaggi. Ora, alla fine di gennaio, comincia a farsi sentire lo sbalzo termico notte (sotto zero) – giorno (zero o sopra zero) per cui le piste nelle primissime ore sono un po’ “dure”. Aspettiamo con ansia la rinfrescata di una nuova nevicata.