IL COMUNE (DI TRENTO) CHE VORREI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Gennaio, 2020 @ 8:25 amDetto altrimenti: a poco più di 100 giorni dalle elezioni comunali a Trento (post 3737)
I 100 giorni … no, non quelli di Napoleone bensì i nostri, di noi cittadini del Capoluogo, di noi e soprattutto di voi che nelle passate comunali qui a Trento in ben 30.000 aventi diritto al voto non lo avete esercitato! Ma veniamo al dunque. Si diceva … ah si, “Il Comune che vorrei”. Sapete, 3736 post fa – era il dicembre 2011 – il titolo del mio primo post era stato “Il Trentino che vorrei”, ed allora … allora eccomi qui in chiave comunale.
Io faccio parte di un gruppo “vivo” e vivace dal quale sto cercando di fornire in modo spontaneo e disinteressato il mio apporto personale su temi diversi, quale contributo positivo e costruttivo ad un programma ben più ampio:
Democrazia: che anche a livello comunale sia sempre parlamentare, rappresentativa, non “diretta” da nessuno, bensì libera ed originaria espressione degli organi eletti dal popolo. Quindi rivalutazione del ruolo legislativo del Consiglio Comunale.
Trento Capoluogo: riconquista della consapevolezza di sè. Un Esempio: Università di Medicina a Trento, è assolutamente un problema più cittadino che provinciale anche se i soldi vengono dalla PAT-Provincia Autonoma di Trento. Occorre infatti superare questo equivoco: che la PAT che gestisce i fondi su un gran numero di piccoli comuni, voglia per questo stesso solo motivo sostituirsi alla gestione di un problema della Città Capoluogo. Il Comune reclami nei confronti della PAT ciò che la PAT reclama nei confronti dello Stato, in piena applicazione del principio di sussidiarietà, che afferma: “Non faccia l’organo superiore ciò che può (meglio) fare l’organo inferiore”.
- Mobilità urbana: (affronto solo qualche aspetto).
- Fare rispettare il Codice della strada (anche) rispetto a tre regole oggi sempre violate: limite di velocità, distanza di sicurezza, utilizzo delle rotatorie.
- Piste Ciclabili:
- come a Bolzano, con in più due “autostrade ciclabili di accesso” da sud e da nord (come stanno facendo ad Amsterdam);
- cartellonistica con indicazioni direzionali e con le regole da rispettare;
- Polizia locale in e-bike sulle ciclabili.
- Educazione civica: una puntuale applicazione delle regole del Codice della Strada a mio avviso sarebbe un’ottima palestra per aumentare il livello di educazione civica di tutti noi, in ogni ambito della civile convivenza sociale e politica.
- Tempi della città: affrontare il tema dando centralità al problema e risolverlo avendo presente la necessità di coordinare tutti gli attuali diversi tempi oggi spesso scoordinati di scuole, uffici pubblici, sanità, trasporti, asili, etc..
- Ambiente:
- Si all’inceneritore co-generatore: ad Amsterdam lo hanno collocato in centro e sul tetto hanno realizzato una pista da sci! Cosa si brucia? Solo l’indifferenziato che altrimenti dove va a finire? Esportiamolo, dice taluno. Ma fino a quando troveremo chi ce lo accetta? E poi l’inquinamento atmosferico in tutte le città è dovuto soprattutto al riscaldamento urbano ed alle auto. Quasi nullo o nullo del tutto è quello che deriva dai moderni inceneritori.
- Occorre recuperare alcuni temi degli ambientalisti, depurati delle loro eventuali radicalizzazioni.
- Sicurezza: Forze dell’ordine e Polizia locale: maggiore presenza in strada e minore negli uffici.
- Turismo:
- Trento Città murata: contraddistinguere gli accessi al centro storico con portali e bandiere e valorizzazione di ogni palazzo storico etc.. Trento Museo a cielo aperto;
- Trento città bella e pulita: un concorso-gara fra i cittadini per l’abbellimento delle loro proprietà private;
- Trento Capoluogo di un Trentino Bikeland, promotore del Progetto Provinciale Dislivelli (montani) anche in estate, sul modello Austriaco Tirol Bike Safari; Trento snodo nel quale si raccordano le direttrici piste ciclabili verso N, S, E, O; Trento base dei cicloturisti che vi soggiornano peer periodi settimanali e compiono pedalate “a stella”.
- Lavoro: si può incrementare con l’incremento del turismo.
- Periferie: dare centralità al problema della loro riqualificazione (un assessorato dedicato?).
- Università: la fuga dei cervelli migliori si frena introducendo in UNITN la democrazia vera e la meritocrazia vera a garanzia di una carriera di successo per i migliori (professori e studenti). Non si attraggono i migliori fuoriusciti con qualche promessa di sconto fiscale, o con assemblee che devono discutere e approvare il bilancio, nelle quali la parte alla discussione e alla votazione è ristretta fra le ore 18,00 e le 18,20 (è successo!). Il progetto Università di Medicina deve essere comunale: Il Comune reclami nei confronti della PAT ciò che la PAT reclama nei confronti dello Stato (v. sopra al capitoletto Trento capoluogo).
- Associazionismo: la riforma del terzo settore si è focalizzata sugli aspetti della gestione economico finanziaria e fiscale. Occorre invece verificare anche gli Statuti per vedere se sono realmente democratici. Infatti un associazionismo senza una democrazia reale al suo interno è preda della mala politica. Un campanello di allarme sulla carenza di democrazia è comunque un eventuale basso livello di partecipazione (non di iscritti: di “partecipanti attivi”: cioè, per intendersi, se gli iscritti sono migliaia ma a partecipare sono solo poche decine, un problema c’è).
- Povertà: va riorganizzata la sua gestione, senza respingimenti o leggi e regolamenti che “di fatto” negano l’aiuto necessario. Non basta “fare qualcosa” né “operare al meglio”: occorre fare “tutto” ciò che serve.
- Scuola: deve trasmettere ai giovani non solo la capacità di svolgere i lavori dell’oggi ma anche la conoscenza che li prepari all’apprendimento dei lavori del domani.
- Giovani: occorre creare un gruppo di persone in grado di trasmettere loro (gratuitamente) le proprie esperienze di vita, di lavoro e manageriali.
- Informazione, comunicazione, discussione: sono gli stadi successivi a base di una convivenza civile, laica nel senso di pluralistica.
- Partecipazione: alla politica, alla vita pubblica, all’associazionismo etc.. Occorre recuperare il concetto di Bene Comune come enunciato da Don Lorenzo Guetti: una piazza, una scuola non sono beni comuni, ma solo beni pubblici, collettivi. “Il Bene Comune è quello alla cui realizzazione hanno contribuito tutti, personalmente, sin dall’inizio”.
Infine, concludo con una sottolineatura: occorre “operare per connessioni” :1) fra le proposte della base e i “numeri” del Comune, cioè i dati in possesso dell’amministrazione. 2) fra i numeri che i giovani raccolgono studiando la storia e l’attualità cittadina e l’esperienza vissuta dei meno giovani. E fare ciò tenendo ben presente che i passaggi più importanti di ogni Persona e di ogni società non sono contenuti rispettivamente nel curriculum personale o nei dati dei bilanci cittadini, ma nella “Storia” di ogni Persona e di ogni società.
Direte che le idee ed i progetti sono tanti … forse troppi … e allora? Quando lavoravo da manager responsabile di SpA o di gruppi di SpA dovevo gestire contemporaneamente decine di progetti e aspetti e trovavo spazio e tempo per tutti: basta dare centralità ad ogni progetto, assumersene la relativa responsabilità, far operare l’intelligenza collettiva, decentrare potere e responsabilità. W la buona Politica, una Politica viva per una Trento viva nella quale si viva sempre meglio! Buone elezioni comunali a tutte e a tutti!
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