EMOZIONI MONTANE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Gennaio, 2020 @ 8:11 pm

Detto altrimenti: di ieri e di oggi    (post 3731)

Emozioni montane e lontane, che rivivono. Da ragazzo e poco più, salivo sulle montagne. Poi ho iniziato a scalarle: roccia e ghiaccio. Anche la neve, soprattutto lo scialpinismo, in primavera: base Cesana Torinese (abitavo e lavoravo a Torino) si partiva con il buio per certe stradicciole di avvicinamento nelle valli del Piemonte al confine con la Francia. Il fondo ghiacciato, ogni volta rischiavamo di rovinare a valle, l’auto e noi.  Ci è sempre andata bene. E poi su, con le pelli. Arrivava il sole e alla fine anche la vetta. Una volta con un amico a causa di una di quelle partenze al buio, con tutto quel bianco … siamo saliti sulla montagna “sbagliata” per cui arrivati in vetta ci sembrò che … avessero spostato il Monviso, uno dei nostri punti di riferimento usuali! E invece era il Gran Pic de Rochebrune!

Pareva il Monviso un po’ “spostato” (!) e invece era il Gran Pic de Rochebrune!

Passano gli anni, il lavoro, la famiglia, cambiano le abitudini. E poi anche una bronchitina cronica che quando uno lavora e gli viene una bronchite normale e lui mona non la cura poi se la ritrova cronica così impara, ma questa è un’altra storia. Comunque basta salite, solo discese. Un paio di settimane fa. In Paganella ci sono i campionati europei femminili di sci alpino: gli impianti di risalita entrano in funzione oltre mezz’ora prima dell’orario solito. Siamo nelle giornate più corte dell’anno. Io salgo sulla cabinovia alle 07,40. Arrivati alla stazione a monte, tutti vanno a sinistra, verso la zona degli allenamenti e delle gare. Io mi dirigo a destra, verso la zona S. Antonio-Prati di Gaggia. Sono solo. Anche nelle due seggiovie che devo prendere in successione per raggiungere la sommità della zona sciistica. La raggiungo.

Solo (questa però è stata scattata un altro giorno, dalla Cima Paganella: ma il significato rimane)

E qui l’emozione. Sono solo. Il manto nevoso è intatto, un tappeto bianco perfettamente zigrinato dal gatto delle nevi che lo ha “battuto” alla perfezione. Alzo lo sguardo e vedo rosa: le Dolomiti di Brenta assolutamente rosa! Non mi raggiunge alcun altro sciatore. Ed ecco che mi pare di essere su una di quelle cime che salivo con le pelli di foca, tanti anni fa, in zone non “servite” da alcun impianto di risalita. Ecco l’emozione montana del titolo di queste righe, una magìa difficile da rendere con le parole sia parlate che scritte.

Il Brenta, questa volta “in bianco” (foto dal mio repertorio 2014)

Chissà perché non le ho fotografate. Forse perché non riuscivo a prendere alcuna decisone, a muovermi, quasi che potessi spaventare quell’immagine e che essa si dileguasse come un cervo sorpreso da un turista o da un cacciatore.
Una sensazione “antica”, pari a quella che provai una mattina d’estate quando, uscendo dal rifugio Pedrotti alla Tosa, mi trovai di fronte le Dolomiti imbiancate da una spruzzata di neve che si sarebbe sciolta ai primi raggi di un sole che nasceva, lontano, colorato di arancione!

Dopo pochi minuti gli sci si sono mossi da soli, quasi a dirmi “Dai, scendiamo su questo manto intatto finchè è tale: poi arriverà la gente e non sarà la stessa cosa”. Avete ragione, dico anzi penso, ma prima fatemi salutare le mie montagne rosa, il gruppo centrale del Brenta luogo magico di tante mia scalate giovanili: la Cima Tosa, la Cima Margherita, il Campanile Alto, il “Basso”, la Torre, gli Sfulmini per citarne alcune. Poi via! Si vola su un velluto di neve – o neve di velluto, se preferite – sempre soli noi tre: io e i miei due sci blu cobalto Salomon Race.

MAS-MEMENTO ANDARE SEMPRE (a sciare!)

La mia seconda rialita, arrivano altri sciatori, ancora sono pochi ma non è più come prima. In famiglia mi dicono perché vado a sciare così presto la mattina, perchè sono così bonorivo. No, raga, non vado a sciare, vado a fare il pieno di emozioni “super” il cui distributore chiude molto presto. Se arrivi dopo puoi sempre sciare ma farai il pieno di altre emozioni, emozioni “normali”, assai meno intense. Ma non potevo finire queste poche righe senza riportare qui una mia vecchia poesiola che narra della prima volta che vidi le Dolomiti, da ragazzo, avrò avuto 15 anni, un genovese in visita con la mamma alla zia di Bolzano. Era il gruppo del Sella, in autuno avanzato.

Dolomiti la prima volta

Si sale pian piano /con una seicento che sbuffa / fra nuvole stanche / sedute nei prati rossi di umori / e di foglie. / E sotto il maglione d’autunno / compare / dapprima ogni tanto / e quindi ogni poco / il bianco sparato di neve. / D’un tratto si apre / nel sole / una torre dorata / adagiata su coltri / di freddo vapore d’argento. / Il ricordo di Lei / profuma nei sogni nascosti /di un solitario turista / un po’ fuori stagione / che ha spalancato per caso / la porta di un camerino / e s’innamora alla vista / della Prima Donna / intenta a rifarsi il trucco / per lo spettacolo d’inverno.

Il Crozzon di Brenta

Cinque anni dopo stessa emozione forte, in estate: Gruppo del Brenta, salivo a piedi da Vallesinella verso il Brentei e improvvisamente dalla nebbia sbuca verso l’alto la cima del Crozzon di Brenta galleggiante sulle nuvole e indorata dal sole. Ditemi voi se poi rientrando a casa (in allora a Genova) uno non deve correre a iscriversi ai corsi di alpinismo sino a diventarne istruttore sezionale, ditemi voi!

Alpinismo, il mio primo alpinismo nacque nella Alpi Marittime. Ed eccone il ricordo:

Val Maira

Ripide / chiuse / selvagge le valli / aspre al percorso / della mente / e del passo / attendono fredde / gli scalatori. / Erba fra rocce / sferzata da un vento / che impregna / radente / lo spazio prezioso / del chiodo / taglia le mani. / Muschi discreti / coloran l’appiglio in granito / del loro frusciare alla corda / collana di vita / a cinger di sè la montagna / ed il tuo corpo. / Si ergono ardite sul muro / la Torre e la Rocca Castello / a far sentinella al confine / fra ieri e futuro / affinchè il ricordo non muoia. / E’ terra Savoia!

Torre e Rocca Castello, Val Maira (CN)

Buone emozioni montane, lontane e vicine a tutte e a tutti!

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