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pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Dicembre, 2019 @ 3:40 pmDetto altrimenti: Memento Andare Sempre … (post 3713)
… a sciare in Paganella! (Ovvero: dicembre, andiamo, è tempo di sciare …)
Gli ingredienti: un abbonamento stagionale, un amico gassato come me: in due superiamo i 150 anni. Ah … dimenticavo: anche un paio di scarponi, di sci, di guanti, etc.. (a testa!). Ma questi sono dettagli. Ed ecco la sostanza. Ieri mattina: “Domani è brutto, non andiamo”. Ieri pomeriggio e sera: “Si è schiarito, andiamo”. Questa mattina presto: uno “Nevica, non andiamo”. L’altro: “Andiamo lo stesso”.
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E siamo andati e … audentes Fortuna iuvat, nel senso che nelle piste medio basse, fra i 1000 e i 1700 metri di quota non c’era nebbia; la nevicata non disturbava più di tanto; temperatura perfetta, pochi gradi sotto zero; gente pochissima; neve fa-vo-lo-sa, ovvero un palmo di farina fresca su una pista battuta! Stiamo morbidi, senza spigolare: gli sci frusciano sulla neve, lasciamo che la accarezzino. Curve dolci, ma si riesce anche a fare lo scodinzolo, molto meglio fino a quando si calca neve immacolata, senza tracce precedenti.
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Quindi, giù dalle brande! Alzarsi presto ed essere i primi ai tornelli della funivia! Arrivo alle 08,10. L’impianto apre alle 08,30. Una signora è già lì e mi apostrofa: “Lei si chiama Riccardo?” Si, rispondo stupito, ma come ha fatto a indovinare? Mi spiega che una sua amica (che poi è risultata essere la nostra comune amica Rina P.) gli ha detto che un suo amico di nome Riccardo si presenta ai tornelli molto prima dell’apertura degli impianti. E lei: “L’ho trovata al primo colpo!”
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Piste deserte (ecchè, ce le siamo comperate noi?). E questo qui di fianco è l’altro, Claudio, quello che insieme superiamo i 150! Cosa? Dite … kg? Si … vabbè … anche quelli … però … come gli anni, solo di poco!).
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Una mia poesiola: Neve
latte del cielo / a monti assetati – veloci e silenti gli sci – tu dolce / nascondi le rughe / sul viso del mondo
Ed un’altra di tale Gabriele D’Annunzio (quasi!): Sciatori
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Dicembre, andiamo. È tempo di sciare
Ora in terra Trentina gli sciatori
lascian lor case e vanno a sciare:
salgono l’Alpe ripida e selvaggia
ch’è bianca per la neve sopra i monti.
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Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d’acqua natia
rimanga né cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno gli sci ed il pastrano.
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E vanno pel trattur ripido al piano,
quasi per un neval fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce ‘l scivolar giù per la china!
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Ora lungh’essa erta via cammina
lo sciator. Senza mutamento è l’aria.
Il sole imbianca sì l’azzurro vivo
che quasi dalla neve non divaria.
Iscivolio, bianco fruscio, dolci romori.
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Ah perché non son io cò miei sciatori?
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This is Paganella too! La Paganella è anche tutto questo: ti fa questi bei regali proprio quando meno te l’aspetti.
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