SOCIETA’ LIQUIDA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Novembre, 2019 @ 10:41 amDetto altrimenti: la forza pancio-dinamica (post 3703)
(Liquidi … fluidi … mi sono detto: ma tu, blogger, velista che conosci il vento e la dinamica dei fluidi, applica in questo caso le leggi delle aereo-dinamica!)
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2017. Roma. Zygmung Bauman elabora il concetto di società liquida, quella in cui prevale l’individualismo sfrenato, l’apparire a tutti i costi, l’apparire come un valore, il consumismo. Società nella quale l’unica certezza è l’incertezza.
L’apparire, l’esteriorità … anche in politica. Il leader che appare il più forte, il più determinato a prescindere, sviluppa la forza pancio-dinamica, quella che fa veleggiare le pance dell’elettorato con il vento in poppa, a fil di ruota verso il loro-nulla-pensiero (“Tanto … ghe pensi mi!”). Tuttavia subito dopo avere vinto la regata dei sondaggi, costui applica le regole della forza pancio-statica: in altre parole, dopo avere generato e utilizzato il vento che grazie alla legge della pancio-dinamica fa navigare la pancia dei elettori vento in poppa verso il porto che vuole lui, egli applica la prima legge della pancio-statica: guai a chi cambia opinione, guai a chi non accetta la rotta estremista e sovranista, guai a chi cerca di risalire controvento (di bolina) questo mistral antidemocratico: “Voltagabbana, traditore!” Da qui innanzi tutto, la volontà di introdurre il vincolo di mandato per i parlamentari.
Prosegue Bauman (e con lui Eco): nella società liquida prevale anche il consumismo. Società consumistica? Certo, mi permetto di dire io, società nella quale si “si consuma di tutto e tutto si consuma”: il rispetto sostanziale della Costituzione; la capacità critica dell’individuo; la sua capacità di generare un pensiero autonomo, di indignarsi, di reagire. Ma soprattutto si consuma la memoria del passato. E dire che a ben vedere … quel re è nudo!
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P.S.: la navigazione in poppa piena, detta anche a fil di ruota, è pericolosissima: infatti la randa può decidere da sola ed inaspettatamente di “strambare” (tecnicamente: abbattere) ovvero passare di sua iniziativa al lato opposto della barca (dalla democrazia alla dittatura) cogliendo di sorpresa un equipaggio (il cittadino elettore) non attentissimo, rischiando di ferire gravemente chi (l’elettore di prima) si trovi nella sua traiettoria, per poi far sdraiare pericolosamente la barca (il Paese) sulla murata, con rischio di naufragio (morale, sociale, democratico, economico) del Veliero Italia.
Fuor di metafora: siete in una regata a vela. Vi avvicinate in poppa piena alla boa di poppa, quella che dovete aggirare passando a destra e lasciandola quindi alla vostra sinistra, per risalire di bolina. Per aver voluto il diritto di precedenza durante quato bordo, arrivate in boa con le mura a destra (la randa è fuori sulla sinistra della barca e prende vento sulla sua parte destra); avete lo spinnaker issato ed il fiocco-genoa ammainato sul ponte a prua, già posizionato sulla destra. Questa è una delle manovre più difficili. Infatti dovete nello stesso tempo 1) “strambare” (abbattere) la randa facendola passare fuori dal lato destro; 2) recuperare metri e metri di scotta randa; 3) lascare la sartia volante di destra e cazzare quella di sinistra; 4) ammainare lo spinnaker e riporlo dentro la barca; 5) riporre il boma nel suo alloggio; 6) issare il fiocco-genoa e cazzarne la scotta; 7) evitare che un concorrente si infili fra la boa e voi; 8) far sì che l’equipaggio, immediatamente dopo avere eseguito tutte queste manovre, si sieda sporgendosi oltre il bordo sinistro della barca per cercare di mantenerla il più dritta possibile facilitando in tal modo la migliore risalita di bolina. In questo caso però siete “mure a sinistra (le vostre vele prendono il vento sulla loro superficie sinistra) e se un altro concorrente, ben prima di voi, vi ha preceduto, ha effettuato una virata e viene al vostro incrocio con le mure a destra, 9) dovete fare subito una virata improvvisa e cedergli il passo; 10) in questo caso, tutto l’equipaggio si sposta velocemente sul bordo opposto); 11) pesarvi a fine regata: avete perso due kg a testa! Tutto qui.
Nella foto, manovra opposta: dal mio FUN Whisper ITA 526 è stata appena superata la boa di bolina, la randa è già fuori, si sta issando lo spinnaker; subito dopo si ammainerà il fiocco.
Noi esponiamo bandiera rossa, segno che abbiamo elevato protesta contro altro concorrente che – poco prima – non ci ha concesso la dovuta precedenza. Dietro la base del nostro albero spunta la boa gialla che abbiamo appena superato. Sulla destra della foto, la prua di un secondo “Fun” che sta ancora risalendo di bolina mure a destra, il quale dovrà vedersela con un terzo Fun, quello la cui poppa spunta dietro il nostro spinnaker rosso e che sta arrivando anch’esso alla boa di bolina ugualmente mure a destra con una rotta più poggiata: essendo sopravvento rispetto al secondo Fun due, dovrà eventualmente dargli la precedenza. E sarà stata una bella lotta alla quale tuttavia non abbiamo assistito impegnati come eravamo a fare una bella poppa veloce.
Il Fun è un “natante” (cioè è una barca non immatricolata, non definibile “imbarcazione”) da regata, monotipo, costruito e mantenuto secondo precise caratterisstiche non modificabili se si vuole restare all’interno della “classe” e partecipare alle sue regate. Il nome deriva dalla sua origine francese e significa Formule un: in effetti è una Formula Uno del mare, modello di 30 anni fa, oggi ovviamente superato dai più recenti monotipi .
Stazza meno di 3 tonnellate (la tonnellata/stazza è una misura di volume (capacità degli spazi chiusi): 1 Ton = 2,83 m3; dislocamento (peso) in ordine di regata, senza equipaggio, kg.1000; Lft lunghezza fuori tutto m.7,10; lunghezza al galleggiamento m. 6; velocità massima (bolina), 6 nodi = 11 kmh; carena planante (cioè non dislocante): nelle andature “larghe” con oltre 22 nodi di vento, plana come una tavola da surf: velocità da me sperimentata, 12 nodi = 22 kmh! Motore fuoribordo max 5 CV; armamento a 7/8 (lo strallo di prua arriva ai 7/8 dell’albero); sartie volanti; deriva mobile a bionetta di m.1,60 – 0,60 pari al al 33% del peso; vele: fiocco autovirante, 8 m2 – Genoa, 16 m2 – Randa, 16 m2 – Spinnaker, 40 m2; equipaggio in regata: quattro persone; si può condurre anche in solitaria ma ovviamente non se ne ricavano le massime prestazioni.
Unica regata in solitaria che ho fatto: la Regata dei Bravi nel Garda. Mie regate più consociute: una vittoria al campionato sociale di 12 regate della Fraglia vela Riva; una Barcolana a Triste; molte Centomiglia. Traversate in mare aperto: sei volte Toscana-Palau, anche in solitaria, anche in notturna. Ora, alla tenera età di quasi 76 anni, non regato più e non faccio più traversate in mare aperto.
Ci ho preso gusto. Vi descrivo un’altra manovra. Siete usciti in acqua da Riva del Garda col vento da nord. Arrivati all’altezza di Malcesine, volete passare dalla poppa piena alla bolina, cioè volete tornare indietro risalendo il vento. Non siete in regata. Siete in poppa piena mure a sinistra (la randa è tutta fuori, sulla destra); la sartia volante destra è lascata, quella sinistra poco tesa. Lo spinnaker è “a riva” cioè è issato ed è pieno di vento. Issate il fiocco che in tal modo “copre” un po’ lo spi, togliendoli un po’ di forza. Lascate il braccio dello spi che viene a ritrovarsi “coperto” dalla randa e lo ammainate da sottovento. Iniziate ad orzare, cioè ad abbandonare la poppa piena spingendo delicatamente la barra del timone a destra e quindi facendo muovere la prua un po’ a sinistra; cazzate la scotta del fiocco; man mano che continuate ad orzare, cazzate la scotta della randa e tirate forte la sartia volante sopravento. Se non avete lo spi issato, tutto questo si fa anche da soli. Con lo spi “a riva” ce la potete fare solo con vento debole. Con vento sostenuto occorre essere almeno in due. Buon rietro! Fine.
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