PRE-POLITICA, PRE-PARTITICA, POLITICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Novembre, 2019 @ 12:10 pm

(V. un commento e relativa risposta in coda all’articolo)

Detto altrimenti: il lessico è molto importante e le parole sono pietre   (post 3688)

La confusione lessicale, una malattia del nostro tempo. Sempre più spesso infatti utilizziamo le parole a prescindere dal loro significato acquisito nei secoli: già, perché la lingua è evoluzione di significati. Basta mettersi “d’accordo” e non far sì che accada come nel gioco del telefono, ricordate? I bambini si mettono in circolo: il primo – in modo volutamente confuso – sussurra all’orecchio del secondo una parola; il secondo la ripete in maniera ancora più confusa al terzo e così via sino a quando si scopre che l’ultimo del circuito ha ricevuto una parola totalmente diversa dalla prima!

Un esempio: il termine “democrazia” nei secoli ha significato successivamente potere sul popolo (il democrator era il dittatore); strapotere del popolo; potere del popolo. Basta quindi non pretendere di vendersi oggi i contenuti di ieri con un lessico immutato: ciò oggi è maggiormente valido e soprattutto attuale proprio per il termine “democrazia”. Chi vuole capire capisca.

Il fatt …accio è che – purtroppo – siamo nella tempesta degli abusi linguistici, espressione del (mal) costume di certa stampa e della seri ..osità di certi politici, partiti, movimenti, schieramenti, programmi, leggi (Norberto Bobbio, “Destra e sinistra” pag. 14).

Fare pre-politica. Cioè fare qualcosa a prescindere dal programma di un partito. Ma allora chiamiamo questa attività con il termine pre-partitica! Ma se per pre-politica si intende occuparsi delle famiglie con bimbi down; dell’occupazione e dell’imprenditoria giovanile; dell’autonomia; della parità di genere; della violenza sulle donne … be’ tutto ciò non è attività pre-politica né pre-partitica, bensì è attività Politica con la P maiuscola.

Politica, inizialmente nell’antica Grecia dove il termine è nato, era l’aggettivo di teknè, tecnica e veniva usato come tale: teknè politikà, tecnica, capacità politica, cioè capacità di governare la polis, la città stato. Oggi usiamo il termine da solo, come aggettivo sostantivato. E purtroppo, talvolta la teknè – la capacità di risolvere i problemi della collettività – si è persa per strada.

Copenaghen, pieno centro: si scia sul tetto dell’inceneritore!

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Qualche esempio? Da una certa parte politica si dice: basta inceneritori! Al che vi rimando al mio post n. 3687 “Cambiamenti climatici”.

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Se gli tassi l’auto aziendale …

La stessa parte politica vuole tassare le auto aziendali, senza fare distinzione fra: 1)  le auto aziendali vero strumento di lavoro; 2) quelle puro “benefit” aziendale e 3) quelle di mera rappresentanza. Le prime sono quelle del commesso viaggiatore e del rappresentante di commercio che “vivono in auto” per buona parte della loro vita lavorativa e non vanno tassate. Le seconde sono i benefit per gli alti dirigenti che non la usano per lavoro ma per scopi privati e possono essere tassate. Le terze sono le grandi auto blu – molte sono pubbliche – e possono essere sia tassate che ridotte di numero.

Ma torniamo alla Teknè Politikà: occuparsi delle famiglie con bimbi down; dell’occupazione e dell’imprenditoria giovanile; dell’autonomia; della parità di genere; della violenza sulle donne … è fare vera Politica, quella con la P maiuscola. Non altro. Se poi per portare avanti questi progetti sarà necessario avvalersi di una struttura partitica, ben venga: infatti la nostra è una Democrazia Parlamentare e il Partiti Politici sono il ponte fra il demos–popolo  e il Parlamento e quindi fra il Parlamento e il Governo-kratos-potere: quindi in definitiva si unisce il demos al kratos, ed è democrazia. Affermare che il Parlamento non è più rappresentativo del demos è l’inizio del fascismo, anche se camuffato sotto le vesti della cosiddetta democrazia diretta.

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E non varrebbe affermare che “è tutto il popolo che lo vuole” come se il popolo fosse una massa omogenea, informe e uniforme, esprimente un’unica volontà, il che è materialmente impossibile! Esprime bene questo pericolo Umberto Eco nel suo libro “Il fascismo eterno” quando ci mette in guardia contro il populismo qualitativo, nel senso che la pretesa uniforme volontà del popolo è in realtà la volontà del princeps, del duce, dell’ uomo con i pieni poteri, del dittatore, etc. Chiamatelo come volete, la sostanza non cambia.

Ricevo una mail da F.T.: Caro blogger, ti dichiari democratico ma sembra che tu non ammetta che la destra vada al governo, mentre è tipico dei sistemi democratici l’aalternanza fra destra e sinistra”Rispondo: “Grazie caro lettore F.T. del tuo intervento. Si, mi va bene l’alternanza purchè essa avvenga con metodi democratici, cioè nel rispetto formale e sostanziale della nostra costituzione e dei suoi principi ispiratori e purchè chiunque vada al governo non modifichi le regole talchè l’alternanza – dopo di lui – non sia più possibile”

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