FIAB TRENTO NEL DELTA VENETO DEL PO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Settembre, 2019 @ 7:54 pmFIAB TRENTO – AMICI DELLA BICICLETTA, ADERISCE A FIAB NAZIONALE – FEDERAZIONE ITALIANA AMBIENTE E BICICLETTA PER LO SVILUPPO DELLA MOBILITA’ SOSTENIBILE URBANA – UNISCITI A NOI, ISCRIVITI ALLA FIAB! NE TROVI UNA IN OGNI CITTA’
Detto altrimenti: … con Sandro Vidali di ERIDANO – Idee in movimento sul fiume (post 3667)
“Suso in Italia bella giace un laco / a piè de l’Alpe che serra Lamagna / sovra Tiralli ch’a nome Benaco” ...” scriveva Dante e arrivato a Peschiera proseguiva “E come l’acqua a corre mette co’ / non più Benaco ma Mencio si chiama / sino a Governol dove cade in Po”. E noi di Fiab Trento un po’ Trentini e un po’ Altogardesani, siamo andati a vederlo questo Po, là dove è maestoso, alle sue sette foci, nel suo Delta.
Tre giorni di sole! Wir haben wirklich Schwein gehabt!
Ci ha condotto il nostro Presidente GD – Guglielmo Duman, che – vista la desmontegada settembrina verso l’Adriatico – ci ha introdotto con la poesia “I pedalatori”: “
Settembre, andiamo. È tempo di migrare. / Ora in terra trentina i miei iscritti / lascian le valli e vanno verso il mare: / scendono all’Adriatico selvaggio / che verde è come i pascoli dei monti. / Han bevuto profondamente ai fonti / alpestri, che sapor d’acqua natia / rimanga ne’ cuori atletici a conforto / che lungo sazi la lor sete in via. / Rinnovate hanno le gomme ed il pastrano. / E vanno per ciclabili pian piano / fidando che ‘l pedal spinga silente / dietro la ruota del loro presidente. / O voce di colui che primamente / conosce il pedalar su la marina! / Ora lungh’esso il litoral pedala / Fiab Tridento e sanza moto è l’aria. / Il sole imbionda sì le vive bici / che quasi dalla sabbia non divarian. / Isciaquìo, rotolìo, dolci rumori. / Ah, ancor son io insieme a’ lor ardori!
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Ecco, a dire il vero non sappiamo chi abbia copiato chi: se sia stato il nostro GD – Guglielmo Duman a copiare quell’altro GD, Gabriele Dannunzio (con la sua poesia “I pastori”) o viceversa. Indagheremo.
Delta del Po, parte settentrionale, quella veneta, per intendersi, da Rosolina a Mare sino a Ca’ Vendramin (Museo Regionale della Bonifica), attraverso i vari Po (di Maistra, di Levante, di Venezia, di Goro, di Gnocca e di Tolle), dentro le varie isole (Polesine Camerini, della Donzella, di Ca’ Venier e Ariano), fino alla Sacca degli Scardovari. Base operativa al Rifugio Po di Maistra a Boccasette.
Ci ha guidato Sandro Vidali di “Eridano – Idee in movimento sul fiume” (335 6881664 – sandro.eridano@gmail.com), per una tratta sostituito dall’ottimo collega Nicola Donà. Sandro, un libro … anzi un’enciclopedia: cultura vissuta, amata, a 360 gradi, su ogni aspetto della materia: la storia del territorio, le sue alluvioni, le molte “foci spostate dall’uomo”, il segnale di allarme quando il fiume “ruzza” (ruggisce), l’economia, la sua arte, la sua idrogeologia, la flora, la fauna, la sua ingegneria idraulica, i numerosi bacini che alimentano il gran fiume: tutto non semplicemente “ a memoria” cioè con la mente, bensì con la spontaneità di un cuore che conosce e ama la propria terra.
La pesca. Non è economicamente molto redditizia. Acqua abbastanza dolce, nelle valli interne, da ghiacciare in superficie in inverno e mantenere più calde le falde più salate inferiori: una sorta di coperta. Utilizzando il “gioco” del caldo-freddo i pescatori riescono ad attirare il pesce nei luoghi di pesca.
La coltivazione (di vongole e cozze). E’ redditizia: la sola Sacca degli Scardovari dà lavoro a 1.500 coltivatori di vongole (scusate se è poco!). E’ redditizia anche quella del riso.
La caccia. E’ redditizia per i proprietari delle lagune e delle valli entro i quali spazi costoro affittano a peso d’oro rispettivamente isolotti e botti a cacciatori (molto) facoltosi per abbattere qualche anitra di passaggio.
Nicola a domanda risponde: “Quanto tempo impieghiamo per fare i prossimi 20 km? Anche tutta la giornata, se volete ascoltare tutto quello che c’è da dire!”
Una particolarità: sicuramente Sandro ha illustrato moltissime altre volte tutto ciò, eppure sembrava che anche per lui fosse la prima volta, sembrava che lui stesso scoprisse per la prima volta il piacere e l’entusiasmo di mettere a parte dei tanti segreti noi tutti: prima suoi uditori, ora suoi amici. Quanto detto vale anche per Nicola.
Dettagli: gli aironi bianchi sono del nord Europa, vengono a svernare qui negli spazi lasciati liberi dai loro colleghi cinerini che vanno a smernare in Africa. Cosa? I cormorani? Molto mal visti poichè si mangiano circa 3 etti di pesce al giorno, a testa. Le nutrie? Da quando sono passate di moda le pellicce di castorino sono aumentate enormemente di numero, capirete, con due gravidanze all’anno! E fanno danni, con le loro tane, alle strutture degli argini e delle strade. Ma se prende campo la moda alimentare (si dice che siano ottime in arrosto) allora il problema sarà risolto!
La spontaneità di Sandro è stata ricca di scienza e soprattutto di umanità, di vera comunicazione (communis actio) nel senso di saper trascinare, coinvolgere e rapire l’uditorio. Mai sono tornato così arricchito da una gita Fiab. Grazie quindi anche a Fiab e a Franco Rizzi responsabile di questa tre giorni e alla nostra grande assente co-organizzatrice Monika.
Mare, Lagune, Valli (da “vallum”, piccola o grande diga, trincea), Golene, le Porte Vinciane, la caccia, la pesca, gli uccelli stanziali e migratori, la coltivazione di vongole e cozze, la sua gente. Credo che Sandro e i suoi amici dovrebbero scrivere un libro su questa terra e su queste acque che rappresentano un mondo unico, ricco di moltissime sfaccettature, un luogo … anzi, tanti luoghi che a conoscerli bene … ci vorrebbe la laurea in Deltologia applicata!
Ci siamo accomiatati lasciando a Sandro una poesiola, scritta sul pullman durante l’ultimo trasferimento:
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Noi che da Trent semo venudi al Delta / e avem trovà una sì brava guida / sem fortunadi de la nossa scelta / che l’è sta mejo che vinzere ‘na sfida. / Per cui noi ringrazian Sandro Vidali / ch’insem al gran Nicola gh’a ‘condotto / ‘n zir per el so’ Delta a pedali / donando a noi gran cultural prodotto. / E lo aspetem su per le nosse vali / ove de l’acqua noi regolem discesa, / ma solo per far boni i vin locali: / che sol per irigar nos’ acqua è spesa!
Grazie Sandro, grazie Nicola, grazie FIAB!
Note tecniche: eravamo in 33 Trentini + la guida. Alcune e-bike, altre no. 130 km a pedali in sette ore di sella effettiva (le soste non sono considerate) spalmate su tre giornate “lorde” ( = due giornate “nette”) media oraria 18,5 kmh. Io avevo gonfiato troppo i miei troppo vecchi pneumatici (bel mona che so’ sta’ !): morale, ho dovuto cambiarli in itinere, grazie al preziosissimo aiuto dell’amico Lorenzo (d’ora innanzi “San” Lorenzo!) e di un intervento di un meccanico ciclista del posto, chiamato col tel. da Sandro e venuto a soccorrermi in tempo reale proprio nella ciclabile!