POLITICA e DEMO-CRAZIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Agosto, 2019 @ 6:41 amDetto altrimenti: dalla lingua greca … (post 3631)
Politica. Gli antichi Greci parlavano di teknè politika, tecnica politica, ovvero l’arte di governare la polis, la città, che poi era una città stato. Noi abbiamo sostantivato quell’aggettivo e parliamo tout court di politica. Solo che così facendo abbiamo perso per strada quell’ “arte” che si è smarrita perché le masse sono catturate dalle reti (di retorica, demagogia e populismo) dei moderni retiarii ed inoltre perchè a votare vanno in pochi.
Che fare? Occorre fare cultura e (far) andare a votare. Tutto qui. A cominciare dalle elezioni della polis, della città, della nostra città: le “comunali”. Questo potrebbe essere il primo punto del programma di una forza politica: mettere al centro della propria azione il “dovere di voto” a cominciare appunto dal voto per il governo della polis.
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Andare a votare. Piero Calamendrei, per descrivere i pericoli del disinteresse dalla politica, ai suoi allievi raccontava: “Una nave sta affondando. Il capitano avverte i passeggeri. Uno di essi esclama: “Oh che m’importa, un è mica mia!”
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Demo-crazia. E dai co ‘sti Greci! Già perchè anche qui l’origine del termine è loro! Pensate un po’ … all’inizio democrazia significava “potere sul popolo” e il democrator (1) era il tiranno. Poi le classi più umili, il cosiddetto popolino prese il potere ed allora le classi nobili escluse dal governo usarono quel termine per indicare con spegio lo “strapotere del popolo”. Solo alla fine il termine ha indicato “potere del popolo”. Dice … ma come “ha indicato”? Forse non “indica” anche oggi? Eh no, cari, oggi siamo regrediti dal terzo al secondo sighnificato, cioè dal potere del popolo esercitato attraverso un parlamento allo strapotere del popolo della rete. Stiamo attenti a non fare un ulteriore passo indietro! Dice … ma come potrebbe accadere ciò? Eh, cari, con la cosiddetta democrazia diretta (2), diretta da chi? Da chi ha il controllo della rete, i moderni retiarii, e da chi altro se non da costoro? Già, perchè con la democrazia diretta la democrazia si trasformerebbe in una oligarchia. Leggete i miei post al riguardo, leggeteli gente!
(1) Who opened the door for the democrator? / And how come he let in the market-conquistadors? / Why is he acting as if he has something to hide? / The privilege of the stupid is to be taken for a ride. – / Chi ha spalancato la porta al democrator? / E com’è che egli si è collocato nel novero dei conquistadores? / Perché si sta comportando come se avesse qualcosa da nascondere? / Il privilegio dello stupido è l’essere preso in giro.
(2) “diretta”, participio passato del verbo “dirigere”, verbo della terza coniugazione, che come tale ha sempre significato passivo: “orchestra diretta da …”; “associazione diretta da …” ; “democrazia diretta da …” .
THE END (nella speranza che non sia quella della democrazia vera!)