UN PO’ DI STORIA (SCONOSCIUTA) DEL 1940-1941
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Luglio, 2019 @ 3:56 pmDetto altrimenti: dal libro “Congo” di David Van Reybrouck (Ed. Feltrinelli, 2014)
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Pagg. 202-204, una particolarmente brutta storia. Già, anche perché tutte le storie di guerra sono brutte, ma questa ha dell’incredibile. Seconda guerra Mondiale. La Germania in 18 giorni invade il Belgio. Il Re Leopoldo III° riconosce la vittoria tedesca, viene catturato e verso la fine della guerra vive nella Germania nazista.
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In Congo Belga, il Governatore Generale Pierre Ryckmans si schiera con gli alleati: l’11° Battaglione congolese della Force Publique (3000 soldati e 2000 portatori, un ufficiale belga ogni 50 africani) parte dal Congo, attraversa a marce notturne (con direzione NE, “rotta” 45°) il deserto del Sudan (!), si unisce alle forze inglesi provenienti dal Kenia e dopo alcune prime battaglie vittoriose contro gli Italiani (Asosa e Gambela), il località Saio induce alla resa Italiani, “pur numericamente e militarmente superiori”.
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In questa circostanza “furono fatti prigionieri ben nove generali italiani, tra cui Pietro Gazzera, il comandante in capo delle truppe italiane nell’Africa Orientale e il conte Arnocovaldo Bonaccorsi, l’ispettore generale delle milizie fasciste che aveva terrorizzato Maiorca durante la guerra civile spagnola. Furono inoltre fatti prigionieri 370 ufficiali italiani (di cui 45 di alto rango), oltre a 2.574 sottufficiali e 1.533 soldati indigeni. Infine, altri 2.000 irregolari indigeni furono rispediti a casa. … Il bottino di guerra: 18 cannoni con 5.000 bombe; 4 mortai; 200 mitragliatrici; 330 pistole; 7.600 fucili; 15.000 granate; 2.000.000 di cartucce; 20 tonnellate di materiale radio comprese 3 stazioni trasmittenti complete; 20 motociclette; 20 automobili; 2 carri armati; 250 camion; 500 muli”.
Episodio di guerra mai menzionato nei tanti libri di storia che mi sono passati per le mani durante il mio corso di studi (elementare, medio, superiore). Sarebbe interessante conoscere eventuali altri riscontri storici (cioè non di parte) sull’episodio ed in particolare sul numero di nostri soldati italiani caduti sul campo o fatti prigionieri: almeno questo credo che sia loro dovuto.
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