ANDREA CAMILLERI E’ MORTO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Luglio, 2019 @ 4:43 amDetto altrimenti: e ora, quel vuoto, chi ce lo riempie? (post 3620)
Io a Vigata (il porto di Agrigento) ho fatto il bagno in mare, in quello stesso mare solcato dalle vigorose bracciate del Commissario Salvo Montalbano. Avevo 15 anni (sono nato nel 1944, fate voi il conto) ed accompagnai mamma in una visita alla sua città natale, Agrigento, e a mio nonno Francesco. Solo che allora Vigata si chiamava Porto Empedocle. Oggi Vigata piange la morte del Maestro, tutta l’Italia piange la morte di un uomo “libero” e “liber” in latino significa appunto sia “libro” che “libero”.
Andrea Camilleri è morto. Persone che lasciano un vuoto che ci appare incolmabile. A parte i propri genitori che ovviamente lasciano sempre un vuoto, quando vengono a mancare: solo che il vuoto “parentale” è un vuoto privato, quello lasciato da Camilleri è un vuoto collettivo, pubblico.
Questa estate ho divorato tutti i gialli di un collega del Commissario Montalbano, quelli del Commissario Kurt Wallander, creatura dello scrittore, regista, autore teatrale etc. Henning Mankell. Anche Wallander è un “terrone”, nel senso che è del Sud … della Svezia! Accosto i due autori e i due personaggi perché entrambi hanno fatto conoscere ai lettori la rispettiva terra e gente d’origine. Una differenza fra i due autori è che Camilleri non fa invecchiare Montalbano mentre Mankell, nei dieci romanzi successivi della serie, fa invecchiare Wallander, in molti di essi fa citare episodi dei romanzi precedenti … insomma ci accompagna nella crescita umana, personale, familiare e professionale del suo commissario. Ragion per cui suggerisco di leggere questi romanzi “in ordine di apparizione”.
Altri raffronti: Camilleri è più “popolare”, più alla mano, romanzi più corti, crimini meno complessi, più immediatamente gustabile. Montalbano viaggia poco, al massimo va a Boccadasse (GE). Wallander viaggia molto, anche all’estero. Mankell scrive romanzi nei romanzi; molte sue pagine sono prive di dialoghi ma piene di introspezione; soprattutto architetta crimini con implicazioni più complesse, talvolta internazionali e si dilunga molto di più sul suo “commissario persona” facendolo relazionare con il padre, l’ex moglie, la figlia, i colleghi del passato e del presente.
Non appaia inappropriato questo mio accostamento. Infatti se attraverso Montalbano conosciamo una Sicilia anche forse principalmente buona ed onesta; attraverso Wallander scopriamo della Svezia aspetti meno nobili ma sicuramente più umani dell’immagine superficiale che di quella nazione ci siamo fatti rispetto alla frequentazione, effettiva o anche solo agognata, delle “svedesi che vengono in vacanza al mare qui da noi”. E scopriamo che la Scania non è solo una fabbrica di autocarri, ma innanzi tutto è la regione meridionale della Svezia.
Oggi, fra le varie commemorazioni TV del Maestro, ho apprezzato soprattutto la replica di un colloquio di Corrado Augias con il Maestro Camilleri su un suo libro la cui lettura mi mancava all’appello: “Il Labirinto”, ma provvederò al più presto a colmare la lacuna. Libro questo (anche) sulla vita di Edoardo Persico, nel suo percorso da fascista ad antifascista ( “… ho capito che mi ero messo al servizio di un assassino”)
Grazie di tutto e buon viaggio, Maestro Camilleri, verso il Luogo della nostra memoria riconoscente!
P.S.: nella stessa trasmissione TV Augias ha intervistato Sabino Cassese sul suo libro “La svolta”. Anche questo da leggere.