DALLA DEMAGOGIA AL POPULISMO ALLA NON-DEMOCRAZIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Aprile, 2019 @ 11:30 amDetto altrimenti: gutta cavat lapidem … hai visto mai che forza di ripeterlo … (post 3560)
Demagogia come modalità di comunicazione. Demagogia, dal greco “demos” (popolo) e “aghein” (trascinare): degenerazione della democrazia, per cui – allo scopo di mantenere o conquistare il potere – al normale dibattito politico si sostituisce una propaganda esclusivamente lusingatrice delle aspirazioni economiche e sociali delle masse.
Populismo – L’interpretazione più moderna e attuale è quella di Umberto Eco (Columbia University 1995 – “Il Fascismo eterno”, La nave di Teseo Ed., 2018),
secondo cui il populismo di oggi è “qualitativo”: quando coloro che hanno promesso demagogicamente tutto a tutti si saranno accorti che non riescono a mantenere molte promesse e che molte altre è meglio non mantenerle (e che nel frattempo il paese si è impoverito, il Pil è diminuito, il debito pubblico è aumentato), orbene costoro assumeranno decisioni drastiche (aumento dell’IVA, patrimoniale, etc.) e affermeranno che “siamo di fronte ad una crisi internazionale … e comunque la volontà che sta alla base di tutte e decisioni che sono state assunte è la volontà della gente, del popolo, di 60 milioni di Italiani”. In altre parole, attribuiranno 1) la colpa, all’andamento dell’economia internazionale; 2) la responsabilità delle proprie decisioni, ad un ente inesistente – il popolo – asserendo che esso sta esprimendo una unanime volontà: il popolo verrà presentato come una massa qualitativamente omogenea, uniforme, esprimente un unico pensiero: in realtà invece il pensiero espresso sarà quello dei populisti qualitativi di turno. Quindi, populismo (qualitativo) come forma non democratica di governo in quanto (insieme alla cosidetta democrazia diretta) distrugge la rappresentatività del popolo attraverso il parlamento, cioè distrugge la democrazia vera in favore di una oligarchia mascherata da democrazia.
Nel merito, se arriverà l’inversione di rotta rispetto alle promesse demagogiche, fioccheranno spiegazioni e giustificazioni d’ogni genere di tale insuccesso. Peccato che noi Italiani (almeno … quelli che di noi vanno a votare) eleggiamo governanti molto ben pagati perché l’insuccesso non ci sia, non perché ci spieghino le ragioni per le quali l’insuccesso si è verificato.
E mentre io scrivo e voi leggete, il PIL scende e l’indebitamento sale e sforeremo qualsiasi parametro UE. Dice: “Non preoccupatevi, appena noi sovranisti avremo vinto le elezioni europee, restituiremo la sovranità ad ogni stato che sarà libero di fare come vuole”. Già, dico io, così saremo liberi di … farci de male da soli! Amarcord – mi ricordo – anni ’70 (ma … erano nati i nostri attuali capi politici-di governo?): feroce stretta creditizia e valutaria; costo effettivo annuo del denaro preso a prestito dalle banche a livello di usura, fino al 35% e oltre! Penalizzazione delle importazioni (l’importatore doveva versare a Bankitalia su di un conto infruttifero e bloccato per sei mesi la metà del pagamento all’estero di ogni sua importazione!)… c’è qualcuno che può spiegare loro come eravamo combinati?