DEMAGOGIA E POPULISMO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Marzo, 2019 @ 2:57 pm
Detto altrimenti: nel loro rapporto con(tro) la democrazia (post 3550)
DEMAGOGIA
“Trasformazione della democrazia, per cui al normale dibattito politico si sostituisce una propaganda esclusivamente lusingatrice delle aspirazioni economiche e sociali delle masse, allo scopo di mantenere o conquistare il potere”. Quindi demagogia come forma di comunicazione.
POPULISMO
In internet trovate l’origine storica e l’evoluzione dei vari significati che questo termine ha assunto negli anni. L’interpretazione più moderna e attuale e’ quella di Umberto Eco (Columbia University 1995 – “Il Fascismo eterno”, La nave di Teseo, 2018), secondo cui il populismo oggi è “populismo qualitativo” (v. dopo).
AUTODISTRUZIONE DELLA DEMOCRAZIA
Si fa così: si comincia con la demagogia, si promettono mare e monti a tutti e si prendono i voti e il potere. Poi ci si accorge che non si riescono a mantenere molte promesse, che molte altre è meglio non mantenerle e che nel frattempo il paese si è impoverito. E allora si fa così: si passa al populismo qualitativo, cioè si dice che la volontà che stava alla base delle decisioni di ieri come pure alla base delle nuove, pesanti, dolorose decisioni di correzione della rotta dell’oggi è stata ed è la volontà della gente, del popolo, dei 60 milioni di italiani. In altre parole, si attribuisce ogni decisione propria ad un entità inesistente quale soggetto pensante – il popolo – asserendo che il popolo sta esprimendo una unanime volontà. Il popolo viene presentato come una massa qualitativamente omogenea, uniforme, esprimente un unico pensiero: in realtà il pensiero espresso è quello del populista qualitativo di turno. Quindi, populismo qualitativo come tipo di azione di governo.
DEMOCRAZIA E OLIGARCHIA
La democrazia è sempre e solo rappresentativa. Dire che esiste quella non rappresentativa (o diretta!) è come affermare che esiste l’acqua asciutta. Il populismo qualitativo distrugge la rappresentatività, cioè distrugge la democrazia e la trasforma in un oligarchia. Scrive Umberto Eco (op.cit. pag. 47: “Ogni qual volta un politico getta dubbi sulla legittimità del parlamento perchè non rappresenta più la “voce del popolo”, possiamo sentire l’odore (la puzza, n.d.r.) di Fascismo”.
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