I COMPROMESSI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Marzo, 2019 @ 11:32 amDetto altrimenti: di ieri e di oggi (post 3538)
Paolo Mieli, nel suo bel libro “I conti con la Storia” ai compromessi dedica il capitolo “Mosche e scarafaggi: quando i compromessi fanno la storia”, nel quale cita Albert Einstein che affermava che i compromessi fanno la storia, e che gli unici inammissibili sono quelli “sordidi”. Mieli cita poi il filosofo israeliano Avishai Margalit il quale nel suo libro “Sporchi compromessi”, distingue fra i compromessi inaccettabili (uno scarafaggio nella minestra) e quelli accettabili (una mosca che si è posata sull’unguento spalmato su una ferita). Fuori di metafora e di immagine, Mieli cita una serie di compromessi accettabili e di altri “sordidi”, fra i quali ultimi spicca l’accordi di Yalta del febbraio 1945, con il quale si “restituivano” all’URSS due milioni di persone russe rifugiate in Austria, per consegnarle nelle mani del carnefice Stalin.
Per venire a noi, il più famoso e recente compromesso storico fu proprio quello “Storico”, voluto da Aldo Moro, compromesso non certo sordido, ma sappiamo purtroppo cosa provocò. E oggi? Oggi viviamo un governo di compromesso, cioè oggi va bene tutto purchè non si cada. Eh già, dopo che per prima la compagine di governo ha capito il potere enorme della “retorica di rete”, questi moderni sofisti l’hanno applicata a proprio vantaggio. Un primo passo in quella direzione l’aveva fatto tale Silvio Berlusconi, “giocando” con quegli “azzurri” e “Forza Italia” da stadio attraverso le TV. Ma oggi le TV sono state battute dalle reti media, e chi prima si è mosso, ha stravinto.
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Ora, io non concordo con le metodologie di questo governo: un “no” alla Diciotti solo verbale; una “democrazia diretta” che di fatto trasformerà in modo democratico la democrazia in oligarchia;
l’improvvisazione al posto della preparazione; le non decisioni perché intanto prendiamo tempo poi si vedrà; la paghetta a tutti senza un sistema di gestione e controllo, che poi questi tutti guadagnano (cioè: “incassano”, è diverso!) più di quanto guadagnano (si, qui si deve dire “guadagnano”) 4.200.000 lavoratori; la quota 100 senza avere prima provveduto ad organizzare i rimpiazzi; il condono per Ischia dentro il decreto Ponte Morandi (che c’azzeccava?); etc..
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Ma una cosa devo riconoscere a questa maggioranza di governo: lo scoperchiamento di un maleodorante vaso di Pandora pieno di mafie e corruzioni varie, etc.. Sarà un caso ma mi pare che il “cambiamento” sia stato soprattutto uno scoperchiamento accelerato e concentrato di vecchie e consolidate coperture: la nuova maggioranza come nuovo custode del tesoro. Ma qui mi viene in mente la sesta Satira di Giovanale, in un suo famoso passaggio: “Ma poi, questi custodi, chi li controllerà?” Eh già, perchè se il buon giorno si vede dal mattino, cominciano a mancare 48 milioni di euro da certi conti dai quali non avrebbero dovuto sparire.
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E allora? Allora, sulla base della mia esperienza di lavoro, da responsabile della Finanza Italia dell’allora maggiore finanziaria italiana (la Stet dell’IRI) e, molto dopo, da pensionato, di una piccola Spa pubblico-privata per la mobilità e i parcheggi, posso assicurare che avevo il perfetto controllo su ciascun miliardo di lire e su ciascun euro dei parcheggi e mi chiedo: come è possibile che esistano sistemi gestionali colabrodo? Forse una risposta me la dà il padre Dante: “Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare”: ed io che sono un appassionato dantista, più non dimando.
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