DEMOCRAZIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Febbraio, 2019 @ 9:36 amDetto altrimenti: da maneggiare con cura …. (post 3514)
Libro, in latino liber che significa anche “libero”: chi non legge ha vissuto una vita sola. Chi legge, ne vive molte, tutte da uomo libero. Dice …”Ma io non ho tempo … non ho la cultura sufficiente … cosa vuoi mai che serva leggere …” Dico: “Eh no, ragazzo, se vuoi farti del male da solo continua pure su questa strada anche se io mi permetto di insistere che tu ne esca: guarda, facciamo così: inizia con il leggere il libro di Umberto Eco che citerò fra poco, sono 50 paginette, farai prestisssimo e se non ti è chiaro qualche passaggio, mi telefoni al 335 5487516 che ne discutiamo insieme. Dai … ci conto!”
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.Le parole sono pietre, scriveva Don Lorenzo Milani: pietre che possono aiutare a costruire qualcosa o essere lanciate per ferire e uccidere. Hai di fronte una persona con in mano la parola “democrazia” e non sai come deciderà di usarla. Infatti nei secoli la parola “democrazia” ha assunto in successione significati diversi:
- potere SUL popolo: il democrator era il dittatore;
- strapotere del popolo, usata in senso dispregiativo da parte delle classi nobili escluse dal governo;
- potere DEL popolo.
Sul democrator esiste una lirica che mi piace molto della quale riporto il ritornello
Who opened the door for the democrator?
And how come he let in the market-conquistadors?
Why is he acting as if he has something to hide?
The privilege of the stupid is to be taken for a ride.
Chi ha aperto la porta al democrator? / E come mai egli si è collocato nel gruppo dei conquistadores? / Perché si sta comportando come se avesse qualcosa da nascondere? / Il privilegio dello stupido è quello di essere preso in giro.
1 – A scuola ci hanno imparato (pare che ora si possa dire così, ah! Ah!) la democrazia ateniese. Bella roba! Con quella parola si etichettava un principato (di Pericle) imperialistico e coloniale. Al riguardo si leggano i dialoghi fra gli Ateniesi e i Melii, che si possono sintetizzare così: ”Siete liberi di scegliere: vi alleate con noi, ci pagate ogni anno un tributo in denaro, guerrieri e belle fanciulle; oppure sbarchiamo e vi rendiamo schiavi”. Altra lettura consigliata: il breve libretto dell’ Anonimo Ateniese il quale, da esule, si permise (in quanto esule, appunto, altrimenti …) di criticare la democrazia di Atene e di spiegare come mai, nonostante tutti i suoi difetti, essa potesse durare tanto a lungo.
2 .Lo strapotere del popolo? Dopo ogni rivoluzione ditemi voi quale rivoluzione abbia poi portato una democrazia vera.
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3 .Infine, potere del popolo. Ecco, noi qui in Italia eravamo arrivati a questo stadio. C’eravamo arrivati dopo un tristissimo ventennio di dittatura, di leggi raziali, di guerre inutili e per di più perse, di stragi fatte e subite. C’eravamo arrivati grazie alla Resistenza e ai nostri Padri Costituenti, redattori della Costituzione più bella del mondo. Un notevole contributo poi fu quello di persone come Altiero Spinelli, fondatore del Movimento Federalista Europeo; quello dei Trattati di Roma del 1957, quello dell’UE che ha comunque garantito 70 anni di pace fra paesi che in soli trent’anni erano stati capaci di farci entrare ben due guerre mondiali.
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Perché dico che “eravamo arrivati”? Perché oggi temo che ne stiamo uscendo, per regredire al secondo stadio, ovvero allo strapotere del popolo, o meglio, allo strapotere del popolo delle reti o meglio ancora, allo strapotere dei gestori di quelle reti: i nuovi oligarchi (al riguardo si legga “La maschera democratica dell’oligarchia di Canfora Zagrebelsky, Ed. Laterza, €9,50).
Quando sento dire che “Il Parlamento non è più rappresentativo della volontà popolare” mi rileggo un piccolo libro di 50 paginette, scritto 20 anni fa da Umberto Eco, libretto che risulta il più venduto in assoluto di tutte le sue produzioni, anche più del Nome della Rosa. Il titolo è “Il fascismo eterno” (Ed. La nave di Teseo, €5,00). L’Autore ci mette in guardia contro un ritorno della non-democrazia sotto spoglie apparentemente innocenti (e ne illustra diverse tipologie). Una in particolare mi ha colpito, la nascita dell’antidemocratico “populismo qualitativo”. Cito:
“Il fascismo eterno si basa sul populismo qualitativo. In una democrazia i cittadini godono di diritti individuali, ma l’insieme dei cittadini è dotato di un impatto politico solo dal punto di vista quantitativo (si seguono le decisioni della maggioranza). Per il fascismo eterno gli individui in quanto individui non hanno diritto, e il “popolo” è concepito come una qualità, un’entità monolitica che esprime una “volontà comune” (quante volte abbiamo di recente sentito la frase: lo vogliono 60 milioni di Italiani” n.d.r.). Dal momento che nessuna quantità di esseri umani può possedere una volontà comune, il leader pretende di essere il loro interprete. Avendo perduto il loro potere di delega (“Il Parlamento non serve più!” N.d.r.), i cittadini non agiscono, sono solo chiamati pars pro toto, a giocare il ruolo del popolo. Il popolo è così solo una finzione teatrale. Per avere un buon esempio di populismo qualitativo, non abbiamo più bisogno di Piazza Venezia o dello Stadio di Norimberga. Nel nostro futuro (queste parole sono state scritte 20 anni fa, n.d.r.) si profila un populismo qualitativo TV o Internet in cui la risposta emotiva di un gruppo selezionato di cittadini può venire presentata e accettata come “la voce del popolo”. A ragione del suo populismo qualitativo, il fascismo eterno deve opporsi ai “putridi governi parlamentari”. Una delle prime frasi pronunciate da Mussolini nel parlamento italiano fu: “Avrei potuto trasformare quest’aula sorda e grigia in un bivacco per i miei manipoli” …… Ogni qual volta un politico getta dubbi sulla legittimità del Parlamento perché non rappresenta più la “voce del popolo”, possiamo sentire l’odore del fascismo eterno”.
Capirete come e perché io sia allarmato dalle manovre in corso per la revisione della Costituzione in danno della libertà di pensiero dei parlamentari (introduzione del vincolo di mandato) e del ruolo stesso del Parlamento per mezzo del piede di porco “democrazia diretta”. Dice: “Ma no, ti offriamo uno strumento di più …” Al che rispondo in spagnolo (“piensa mal y acertaràs”), in latino (“Timeo Danaos et dona ferentes”) e in italiano: a pensar male si fa peccato ma si indovina.
Aspetto vostre e-mail di commento all’indirizzo riccardo.lucatti@hotmail.it – Le pubblicherò io come vostri commenti al post.
Alla prossima!
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