SENZATETTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Gennaio, 2019 @ 6:55 am


Detto altrimenti: una realtà da conoscere e da risolvere         (post 3499)

(Mentre vi è chi cerca di risolvere queste situazioni di estrema indigenza, una legislazione vuole “eliminare” la categoria con una sorta di soluzione finale di tremenda memoria,  innanzi tutto aumentandone il numero per poi … fare cosa?)

(Incontro promosso da CNCA-Coodinamento Nazionale Comunità di Accoglienza – Federazione del Trentino Alto Adige Sud Tirol www.cnca.it – Oltre l’Accoglienza, Volontari in rete per l’integrazione, www.oltrelaccoglienza.org)

Che si voglia o no, queste Persone esistono e la nostra società-elastico che si tende, si tende sempre di più (quando si strapperà?) e alle due estremità crea sempre più (poche) persone ricchissime e (molte) poverissime, non aiuta certo ad eliminare queste situazioni di estremo disagio e di disperazione. I nostri operatori di Trento sono stati a Bologna per vedere come si opera in quella città e i Bolognesi anzi, le Bolognesi sono venute a Trento per illustrarci i loro sistemi.  (Bologna gestisce ogni anno circa 4000 situazioni di indigenza su 700 posti letto). Premetto che io non sono un operatore del settore, ma che ho solo dato una piccolissima mano operativa in qualche caso. Ciò detto, faccio precedere all’esposizione che farò, una brevissima sintesi dei concetti fondamentali che credo di avere afferrato.

Sintesi

… non “dobbiamo” farla morire!

La categoria dei senzatetto è estremamente articolata. Occorre quindi individuare le tante tipologie per organizzare per ciascuna il tipo di risposta adeguato.

All’interno di ogni tipologia esistono i singoli individui, ognuno dei quali è un unicum: pertanto il processo di cui al punto precedente va ripetuto anche rispetto ai singoli.

I servizi di assistenza sono articolati su di una serie di risposte diverse a seconda dello stadio del percorso di ciascuna persona “assistita”.

Si deve passare dalla “assistenza” del senzatetto alla “sua collaborazione” al processo di uscita da quella situazione.

Per ogni senzatetto va organizzato un percorso di “crescita” con il passaggio alla fase di assistenza-collaborazione successiva o più aggiornata.

Il senzatetto è “ambulante” per cui le strutture di servizio devono essere centralizzate.

Localmente (a livello quartiere, circoscrizione) vanno organizzati laboratori per attività varie, nei quali accogliere e far operare insieme senzatetto e cittadini.

Il percorso educativo riguarda anche i cittadini.

La conclusione che da vecchio manager ho tratto è che occorra intervenire a livello di general management per coordinare dal centro il decentramento, cioè per creare un SW gestionale operativo ad accesso plurimo che consenta alle unità decentrate, articolate e centrali, pubbliche e private, ospedaliere e non, di vedere in tempo reale l’intera articolazione della domanda; di definire e seguire i singoli percorsi individuali (che iniziano da chi non accetta l’offerta del posto letto!); di dirimere i possibili fraintendimenti che possono esistere fra i vari uffici e funzioni. Il tutto aggiornato in tempo reale. Inoltre occorre coordinare i servizi pubblici con quelli privati (ad es. Caritas). L’importante è “… che non ci si dimentichi della singola Persona. Occorre passare dai Servizi di Eccellenza al Sistema di Eccellenza”. Operativamente il Centro deve funzionare da marketing anche finanziario e fa gestione finanziaria nei due sensi: raccolta ed erogazione. Fra qualche ora troverete qui di seguito il resoconto più dettagliato della prima parte della riunione.

.

.

.

Arrieccomni a voi, dopo essere andato a scoppiarmi 3 ore di sciata in Paganella, così, per mantenermi in forza, chevvoletemai, a 75 anni è un dovere, mica lo fo’ per piacer mio, mica lo fo …

.

.

Dunque, si diceva …ah sì, ricorso: che nel 2008 a BO haanno decentrato i servizi, ed è stato un disastro. Infatti, quelli i senza tetto, mica dormono, chiedono l’elemosia e mangiano nello stesso quartiere! Ragionpercui nel 2012 sono stati ricentralizzati i servizi. Un ulteriore passaggio che si è imposto è stato quello del coinvolgimento delle Persone assistite, appunto … prima solo assistite ed invece ora coinvolte, corresponsabilizzate, il che non è stato sempre facile con Persone spesso ormai “prive di volontà e di desideri”. Nel 2014 a BO è stato avviato un nuovo sistema operativo dei servizi, oggi a regime quasi al 100%. Il sistema gestisce circa 4000 passaggi l’anno di queste Persone, su 700 posti letto. Chi sono costoro? 80% fra i 30 e i 64 anni; 15% fra i 18 e i 28 anni; 6,5% anziani over 65; 70% stranieri di cui 20% comunitari e 50% extracomunitari; l’8% ha subito una carcerazione; molti sono omosessuali scacciati dalle famiglie. Spesso sono Persone presenti in Italia da tanti anni e che hanno perso lavoro, famiglia, amici e che non vogliono rientrare nel loro sistema d’origine per vergogna. Molti hanno gravi problemi sanitari, altri sono alcolisti o drogati. Vi sono poi coppie (comiugi, genitore-figlio) che non vogliono separarsi. Infine, neo-maggiorenni licenziati dalle comunità di accoglienza.

Sono stati coinvolti i cittadini, innanzi tutto per segnalare la presenza dei senzatetto. Occorre dare legittimazione alla paura dei cittadini, il che significa occuparsi del territorio e non solo delle Persone. Da parte dei cittadini sono state ricevute 300 segnalazioni, nessuna delle quali becera, ma tutte collaborative. Le competenze da attivare all’interno dei servizi non sono solo quelle degli assistenti sociali, ma anche quelle di molte altre lauree. Le persone addette ai servizi devono sapere che per instaurare un rapporto bidirezionale con le Persone, spesso occorre tempo.

.

Concludo: si tratta di un problema primario e complesso che richiede un approccio umano, organizzato, gestito e finanziato. Per il bene di tutti: dei Senzatetto e dei Cittadini. In altre parole: una sorta di Cubo di Rubik con variabili a più entrate: sta a noi essere capaci di coordinarle: del resto, se un direttore di orchestra riesce a coordinare i milioni di note dei suoi orchestrali, volete che non si riescano a coordinare alcuni uffici e poche migliaia di dati?

.


TAGS: