I POST DELLE VACANZE: ANDIAMO IN CROCIERA (prima crociera, quarta ed ultima puntata)
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Luglio, 2012 @ 5:58 amDetto altrimenti: leggetevi le tre puntate precedenti …
E qui inizia la terza parte dell’avventura. Infatti arriva Luciano Lucarda, armatore del mio collega, il Fun  FANTOIN (ITA 562), con la moglie Vichi ed i figli Matteo (4 anni) e Martina (11). Riccardo mi consegna a loro.  Con questo nuovo equipaggio parto dalle Saline alle 6 del 25 agosto e con 25 nodi di vento raggiungo Budelli. Lì ci fermiamo per una notte, e quindi il 26 traversiamo le Bocche (vento da Ovest da 5 a 20 nodi). Nuova sosta nella baia di Porto Nuovo sino al 27, e controllo della dogana francese. Nel frattempo la radio francese da’ forza nove sull’Elba. Speriamo bene!
Vichi, armeggiando con la vite senza fine della mia deriva si ferisce una mano. Segnalo volentieri, e ringrazio, gli occupanti delle barche vicine, fra i quali tre medici, che l’hanno assistita, curata e rinfrancata. Grazie, amici ed auguri, Vichi! Ed un “brava!†a Martina, improvvisatasi vice timoniere e vice skipper.
Alle ore 16 raggiungiamo Solenzara, da dove salpiamo alle 10 del 28 agosto verso Campoloro che raggiungiamo alle 4 del pomeriggio con un vento da Est di 15 nodi circa. Lì ricevo molti complimenti da barconi molto più grandi di me, sia per le mie dimensioni ridotte, che per l’equipaggio familiare che mi conduce. Uno di quegli umani ha un J 24 a Malcesine: chi sa che non ci si incontri sul Garda. Un tale poi, guardando l’armamentario che stavano scaricando dalla mia stiva, si ferma e chiede: “Ma tutta quella roba stava lì dentro?† Il 29 agosto alle ore 13 ci raggiunge Riccardo, con la macchina di Luciano, sgranocchiando una baghette di pane tenuta sottobraccio alla francese. Sbarco donne e bambini, imbarco Riccardo e Luciano  ed alle 15 salpo per il grande balzo finale. Una nota: Matteo protesta: vuole venire con noi, ma non sarebbe prudente. Quindi va in auto con la mamma, che nel frattempo ci ha preparato una gustosa spaghettata. Le previsioni francesi danno l’Elba a forza 4-5, per cui siamo tranquilli. Rotta 45°, all’inizio, per un paio d’ore, mi aiutano con il motore. Poi il vento aumenta. Bolina larga, mure prima a dritta poi a sinistra, genoa a riva, velocità 5 nodi, alla via così…
Il tramonto è bellissimo e scattiamo un paio di foto. Riusciamo a scorgere contemporaneamente Montecristo, Pianosa, l’Elba, Capraia e Capo Corso. Ricordate il Manzoni? “Era una notte di luna piena…†luce come di giorno e argento sulle onde a strafare. Meglio di così …  Raggiungiamo l’Elba con le mure a sinistra, ci ridossiamo, issiamo il fiocco (non si sa mai, un po’ di prudenza non guasta). Un paio di bordi e scapoliamo. Quindi rotta verso S. Vincenzo, o quasi. Già , quasi, perché nel frattempo non troviamo più la carta nautica che lo ricomprende. Per fortuna dal portolano ne rileviamo la latitudine: 43°06’. Procediamo quindi verso nord alla ricerca di tale posizione, sempre di bolina larga, a sei nodi. Ci accorgiamo di averla superata di 2 primi. Al lasco verso sud per due miglia, e quindi rotta 90°. Facciamo centro in pieno! Abbiamo riscoperto il “navigare per latitudini” come si faceva prima dell’invenzione dell’orologio Harrison che consentì dal 1750 di calcolare la longitudine! Nel frattempo si è fatto chiaro. Raggiungiamo a vela la prossimità del porto: si sente nell’aria il profumo del pane appena sfornato. Una onda lunga e dolce ci accompagna, insieme allo sciacquio della battigia. Entriamo a motore alle 07.00 del 30 agosto. Sob, sob … devo lasciare la mia acqua …
Arrivano in macchina da Civitavecchia la moglie ed il figlio di Riccardo (Maria Teresa ed Edoardo), mi caricano sul carrello, e quindi portiamo Luciano a Livorno dove sta sbarcando la sua famiglia. Operazione conclusa. Si torna sul Garda, ove purtroppo quest’anno non riuscirò a fare il Gorla e la Cento, sia per non abusare della disponibilità di Maria Teresa che vuole andare per funghi, sia perché devo rimettermi a posto alcuni particolari dell’attrezzatura che peraltro ha retto benissimo: infatti ho solo subito l’incrinatura del piede dell’albero (che siano i salti provocati dalle onde dei motoscafi?) il che tuttavia non mi ha impedito di terminare serenamente la crociera.
The end