SOVRANISMI O EUROPEISMI?
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Dicembre, 2018 @ 9:34 amDetto altrimenti: stato – potere – identità nazionale. Dopo: fascismi o europeismi (post 3455)
“Le identità nazionali non si danno un potere: è il potere che si dà un’identità nazionale”. Questa è l’anteprima. Ora possiamo cominciare.
Io sono un europeista convinto, da sempre. Ho potuto riscontrare che io sono più simile a un tedesco, un francese, un inglese della mia età che non a un giovane italiano. Questo è dovuto alla “universalità” dell’essere umano, all’ubiquità di sentimenti, esperienze, desideri umani simili o addirittura uguali, indipendentemente dai confini geografici e politici: in questo senso siamo “animali” sia pure di un’unica nobile razza: quella umana, al cui interno esistono tuttavia le diverse singole “nazioni”, sorte per promuovere (lodevolmente) la collaborazione, ciascuna al proprio interno. Nazioni come “famiglie fittizie”, sorte per scopi utilitaristici, sorte per evitare conflitti interni. E fino a qui tutto bene. Se non che, l’identità nazionale, creata per favorire la solidarietà al proprio interno entra in competizione con le altre identità nazionali e diventa un ostacolo alla cooperazione su più larga scala, generando conflitti esterni ben più gravi e dannosi dei conflitti interni ocche ha voluto evitare.
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“Fatta l’Italia facciamo gli Italiani” affermava Massimo D’Azeglio: lo Stato “costruito” nel 1861, pochi anni dopo si è dato il potere fascista, regime che a sua volta ha creato ed esaltato il senso di una (eccessiva e fittizia, n.d.r.) identità nazionale. Il processo in sintesi è il seguente: stato – potere – identità nazionale (fittizia). 1861: infatti, quale identità nazionale vera poteva mai esserci fra un pecoraio dell’’entroterra meridionale e un cittadino di Milano? La lingua poi … per superare i dialetti ci è voluta la TV negli stessi anni ’60, ma del 1961!
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Orbene, quando l’interesse nazionale promuove il conflitto invece della cooperazione, quando alla ricerca di compromessi e regole comuni (UE, n.d.r.) si preferisce mettere la propria nazione davanti a tutto (io tiro dritto, America fisrt, prima gli Italiani, etc. n.d.r.), l’identità nazionale diventa tossica … Glorificare identità locali o nazionali e usarle per ridurre la cooperazione su scala più ampia non è solo un calcolo sbagliato, è anche miserabile, degradante e moralmente riprovevole (Carlo Rovelli, “ Ci sono luoghi … –“ Ed. Corsera. pagg. 114 e sgg.).
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