DA RICCARDO A RICCARDO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Dicembre, 2018 @ 12:17 pmDetto altrimenti: quattro parole, così, riservatamente, fra di noi … (post 3452)
Caro Riccardo (Fraccaro), ti ho sentito dire alla TV che “noi Italiani non siamo (più) stati succubi di loro” cioè dei burocrati dell’UE, che l’Italia è sovrana e indipendente dall’UE”. Al riguardo mi permetto di sottoporti una sottolineatura: l’UE siamo (anche) noi Italiani, anzi, noi più di altri visto che siamo fra i Padri promotori. Per cui vedi bene che è questo “noi e loro” che è profondamente sbagliato, questa superficiale contrapposizione estraniante in luogo di una collaborazione immanentistica.
Per capirsi: quando lavoravo ero a capo di SpA e chiedevo (ed ottenevo) dai miei dipendenti (che chiamavo colleghi collaboratori) che si comportassero come se la SpA fosse loro, con lo stesso amore ed attenzione. Davo loro fette di potere unite a fette di responsabilità. Loro erano motivati e “felici di venire a lavorare” (così mi dicevano). Il loro rendimento cresceva e conseguentemente cresceva anche l’utile aziendale. Ma questa è un’altra storia.
Inoltre – consentimi – i contenuti (a mio avviso errati) della contrapposizione sono stati esposti con parole non condivisibili: “Noi tireremo dritto” e simili. Lo stesso risultato, anzi, uno migliore, si sarebbe potuto ottenete con affermazioni positive. Un esempio? Eccolo: “Noi siamo l’UE, noi crediamo nell’UE, noi vogliamo che ne siano rispettate tutte le regole, ad iniziare da quelle sulla ripartizione (dei costi e) degli immigrati; da quelle che non consentano più che ci siano sottratte imprese da paesi dell’UE che hanno costi del lavoro inferiori e soprattutto imposte inferiori; da paesi dell’UE che di fatto sono (anche ) paradisi finanziari-fiscali. Vedete, Signori colleghi e amici dell’UE, sono queste le cause delle nostre difficoltà: interveniamo insieme su di esse: noi siamo pronti a collaborare. Una malattia va curata con l’eliminazione della causa scatenante, non con una serie di aspirine o di purghe”.
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Quanto al vostro programma di governo, approfitto dell’occasione per citare come la pensa un mio “amico di libri”, nel senso che lui i libri li scrive ed io li leggo: si tratta dello scienziato filosofo scrittore umanista Carlo Rovelli, che nel suo ultimo lavoro “Ci sono luoghi …” (Ed. Corsera), a pag. 111 e sgg, afferma di volere votare per il partito che abbia fra i suoi programmi l’opposizione alle guerre e al riscaldamento globale; il freno alle disuguaglianze economiche e alla concentrazione della ricchezza; l’eliminazione degli arsenali atomici (ad iniziare dalla ripulitura del nostro territorio nazionale).
Ecco, Riccardo, la chiudo qui. Un cordiale augurio di buon proseguimento delle feste.
Riccardo (Lucatti)
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