MAGNA CHARTA HUMANITATIS
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Dicembre, 2018 @ 6:57 amDetto altrimenti: Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, 1948-2018 (post 3431)
La Magna Charta Libertatum è un documento scritto in latino in cui furono sanciti otto secoli fa una serie di limiti al potere del sovrano inglese: il 15 giugno del 1215 un gruppo di potenti baroni del Regno d’Inghilterra obbligò re Giovanni a concederla. Tra le altre cose, da quel momento il re non avrebbe più potuto imprigionare gli aristocratici senza prima un processo con una giuria di loro pari.
1520: Thomas More riuscì a far decretare dal Re Enrico VIII la libertà di pensiero e di espressione per i rappresentanti dei Comuni (e la relativa loro immunità!).
Seguirono i principi contenuti nella dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America del 1776 e a fondamento della Rivoluzione Francese del 1789.
La conferenza di Evian ebbe luogo dal 6 al 15 luglio 1938 nella località francese di Evian les Bains sul Lac Leman, convocata dal presidente degli USA Roosevelt, per discutere e trovare una soluzione sul problema dell’aumento del numero di rifugiati ebrei provenienti dalla Germania nazista. Si intendeva cioè gestire il movimento di profughi della Germania e dell’Austria attraverso canali di emigrazione organizzati e spingere i governi partecipanti ad accogliere un numero di profughi proporzionale alle proprie dimensioni. Ventidue organizzazioni parteciparono su base volontaria e molte di esse presentarono piani oralmente o per iscritto. Il fatto che la conferenza non espresse una condanna ufficiale della Germania per il trattamento riservato agli Ebrei fu largamente sfruttato dalla propaganda nazista.
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Il termine “genocidio” è una parola d’autore coniata dall’avvocato Raphael Lemkin, giurista polacco di origine ebraica d esperto del genocidio armeno, introdotta per la prima volta nel 1944, nel suo libro Axis Rule In Occupied Europe, opera dedicata all’Europa sotto la dominazione delle forze dell’Asse. L’autore vide la necessità di un neologismo per poter descrivere l’Olocausto, pur facendo anche riferimento al genocidio armeno. Con tale termine, volle dare un nome autonomo a uno dei peggiori crimini che l’uomo possa commettere. Comportando la morte di migliaia, a volte milioni, di persone, e la perdita di patrimoni culturali immensi, il genocidio è definito dalla giurisprudenza un crimine contro l’umanità. La parola, derivante dal greco γένος (ghénos razza, stirpe) e dal latino caedo (uccido), è entrata nell’uso comune e ha iniziato ad essere considerata come indicatrice di un crimine specifico, recepito nel diritto internazionale e nel diritto interno di molti paesi
1 gennaio 1948, la Costituzione della Repubblica Italiana: la più bella del mondo!
La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani è un documento sui diritti della persona adottato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nella sua terza sessione, il 10 dicembre 1948 a Parigi con la risoluzione 217A. Degli allora 58 membri 48 hanno votato a favore, nessuno contro, otto si sono astenuti e due non hanno votato. Questo documento doveva essere applicato in tutti gli stati membri e alcuni esperti di diritto hanno sostenuto che questa dichiarazione sia divenuta vincolante come parte del diritto internazionale consuetudinario venendo continuamente citata da oltre 50 anni in tutti i paesi. Propongo: inseriamola come insegnamento obbligatorio nelle scuole!
(“Le leggi son ma chi pon mano ad esse?”)
2018, Marrakesch, Global Compact, di fronte ai 160 delegati (sui 193 Stati appartenenti all’Onu, Italia assente! Quo vadis, Salvini?), il segretario generale, Antonio Guterres, ha invitato tutti (senza fare nomi) a non cedere “alla paura o alla falsa narrazione in materia di immigrazione”. Il Global Compact – ha detto – è “una roadmap per evitare sofferenze e caos” che ” non viola la sovranità degli Stati e non crea nuovi diritti per migrare, ma ribadisce il rispetto dei diritti umani”.
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Ieri sera al Teatro Sociale di Trento, grazie all’organizzazione e gestione della dr.ssa Viviana Gregori della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, un successo di contenuti e di presenze: sold out, tutto esaurito per la commemorazione dei 70 anni della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Mi hanno colpito la relazione introduttiva della dr.ssa Gregori e le affermazioni di Oliviero Toscani: “Io sono libero solo se gli Altri sono liberi. I diritti umani vanno proclamati e difesi da ognuno di noi singolarmente, altrimenti non se ne fa nulla. E’ necessario l’impegno, il coinvolgimento e la responsabilità diretta e personale di ogni singola persona (in ogni campo: politico, sociale, familiare, del lavoro, etc., N.d.r.)”. Siamo tutti diversi, non uguali, ed ognuno di noi è un unicum: viva la diversità che ci arricchisce”.
Ecco, in ogni campo. Quello del lavoro, ad esempio. Un “capo” senza “humanitas” (1) che non motiva i dipendenti e non ne riconosce i risultati di lavoro … be’, quel “capo” non fa il bene dell’azienda alla quale è preposto e soprattutto avrebbe molto da imparare da manifestazioni del tipo di quella di ieri sera. Direte che questo aspetto è minore di fronte al grande tema dell’umanità disumanizzata. E’ vero, ma comunque è pur necessario che qualcuno si faccia carico anche di questo aspetto e se non me ne occupo io che ho fatto il manager per una vita, chi altro dovrebbe farlo?
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(1) Humanitas. Bisogna risalire a circa 200 anni prima di Cristo perché il commediografo Terenzio (latino, ma extra comunitario in quanto nato a Cartagine come S. Agostino ed Apuleio) traducesse la parola greca “filantropia” nel termine latino “humanitas” che significa “attenzione all’interiorità del singolo individuo, rispetto dell’altro, accoglienza, etc.”.
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