I POST DELLE VACANZE: ANDIAMO IN CROCIERA (prima crociera, seconda puntata)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Luglio, 2012 @ 6:10 am

Detto altrimenti: segue dalla puntata (post) precedente

Il fiume Solenzara, alla cui foce c'è il marina. La Corsica ha montagne alte oltre 2.700 metri!

Alle 11 si riparte verso Sud. Il vento è debole, ogni tanto mi aiutano col motore (un Johnson 4 cavalli): il consumo complessivo dell’intera traversata risulterà di sette litri di miscela. La costa sfila lentamente a destra. Il paesaggio non è particolarmente bello, se non per le montagne che la ridossano.  Altre 30 miglia ed alle 18 entriamo a Solenzara. Bel porto, paghiamo solo 30.000 lire per la notte. Matteo e Riccardo vanno a cena in paese: primo contatto -positivo- con la cucina francese e la lingua genovese: già, perché il corso è molto simile al ligure e per niente al francese. D’altra parte l’isola fu venduta dai Genovesi alla Francia, ricordate? Riccardo, che è nato e cresciuto a Genova, si sente veramente a suo agio. Dopo di che, i due viveur alle 21 sono a letto nelle mie cuccette. Che dormita! Si svegliano alle 7 del mattino seguente, freschi come rose.

La Piramide nel golfo di Pinarella: come non vederla?

Salpiamo alle 8. C’è poco vento, e mentre io navigo, loro, a turno, fanno il bagno a rimorchio di una cima gialla. Alle 10 si alza un bel venticello da Nord Est. Con lo spinnaker strallato e rotta 180° tiriamo un bordo di oltre 40 miglia a circa sei nodi. Non c’è male, per essere la mia prima volta al mare! Una nota triste: davanti al Golfo di Pinarellu scorgiamo i resti di un veliero da poco naufragato contro lo Scoglio di Pinarellu, una piramide rocciosa alta 15 metri. Che pena vedere i suoi bei due alberi in legno emergere ancora paralleli dal mare, ed il fiocco ancora arrotolato sul strallo di prua! Come potrà essere successo? Il mare non poteva essere stato agitato, perché altrimenti le onde avrebbero fracassato il relitto, che invece sembrava ancora in buono stato a giudicare appunto dal parallelismo dei due alberi. Restiamo scossi da questa vista.

 

Torri liguri in Corsica

Superiamo d’un fiato Porto Vecchio. A questo punto, l’avrete capito, il navigare è tanto bello che proseguiamo la nostra galoppata verso la Sardegna, mantenendo la rotta 180° ed allontanandoci quindi dalla costa della Corsica. Altri velieri, tutti di dimensioni maggiori delle mie, seguono la stessa rotta, con lo spinnaker a riva. Ci sentiamo subito ingaggiati (va bene che siamo in crociera, ma tant’è…) Stralliamo al massimo il nostro spinnaker, mentre gli altri poggiano un po’. Indi lo ammainiamo e guadagnamo qualche miglio di bolina. Quindi diamo di nuovo spi e puntiamo sull’ isola di S. Maria, la raggiungiamo e la scapoliamo, mentre gli altri devono fare un bordo sotto costa: abbiamo vinto questa insolita regata!

 

Capo d'Orso (Palau)

Superiamo quindi Budelli, Spargi, la Maddalena. Siamo di fronte a Palau alle 16,30. Cala il vento ed arrivano le onde incrociate dei “ferri da stiro” lanciati a trenta nodi sull’“autostrada” Porto Cervo-Budelli (in attesa della creazione dell’atteso parco naturale, l’ottimo Ministro Burlando potrebbe iniziare a limitarne la velocità in questi canali interni, nè più nè meno di come si fa per le auto all’interno dei centri abitati). Ci concedono la precedenza, ma non si preoccupano nè di rallentare nè di allontanarsi dalla tua rotta: le loro onde ci fanno saltare come birilli e addio abbrivio. E questa è la seconda nota negativa. Tiriamo faticosamente qualche bordo cercando di evitarli e, inseguendo i salti di vento, doppiamo Capo d’Orso ed alle 17,26 del 6 agosto ormeggiamo nella Baia delle Saline, nostro punto d’arrivo. Abbiamo navigato per 31 ore e 26 minuti percorrendo circa 140 miglia (dobbiamo fare i conti con i bordeggi e le inesattezze del log). Siamo “stanchi, ma contenti della bella traversata compiuta”.

Nei giorni seguenti scorazziamo per l’arcipelago, con vento da est, una brezza di circa 8 nodi, che si leva alle 10 circa e dura sino a sera, troppo debole per darci la forza di sopravvivere (velisticamente parlando, s’intende) alle onde dei motoscafi. Occorre quindi tenerci vicini alle coste e cercare di evitare l’autostrada citata. Ma quando arriva il Ponente, il Maestrale, quello che fa volare le barche a vela e rallentare i motoscafi?