FUNIVIA TRENTO – BONDONE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Dicembre, 2018 @ 11:45 am
Detto altrimenti: alcune riflessioni (post 3417)
Oggi, sul quotidiano “Trentino” a pag. 17, l’intervento di un albergatore del Bondone (Alberto Barbieri) in favore della funivia di collegamento con la città mi fornisce lo spunto per ritornare sull’argomento, in favore della realizzazione di questa grande opera infrastrutturale.
Il rapporto città-montagna. Credo che Trento sia l’unica “Città di montagna” delle nostre Alpi non collegata via cavo con la propria montagna. Vorrà pur dire qualcosa se le altre (Bolzano, Merano, Bressanone, Innsbruck, Briancon, etc) lo sono. Non dobbiamo “portare la città in montagna” (cioè costruire una Trento 2000 in quota) ma occorre “portare la montagna in città” rendendola accessibile da chi sta in città. Qui a fianco: in salita, “faticosetto”!
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Il surriscaldamento del clima. Anche in previsione di questo effetto (innevamento sempre più problematico) occorre continuare a poter valorizzare la risorsa “dislivello”, ad esempio inserendo questa risalita funiviaria nei percorsi cicloturistici delle decine-centinaia di migliaia di cicloturisti che transitano per la Valle dell’Adige. Qui a fianco: in discesa, molto meglio!
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Il cicloturismo. settore in fortissima espansione, l’opera in questione darebbe un enorme valore aggiunto al già pur forte sistema delle nostre piste ciclopedonali, sistema che potrebbe essere venduto come: “Dal Lago di Resia al Garda”; “dal Brennero a Verona”; “da Resia a Bassano del Grappa”; “dal Passo della Mendola al Passo del Tonale”; “dal Passo del Tonale a Merano”; “dalla Val Venosta al Garda”; etc. molto spesso passando per Trento. Non sono fantasie le mie: la stragrande maggioranza dei percorsi citati esistono già, anche se non del tutto completati e/o conosciuti. Soprattutto ora che si comincia finalmente a riparlare della ciclabile sulla sponda orientale (veronese) del Lago di Garda.
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L’economia e gli studi di settore. La Provincia Autonoma di Trento li ha già fatti e li può mettere a disposizione di tutti gli interessati. L’Austria (Tirol Mountain Bike Safari) ha già messo in rete 17 funivie le quali in estate offrono un percorso di oltre 700 km di discese, con quel che comporta in termini di indotto economico. Vi siete informati sull’indotto di una semplice bici-discesa di 50 km, la Dobbiaco-Lienz?
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La montagna. Il CAI Centrale ha editato numerosi Quaderni (reperibili in internet) su come usare la bicicletta in montagna.
La città. Trento ne guadagnerebbe essa stessa. Infatti l’età media della popolazione è in aumento, il turista è statisticamente e numericamente sempre più vicino alla soglia della anzianità (oggi posta a 75 anni) e forse preferisce alloggiare in hotel in Città, andare a sciare qualche ora, rientrare e godersi il nostro centro storico. Gli hotel in quota sarebbero invece per il turismo più sportivo.
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Il progetto e la SpA realizzativa. E quindi si dia avvio al progetto, magari con una società mista pubblico privata, una “public company” nel senso anglosassone e cioè “pubblica” non perché proprietà della Pubblica Amministrazione, ma perché proprietà dell’insieme dei cittadini! E si inizi a superare gli impasse tipicamente italiani che non si progetta in modo compiuto perché non si è sicuri del successivo finanziamento e non si finanzia perché il progetto non è ben articolato: il primo passo in questa direzione è dotarsi quanto meno a livello mentale, del General Management che coordini le singole fasi della progettazione. Il nome della SpA? “Trento 2000”.
Il linguaggio del dibattito. E’ chiaro che io sono tendenzialmente favorevole all’opera, così come altri le sono tendenzialmente contrari: il fatto è che tutti noi dovremmo smettere di usare parole che vogliono argomentare con volute parzialità e unilateralità; parole che vogliono persuadere senza che chi le ascolta abbia tutte le informazioni giuste per dare una risposta consapevole e libera: ecco la necessità di un Progetto Generale ben strutturato.
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