CROCIFISSO SI/NO/SI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Novembre, 2018 @ 11:17 amDetto altrimenti: ogni fase ha un significato diverso (post 3414)
- C’era una volta il Crocifisso in ogni scuola. All’ “epoca” (anni ’50 – ’60) la sola religione “diversa” nelle nostre scuole era quella ebraica: un mio compagno di classe (M.O.), oggi Presidente dell’Associazione Ebraica della sua città, all’inizio dell’ora di religione usciva dall’aula. Tutto qui. Nessuno lo discriminava, anzi l’amico rientrava nel “gruppetto di testa” della scolaresca: quelli più bravi sia nelle varie materie (M. era una capatanta!) che a ginnastica.
- Qualche anno fa la politica ha deciso di togliere il Crocifisso dalle aule scolastiche per non mettere in imbarazzo/offendere (?) i ragazzi di altre religioni.
- Alcuni anni fa un nostro politico ha indossato ironicamente una maglietta che agli occhi dell’ Islam è suonato come una bestemmia: in paese lontani dal nostro c’è stata una reazione violenta con l’uccisione di alcuni nostri correligionari.
- Pochi giorni fa la politica locale ha deciso di far piantonare una/più chiese da guardie armate.
- Subito dopo la stessa politica ha deciso di far rimettere il Crocifisso nelle aule scolastiche.
Ecco, raga, io credo che quanto fatto al punto 2 sia stato un errore. Infatti, avere lasciato al suo posto il Crocifisso non sarebbe suonato come una provocazione e avrebbe invertito l’onere della motivazione: sarebbero stati gli altri a dire perché avremmo dovuto toglierlo. Ora invece siamo noi che dobbiamo dire (ci crederanno?) che non è una provocazione ed anche dire perché vogliamo rimetterlo! Quali reazioni ci potranno essere? Scialla raga, calma: la nostra politica è previdente! Infatti, prima mette le guardie armate, solo dopo rimette i Crocifissi!
Sono un malpensante? Sarà anche vero, ma …”Piensa mal y acertaràs”
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