GUARDATE AVANTI!
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Novembre, 2018 @ 7:49 amDetto altrimenti: cosa hai fatto fino ad ora? Cosa farai domani? (post 3410)
Questo è un postaltrui, cioè non sollecitato nè tanto meno scritto da me.
Inizia
“Avere una direzione nella propria vita è essenziale. Il cervello è il nostro miglior alleato. Diamogli le giuste informazioni e rispettiamo i valori della vita.
Leggere, studiare, mettersi in gioco, rispettare prima il nostro corpo, la natura e il prossimo. Mettiamo in evidenza i nostri valori. Non abbiamo paura di sfidare il domani rispettando il passato e il presente. Senza queste tre dimensioni non ci sono valori.
Iniziamo con piccole cose, iniziamo ora, lasciamo che le cose ben fatte ci gratifichino.
L’assenza di dialogo porta al nostro isolamento: se non sentiamo, non ascoltiamo il richiamo degli altrio, se “tiriamo dritto”, se crediamo di poter fare senza gli altri, se quello che dicono gli altri “non ci interessa”, be’ allora diventiamo cattivi, aggressivi, isolati dal mondo e tristi nella nostra solitudine.
In tal caso, il contatto umano (fonte binesauribile di esperienza; la cultura; il dialogo diretto; l’emozione dell’uno e dell’altro; il darsi la mano, toccarsi, baciarsi ecc.) non farà più parte di una vita libera e senza condizionamenti: saremo automi a disposizione di chiunque abbia la capacità di entrare in noi, nel nostro cervello e farci fare ciò che vuole. Magari attraverso una rete web.
E la cultura, dove la mettiamo? Quella reale. Quella palpabile e mnemonica? Continuiamo a cercarla, non lasciamo che la noia ci pervada! Scrivere, leggere, disegnare, scarabocchiare, strappare, raggomitolare, fra aeroplanini e barchette, sulla carta e di carta. Si potrà e si saprà scrivere con la matita, girare le pagine di un quaderno, di un libro, di un fumetto … con le mani?
Se trascureremo questi valori e con loro tanti altri, saremo dei perdenti perché vinceranno le macchine digitali, i cellulari, i tablet e chi ne ha più ne metta: in breve, perderemo la dignità di esseri umani. Non avremo più bisogno di spazio per la raccolta dei libri, delle lettere, dei diari ecc. Non ci saranno più giornali, libri , fumetti e carte in giro per la casa.
Non dovremo più preoccuparci di avere nella nostra libreria espressioni della cultura, quali Manzoni, Dante, Hugo, la Bibbia, Plutarco, Omero, l’Odissea, l’Iliade, i classici russi, le carte geografiche ecc. per prendere in mano questi libri ogni tanto e sfogliarli per rifarci la mente e gli occhi.
Ben venga quindi il futuro progressista ma, per favore, non dimentichiamo la nostra natura di esseri umani, creati con capacità di intendere le volere”.
Gianfranco Peterlini
Finisce
Prendo lo spunto da uno dei punti trattati da Gianfranco: quello sui giornali di carta. People love paper: la gente ama la carta, per significare che le gente ama i libri e i giornali di carta. Ecco, i giornali, il giornalismo di analisi e di critica: qualcuno sta pensando che non serve più, che basti un nuovo MinCulPop che dia informazioni unidirezionali, tanto qui “Si lavora, non si fa politica”.
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Mauro Calabresi (Repubblica 13.11.18, pagg. 1 e 14) ci mette in guardia contro quattro tentativi di truffa:
- “E’ una truffa presentare come meravigliosa l’idea che il futuro dell’informazione sia il rapporto diretto tra il potere e i cittadini, senza più bisogno di media e soprattutto dei giornali. Questa idea sarebbe solo propaganda (e non informazione) dalla quale diventerebbe molto più difficile difendersi”.
- “E’ una truffa che chi governa si presenti come vittima … e squalifichi chiunque possa criticarlo, indicandolo al servizio di presunti contro-poteri”.
- “E’ una truffa essere il potere ma pretendere di avere i caratteri dell’opposizione e delle persone comuni, solo per non rispondere dei propri atti”.
- E’ una truffa chiedere al giornalismo di essere asettico e senza opinioni: sarebbe il tentativo di trasformarlo in un megafono e svuotarlo di senso critico.
Condivido quanto scritto da Mauro Calabresi. Di mio aggiungo: “cultura” è l’insieme delle conoscenze: non dobbiamo ridurla al “sapere dove andare a cercare conoscenze che non abbiamo”. E poi la scuola: ci deve dare un po’ meno di capacità (so riassumere un racconto che ho appena letto) e un po’ più di conoscenza (ne so trarre conclusioni significative).
Fine del postaltrui e delle mie considerazioni.
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