SOCIOLOGIA DELLA SOCIETA’
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Novembre, 2018 @ 10:28 amDetto altrimenti: una tautologia, una ripetizione? Si, vabbè, ma così almeno catturo la vostra attenzione (post 3397)
Anteprima
Sono laureato in giurisprudenza, “ma” ho fatto il manager per una vita; “ma” oggi alcuni amici mi dicono che avrei dovuto laurearmi in Scienze Politiche; ”ma” io penso … forse in sociologia! Il dubbio mi è venuto da quando sono andato in pensione (9 anni fa, a 65 anni con oltre 35 di contributi: un antesignano quindi, rispetto all’attuale quota 100!) ed ho avuto tempo e modo di leggere e pensare non solo a organizzazione e gestione aziendale, budget, piani pluriennali, gestione del personale, bilanci, bandi di gara, certificazioni di qualità, finanza, risultati economici, fisco etc. (cheppalle però!).
Fine dell’anteprima. Ora posso cominciare.
Due post fa (“All’attacco su quattro fronti”) mi sono soffermato brevemente su un recente attacco alla borghesia. La stessa mattina, -“ma” due ore dopo la pubblicazione del post – sono uscito ed ho comperato due quotidiani: uno locale ed uno nazionale, quello che una certa politica ha invitato i lettori a non acquistare per “punirlo” del suo non allineamento. A pag. 8, l’intervista al sociologo Giuseppe De Rita. Il pensiero che mi permetto di estrarre dalle sue parole è il seguente: “Il ceto medio italiano non è riuscito a evolversi in borghesia, cioè in un classe sociale che ha coscienza di sé, delle proprie responsabilità e si fa anche carico di un interesse generale … il ceto medio aspira a diventare borghesia, ma non ci riesce e ne invidia il successo … la sola speranza è nelle nuove generazioni che vanno a studiare all’estero ed entrano in contatto con una società nella quale la borghesia ha un ruolo centrale. I nostri figli diventeranno borghesi grazie alla globalizzazione”.
De Rita, fondatore del Censis, è pervaso da un pessimismo ottimistico. Qui a Trento, mesi fa, durante un convegno, gli sentii citare questo aneddoto:
Due amici si incontrano. Il primo: “Come va?” Il secondo: “Ho problemi in famiglia, di salute e sul lavoro”. Il primo: “E il resto?” Il secondo: “Il resto tutto bene, grazie”. Il primo: “Ed allora ricomincia da lì”.
Ed allora anche noi, amiche ed amici, coraggio! Ricominciamo dal “resto”, quello che va (ancora) bene, e cioè la libertà di pensiero e trasformiamoci da ceto medio in borghesia: facciamoci carico della responsabilità a cominciare da quella delle nostre idee!
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