DEMOCRAZIA DIRETTA? NO, GRAZIE!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Settembre, 2018 @ 5:58 am

Detto altrimenti: sarebbe la morte della democrazia         (post 3326)

(“diretta”, participio passato di un verbo della seconda coniugazione, che pertanto ha sempre significato passivo: diretta da chi?)

Caro blog ti scrivo … già, perché tu sei un po’ come il mio diario personale, segreto … aperto a tutti!

220px-Antonio_Caprarica,_2013.

Una frase detta alla TV dal figlio del defunto cofondatore di un partito, gestore di una rete (oggi al co-governo): Presto il parlamento non servirà più”. Un’altra detta da un famoso giornalista (Antonio Caprarica), con aria preoccupata “Fra i programmi del governo mi preoccupa il punto sulla democrazia diretta”. E mi è scattato l’allarme, poi rafforzato dai dettagli dell’operazione:

  • referendum propositivo senza quorum;
  • obbligo di calendarizzazione per il parlamento;
  • vincolo di mandato per i parlamentari.

 Ma allora mi sono detto: se le cose stanno così, le leggi saranno fatte da chi ha il controllo della rete, attraverso di essa dell’elezione dei parlamentari e dei parlamentari stessi. Cioè questa sarebbe la via democratica per la distruzione della democrazia.

bdr

Con la partecipazione dell’Associazione Più Democrazia in Trentino

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Ieri passeggio per Trento, in Piazza Dante. Un grande pullman “Democrazia Diretta in tutta Europa – con tutti per tutti – Omnibus fuer Direkte Demokratie in Deutschland”. Mi incuriosisco anzi mi insospettisco, mi avvicino, mi offrono una locandina: peggio mi sento! Trento è una delle tre città in tutta Italia per godere del privilegio dell’anteprima di quella che dal 26 al 29 settembre a Roma sarà il “Global Forum on modern direct democracy”.

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              Quo vadis Europa?

Che combinazione! Trento città fortunata! Anche in lingua tedesca (così i Trentini si rassicurano!), proprio a ridosso delle nostre elezioni amministrative, questo “omnibus” che – si dichiara – gira per l’Europa da 30 anni. Ecco, ci mancava … il riferimento all’Europa, l’Europa, così la smetteremo di dire che il nostro attuale governo romano è “contro” l’UE. La ciliegina Europa. Ma già … ora ricordo: recentemente un altro politico di quel gruppo ha dichiarato che presto lui ed un suo collega ungherese avrebbero governato l’Europa. Mi viene in mente una frase del regime tedesco della seconda guerra mondiale: “Wir werden weiter marchiren wheil Heute gehert Deutschland und morgen di ganze Welt”

Mi avvicino, mi parlano: “Ma lei, si sente rappresentato dal parlamento? Occorre invece che le leggi siano fatte anche dai cittadini, con referendum propositivi a quorum zero … sa … è così difficile raggiungere il quorum … e poi, quale quorum? Come si fa a stabilirne il livello?” Ho capito. Purtroppo ho capito. Ma non è finita: leggo con più attenzione la locandina e scopro che nel pomeriggio del giorno dopo (18 settembre) presso l’Aula 7 della Facoltà di Giurisprudenza – accesso da Via Rosmini, 27) si terrà un forum sull’argomento. Con il patrocinio del Comune di Trento e dell’Università di Trento.Scan 2 Ma come, mi dico!? Il Comune patrocinia una iniziativa contro la democrazia parlamentare? E l’Università accetta di fare questa dis-cultura? Che fare? Ho deciso, scrivo alla stampa locale. Ecco qui la mia lettera che spero sia pubblicata:

“DEMOCRAZIA DIRETTA, MA DA CHI?

Egregio Direttore, oggi in Piazza Dante vedo un pullman che reclamizza la democrazia diretta, un concetto che fa parte del programma di un partito di governo. Mi avvicino, mi danno un depliant nel quale vedo che l’iniziativa è patrocinata dal Comune e dall’Università.Scan 2 Parlo con una del loro gruppo che mi dice che io dovrei aderire perché i cittadini non sono più rappresentati dal parlamento, che quindi occorre referendum propositivo quorum zero, che le leggi devono essere fatte sì dagli eletti ma anche dal popolo, insieme al popolo.

Sono rimasto esterrefatto che una simile iniziativa sia patrocinata dal Comune e dall’Università, una iniziativa che va contro la rappresentanza parlamentare, che supporta uno dei punti dell’azione politica di un partito, i cui alti esponenti hanno pubblicamente dichiarato che “Presto il Parlamento non servirà più”.

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Per chiarire cito un libro di Umberto Eco, “Il fascismo eterno”, un libro piccolo piccolo ma con verità grandi grandi: prima edizione in Cinque scritti morali, 1997; prima edizione La nave di Teseo, 2018, €5,00. Si tratta di una cinquantina di paginette scritte molto larghe ma di enorme peso specifico.

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220px-Aldo_Cazzullo_(cropped)E’ l’opera di Eco più venduta in assoluto, più del Nome della Rosa, recentemente citata dal giornalista Aldo Cazzullo su Corsera del 5 settembre 2018 pag. 27, sotto il titolo “La fine del parlamento e il fascismo eterno”. Eco parla di molti aspetti di una “cultura” fascista: la verità politica annunciata una volta per tutte; il governo del fare, l’azione per l’azione; la paura del diverso; il disaccordo è tradimento; la xenofobia; il militarismo; la guerra al pacifismo; il disprezzo per i deboli; siamo tutti eroi, etc.. Tutto questo per analizzare le molte componenti che, singolarmente o in combinazioni diverse, sono comunque fascismo, un fascismo che sia pure sotto spoglie diverse, permane anche oggi e permea alcune forze politiche. Tra queste, la componente che mi ha maggiormente colpito perché più attuale è indicata al n. 13 di pag. 45:

download“Il fascismo eterno si basa su un populismo qualitativo. In una democrazia i cittadini godono di diritti individuali, ma l’insieme dei cittadini è dotato di un impatto politico solo da un punto di vista quantitativo (si seguono le decisioni della maggioranza). Per il fascismo eterno gli individui in quanto individui non hanno diritti, e il “popolo” è concepito come una qualità, un’entità monolitica che esprime la “volontà comune”. Dal momento però che nessuna quantità di esseri umani può possedere una volontà comune, il leader pretende di essere il loro interprete … il popolo ha perso il potere di delega … è ridotto a ruolo di finzione teatrale … non serve più Piazza Venezia o lo Stadio di Norimberga … nel nostro futuro si profila un populismo qualitativo TV o Internet, in cui la risposta emotiva di un gruppo di cittadini ben selezionato può venire presentata e accettata come la “voce del popolo”. Questo populismo qualitativo deve opporsi ai putridi governi parlamentari (il parlamento, bivacco per manipoli di triste memoria )”… Ogni qual volta un politico getta dubbi sulla legittimità del parlamento perché non rappresenta più la “voce del popolo”, possiamo sentire l’odore di Fascismo”.

Con la fine della rappresentanza parlamentare non avremo la democrazia diretta: avremo la morte della democrazia.

P.S.: in altre parole, in una SpA comanda chi detiene il pacchetto di maggioranza, cioè almeno il 51% delle azioni. Ma se l’azionariato è diffuso, disorganizzato, distratto, allora chi detiene anche solo il 10-20% delle azioni (il cosiddetto pacchetto di controllo) ha il pieno potere sulla SpA.

Alle 17,30 sono stato al convegno. La presentazione da parte della Presidente dell’Associazione ospite del bus Omnibus ha voluto chiarire che la democrazia rappresentativa parlamentare non è la sola forma di democrazia: esiste anche quella diretta, quella “a sorteggio” etc.. La presidente ha poi impostato il discorso sul rapporto fra democrazia e potere, nel senso che la democrazia è anche “divisione e distribuzione del potere fra i diversi livelli” (verticali, n.d.r.), nel senso che gli eletti – nella fase di amministrazione – dovrebbero cedere in po’ del loro potere agli elettori.

E’ seguita la presentazione in lingua tedesca del bus omnibus da parte del suo autista e di un attivista del Sud Tirolo (anche in funzione di traduttore).

La prima relazione è stata di un professore (non ordinario) universitario di diritto amministrativo che ha dimostrato come nel governo di  UNITN non vi sia democrazia.

A questo punto io ho abbandonato la riunione per altri impegni assunti. Osservo: probabilmente la coincidenza dell’argomento con uno dei punti del programma dell’attuale governo non è stata voluta, ma da parte del Comune è stato quanto meno imprudente non averla colta. Nella sostanza se fossi intervenuto avrei citato i tre passaggi storici del significato della democrazia (potere sul popolo; strapotere del popolo; potere del popolo, per evidenziare come oggi si stia regredendo verso lo strapotere del popolo delle reti, e come invece sarebbe necessario arrivare ad un quarto significato, e cioè democrazia come autonomia, nel senso che quando al centro vi sono spinte autocratiche e antidemocratiche, allora tanto più sorgono e devono sorgere spinte autonomistiche locali anche per il mantenimento della democrazia locale.

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