BICICLETTA E’ POESIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Luglio, 2018 @ 4:46 pmDetto altrimenti: poesia dal greco poieo, creo …Â Â (post 3266)
(I soci FIAB raccontano …)
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Creare. Far nascere sogni, creare percorsi, nuovi punti di vista di paesaggi peraltro già noti, frequentarli in orari diversi … La “Busa†dell’Altogarda Trentino. Un circuito di circa 60 km di piste ciclabili, dalle quali si dipartono salite interessanti (in senso orario, da ovest verso est: la strada Ponale che poi si biforca e a destra ti fa arrivare al Lago di Ledro, a sinistra a Pregasina e a Cima Larici (ciclabili). La “Pinza†che conduce a Campi (ciclabile) e prosegue fino a Malga Grassi a 1000 metri. La strada che da Arco sale a sinistra a Padaro e quindi al Rifugio S. Giovanni; una ciclabile nascosta che da Arco, ripidissima e cementata, conduce alla località Volta di Nò; le due strade che salgono al Passo del Ballino; la ciclabile che porta verso nord a Vezzano, Terlago, Cadine; la salita a Ranzo e poi, ciclabile, al Lago di Molveno; quella al Lago di Cavedine; la salita al Bosco Caproni e alla Valle dei Laghi; la salita al passo Bordala; le tre salite da Arco e Torbole a Nago; la salita verso il Monte Baldo; etc.). Insomma c’è di che saziarsi.
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Ma … si diceva … “creare†percorsi. Io l’ho fatto oggi. Sentite un po’. Salgo da Riva del Garda al Passo del Ballino, appena superato il quale abbandono la SP 37 e prendo a sinistra uno stradello sterrato, saliscendi di 4 km nel bosco: la vecchia strada romana. Poesia: nessuno nei paraggi, silenzio interrotto solo dallo sfrigolare della ghiaia e della terra sotto le ruote.
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Un’edicola con il Crocifisso: mi fermo per un ringraziamento, un saluto.
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Poco più avanti un puledro: “Vieni qui dentro, nel recinto, vedremo chi è più veloce†sembra dirmi!
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Proseguo. Lo sterrato finisce. Raggiungo la SP 5 che da Fiavè conduce a Balbido, il Paese Dipinto grazie ai suoi bei murales, dove ha la casa un mio amico, Marcello Farina. Chissà se è in casa. Pedalo di nuovo in salita: Cavrasto, Balbido. No, Marcello non è in casa. Gli lascio un biglietto di saluto nella fessura del battente della porta. Risalgo a Rango, mi mantengo in quota: il paesaggio della vallata circondata dalle Giudicarie Esteriori è splendido: ampio, soleggiato, di grande respiro. Segue discesone entusiasmante su asfalto perfetto, in alcuni punti a 60 kmh, tornanti sciistici, entusiasmanti, fino a Ponte Arche.
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Sosta per uno spuntino a Terme di Comano (una banana + acqua e sali).
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Riparto. Un po’ di SP ex SS 237 e finalmente la ciclabile del Maso Limarò (nella foto, vista dall’alto).
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Maso Limarò. Peccato che l’iniziativa di attivarlo come maso ciclo-adventure-turistico non abbia funzionato. Bellissima la ciclabile, sull’orlo dello splendido canjon, in quella che una volta era la sede stradale.
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Scendo di volata a Sarche.
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Ciclabile fino a Pietramurata, deviazione a sinistra fino al Lago di Cavedine. Una spaghettata + coca cola + caffè al bar del Wind Valley Center dell’amico Andrea Danielli. Pediluvio nel lago. Riparto.
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Le Marocche, Qui a fianco, le Marocche, la ruina dantesca: Inf. XII, vv. 4-6: “Qual è quella ruina, che nel fianco / di qua da Trento l’Adige percosse / o per tremuoto o per sostegno manco ” … Poi a Drò.
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Ceniga, tuffi dal ponte romano
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Poi Arco, Riva. Totale 70 km. Utilizzata e-mtb, consumo elettrico 80%. Dislivelli totali in salita m 800. Da Sarche in poi, al ritorno, vento contrario (la famosa Ora del Garda). Dalle 08,30 alle 14,30, molte soste comprese.
Cosa? Volete conoscere le mie misure? Eccole: 75, 80, 120. 75 anni (quasi); 80 kg (un po’ troppi); 120 battiti cardiaci da non superare. Allenamento? Quest’anno sono a 2000 km pedalati (30% elettrico; 70% normale).
Dice … ma la poesia? Eccola, una mia piccola piccola:
BICI, PERCHE’?
Perché
in una chiesetta al Ghisallo
riposa sospesa
antica reliquia a pedali.
Perché
insieme a lei
tu scali la vetta
compagno soltanto a te stesso.
Perché
ti ha insegnato
ad alzare più spesso lo sguardo
a scrutare che cielo farà .
Perché
sempre incontri qualcuno
che non ha timore
di aprire la sua vita al vicino.
Perché
con il vento dei sogni
giocando
ritorni un poco bambino.
Perché
restituisce
ad un uomo affannato
profumi di suoni e colori.
Perché
in salita
ricorda ad ognuno
che volendo e insistendo si può.
E poi … perché no?
Good bike & good FIAB everybody!
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