TIRO AL BERSAGLIO UMANO IN CALABRIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Giugno, 2018 @ 5:52 am

Detto altrimenti: roba da KKK!         (post 3220)

Il clima che si genera … le affermazioni che innescano odio … (“è finita la pacchia”) nei giorni in cui annegano 60 persone; nel giorno in cui si spara ad altre; nel giorno in cui ci si fa rimproverare dalla Tunisia; nel giorno in cui uno schiavo dice “Questa qui per noi non è certo una pacchia!”

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Calabria si spara (3 giugno 2018). Roba da KKK! Roba da Portella della Ginestra (1 maggio 1947). Con un fucile di precisione, quattro colpi da 150 metri, due a segno: muore colpito alla testa il giovane sindacalista Sacko Soumayla, padre di una bimba di 5 anni. Ferito alla gamba Madiheri Drame, 30 anni; illeso Madoufoune Fofarne, 27 anni: evvabbè, la prossima volta si può migliorare (!)

Sacko cercava di difendere i diritti dei suoi colleghi schiavi che lavorano a 3 euro l’ora, anzi, cercava di far “nascere” in capo a loro diritti che sono loro negati. Schiavi al lavoro nero, nero due volte: nero perché non pagato, nero come la loro pelle.

“Se sei disoccupato la colpa è degli immigrati!”. Ma noi Italiani bianchi accetteremmo mai di lavorare come quei “neri”? No, noi vogliamo il reddito di cittadinanza e far lavorare loro in quelle condizioni. Semplice.

Nel post 3200 “Democrazia e fake news” (cfr.ivi) evidenziavo come di un’affermazione non conti tanto il fatto se sia vera o falsa, ma la reazione che determina in chi l’ascolta. Ecco, certe irresponsabili affermazioni contribuiscono ad indurre qualcuno a sparare. Come quando quel tale ministro indossò una camicetta blasfema per i musulmani, causando l’uccisione per vendetta di nostri correligionari in oriente.

Le reazioni? Ormai siamo alla seconda sparatoria contro i “neri”, dopo quella – recente –  di quel tale con la pistola. Ora siamo al fucile. La prossima volta cosa useremo? Un Kalashnikov?

La TV ci mostra la meno-che-una-baraccopoli dove vivono gli schiavi: nemmeno ai tempi dell’antica Grecia e di Roma erano trattati così! Peggio delle bestie, letteralmente. Tutti noi vediamo. Le autorità vedono. Ma la schiavitù continua. Ora inoltre è cominciato il tiro al bersaglio dei loro sindacalisti. Oggi laggiù si sciopera. Io Vorrei vedere in sciopero tutti i nostri sindacati “bianchi” di pelle. E noi? Noi mangiamo i “loro” pomodori rossi. Rossi di sangue. Retorica la mia? No, indignazione contro la superficialità, la pressapocaggine, l’indifferenza, l’ipocrisia.

Schiavo, che brutta parola! Meglio dicevano gli Inglesi che i loro schiavi in India li chiamavano coolies. E noi? Noi li chiamiamo immigrati, lavoratori irregolari. Ma schiavi no, suona male, offende la nostra sensibilità … quando mai  … coolies e immigrati fa più fine, volete mettere?

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