TIROLER KAISERJAEGERWEG
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Giugno, 2018 @ 6:27 amDetto altrimenti: la strada dei cacciatori delle Alpi tirolesi dell’imperatore  (post 3217)
.
.
.
Trentino, lago di Caldonazzo, Caldonazzo paese. Da lì la una strada militare sale all’Altopiano dei Sette Comuni verso Asiago. Una strada “di costaâ€, con viste a strapiombo veramente entusiasmanti.
.
.
.
.
Anni fa, più giovane ciclista, l’avevo scoperta e percorsa per caso: sterrata, le strette gallerie … ovviamente ripida nonostante i molti tornanti. L’ho ripercorsa anni dopo, in auto, asfaltata. Peccato, mi sono detto, è stato cancellato un pezzo di storia (a fianco: foto da internet)
.
.
.
.
.
.
.Per fortuna è stata “salvata†una galleria, a ricordo di quello che fu: l’automobilista è avvertito del (limitato) ingombro di ogni veicolo.
.
.
.
.
.
Ieri ho ricevuto alcune foto-da-indovinare. Me le ha inviate un’amica ciclista, Lucia, alla quale avevo parlato della strada: la didascalia della prima recita “Adessoâ€. Io rispondo “Kaiserjaeger?â€. Mi scrive: “Si!â€. Svelato il segreto, seguono altre foto, fra le quali la foto bellissima, qui a fianco,  che da sola merita un post. Adesso ho voglia di tornare anch’io sulla Kaiserjaeger, solo che dovrò farmi aiutare un po’, userò la e bike. Sapete … quegli gli anni non è che proprio non contino nulla ed il mio amico medico mi suggerisce di esagerare, di non voler fare un regalo all’INPS anche se ne avrebbe bisogno, ora che stanno per arrivare le riforme pensionistiche gialloverdi! Però io mi sono detto: ecchè, mica ci devo pensare io al fabbisogno finanziario dell’Ente!
.
.
.
Le (mie) grandi salite! Sto collezionando i fascicoli “La bicicletta” de Il Corriere della sera e La Gazzetta dello Sport. Il n. 3, “Le grandi salite 1”. Fra di esse ne ho riconosciute come mie ben tre: Galibier, Ghisallo, Izoard, solo che … io le ho fatte tutte “contromano”! Ma si può? Però … mica è colpa mia se abitavo (Ghisallo) o ero in vacanza (le altre due) dal lato “sbagliato”? Prendiamo l’ Izoard: ero in vacanza a Cesana Torinese il che vuol dire che prima e dopo mi sono dovuto “fare” i 500 metri di dislivello del Monginevro, all’andata e al ritorno. Quindi, sceso dal Monginevro a Briancon bassa, ho girato a sinistra, sono salito a Cervieres (paesino che in inverno raggiungevamo da Monginevro-Colletto Verde con un fuoripista di 15 km!), da Cervieres sono salito all’Izoard che poi una volta sono sceso dalla parte opposta – quella giusta – fino al laghetto Roche de Rame dove però c’era mia moglie con costumi da bagno e l’auto per il ritorno!
.
E del Galibier? Lo stesso approccio, solo che a Briancon “ho girato” a destra fino ai 2000 metri del Lautaret per poi salire al Galibier, Telegraf, Moncenisio, e scendere a Città di Susa e Cesana Torinese.
Il Ghisallo? Eccolo. Abitavo a Monza, ciclista da un mese. Vado verso nord e riesco a salire il Ghisallo da sud, dal versante meno ripido. Arrivato al passo mi dico: “Andiamo a vedere com’è questa famosa salita, scendiamo a Bellagio che poi per tornare a casa è … tutta discesa (!?)  in quanto si va da nord a sud” (ah … ah … l’illusione!). Detto fatto. In totale 115 km, roba da cadere per terra dalla stanchezza, un te’ zuccherato ogni bar, è stata dura ma ce l’ho fatta, come gli eroi di quel famoso amaro reclamizzato in TV. Successivamente l’ho risalito e dalla parte giusta, proseguendo poi anche oltre il passo, salitacce, ok, ma ormai ero allenato. Che bici usavo? Per la Kaiserjaeger una mtb. Per le “francesi” la mia storica che uso ancora oggi. Eccola, qui nella foto.
Good bike everybody!
.